15 febbraio 2006
Tags : Vyacheslav. Fetisov
Fetisov Vyacheslav
• Nato a Mosca (Russia) il 20 aprile 1958. Giocatore di hockey ghiaccio. Tra i più grandi di tutti i tempi. Adesso ministro dello Sport del suo Paese. «’ successo a Mosca nel 1989. La sala era di quelle che si vedono nei film di James Bond, soffitto alto, lunga 50 metri. In fondo una scrivania grande con il ministro degli Interni seduto, freddo. Due generali carichi di medaglie e con lo sguardo gelido al suo fianco. Anch’io ero in divisa: maggiore dell’Armata Rossa con qualche medaglia. Mi volevano negare la possibilità di andare a giocare negli Stati Uniti. Sembrava di vivere un film”. [...] era già una leggenda dell’hockey mondiale. Due ori e un argento olimpico, sette titoli mondiali. Era il mancino divino. Una roccia, un regista perfetto della difesa. La Nhl, la lega professionistica americana, gli aveva offerto di andare negli Usa. Lui avrebbe accettato volentieri, ma la burocrazia sovietica lo teneva intrappolato. ”Non mi hanno consentito di allenarmi per dieci mesi. Non potevo muovermi. Mia moglie riceveva velate minacce. Ma non mi sono arreso e sono stati costretti a lasciarmi andare. Ho aperto una strada nuova. Sono cresciuto nell’Unione Sovietica e sono stato fiero di vincere per la mia terra, ma adoro anche la libertà. [...] io sono figlio di una famiglia operaia, ma con l’hockey ho cambiato la mia vita. Ricordo la prima volta che, per fare un provino in una squadra, mi sono fatto prestare i pattini da pattinaggio di figura, perché il mio amico non aveva altro. Avevo nove anni. A tredici sono andato con la nazionale baby a Montreal. C’erano dodicimila spettatori per seguire la partita di noi bambini...Hanno messo la mia foto sul giornale”. perseguitato dal ricordo della sconfitta patita nella finale olimpica del 1980 a Lake Placid: ”Mi chiedono solo di quella. Perché abbiamo perso contro quella squadra di ragazzi americani? Non lo so spiegare ancora adesso. Noi pensavamo alla Cecoslovacchia, che era una formazione eccezionale, e forse abbiamo sottovalutato gli Stati Uniti. Abbiamo vissuto un’esperienza assurda. Eravamo alloggiati in un carcere, con i cani che abbaiavano di notte. Poi quando siamo tornati aMosca, tre dei nostri hanno preso il morbillo, forse erano stati infettati da un pattinatore mentre eravamo là. Chissà, forse in partita erano già deboli per quel malanno”. Negli Stati Uniti ha vinto due Stanley Cup come giocatore e una come allenatore. ”Volete sapere un particolare? Ho sempre vestito il rosso... Sì, nella squadra dell’Armata Rossa, in nazionale sovietica e poi anche in America nei New Jersey Devils, i diavoli, e i Detroit RedWings, le ali rosse”. stato chiamato da Putin a fare il ministro dopo il disastro di immagine della squadra russa all’Olimpiade di Salt Lake City, dove Fetisov era l’allenatore della nazionale. ”Ho accettato perché credo nella volontà del presidente di aiutare i giovani. [...]”» (Gianni Merlo, ”La Gazzetta dello Sport” 15/2/2006).