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 2006  febbraio 16 Giovedì calendario

MONACI Vincenzo.

MONACI Vincenzo. Nato a Civitella Paganico (Grosseto) il 23 luglio 1940. Manager. Dal 1998 al 2005 è stato Commissario nell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Adesso è presidente del Teatro Eliseo di Roma. «La sua madeleine, il suo sapore d’infanzia, sono i tortelli maremmani, ”quelli con la pasta tirata a mano, gli spinaci, la bietola, la ricotta, la maggiorana e il sugo” [...] dopo una carriera di manager nell’industria elettronica ha cambiato vita [...] ha rilevato il Teatro Eliseo di Roma e [...] ne è il presidente onorario. [...] La verità è che si diverte: da ragazzo a organizzare le feste di paese, in collegio a dirigere l’azione cattolica, nel ’68 a dar fastidio alle gerarchie ecclesiastiche con i suoi anelti di rinnovamento [...] Figlio di una guardia comunale [...] ha sempre avuto ben chiaro quali sacrifici i suoi dovessero fare per mandarlo prima in collegio e poi all’università: ”Ingegneria, per far contento papà [...] Non c’entrava molto con le mie caratteristiche, ma è andata bene”. Subito dopo, nel ’67, parte per l’Inghilterra: il corso mattutino di inglese non gli sembra abbastanza, si iscrive a lezioni private di pomeriggio e in un attimo brucia i soldi. Ma impara l’inglese e può trovarsi un lavoro: ”Sei mesi ad annodare fili di rame in una fabbrica di calcolatori. servito”. Torna e va alla Dalmine a fare marketing. ”Ma mi stufai in fretta”. E via: ”Era il ’68, ero a Milano, e quello che succedeva fuori dalla fabbrica mi interessava molto di più”. Intanto nella sua vita entrano i computer: va alla General Electric. Nel ’69 è negli Usa per uno stage, dopo poco è in Italsiel (poi Finsiel). ”E lì mi resi conto che senza un pedigree forte si fatica a far carriera” [...] Poi la direzione commerciale di una piccola società di software a Torino [...] Mette insieme gli amici e nasce, sempre a Torino, System e management, una società di consulenza, sistemi informatici, software e pacchetti applicativi, soprattutto per le banche [...] E così è arrivato all’Eliseo: ”Sono curioso, non dico mai a priori: non mi interessa. Avevo fatto amicizia con il regista Maurizio Scaparro che nel ’96 circa mi disse che l’Eliseo era in grave crisi. Capii che il problema si poteva risolvere, rilevai la società che gestiva il teatro insieme con la Banca di Roma”. Nel frattempo la società torinese è stata venduta: la capitalizzazione è stata la base di ciò che fa adesso [...]» (Valeria Palumbo, ”Capital” agosto 2000).