Onda n. 7 9/02/2005, 9 febbraio 2005
Chi non ha mai visto mary poppins? Nel mitico film della Disney una famiglia in cerca di una governante per i propri bambini si vede arrivare dal cielo una gentile tata con il volto di Julie Andrews
Chi non ha mai visto mary poppins? Nel mitico film della Disney una famiglia in cerca di una governante per i propri bambini si vede arrivare dal cielo una gentile tata con il volto di Julie Andrews. La pellicola era ambientata nei primi del Novecento. A cento anni di distanza ecco arrivare in Italia, direttamente sugli schermi di La7, Lucia, Rita e Mara, le tre protagoniste del docu-reality S.O.S Tata. Le esperte puericultrici saranno alle prese con una mission impossible: trasformare, in una settimana, dei piccoli diavoletti in bimbi mansueti ed obbedienti. Al tempo stesso aiuteranno i genitori stressati, e con sempre meno tempo e pazienza, a diventare papà e mamme più presenti e più rigidi davanti ai capricci dei piccoli. La prima delle tre protagoniste delle undici puntate del docu-reality è Tata Rita (Balloni), 34 anni, un diploma di dirigente di comunità e di assistente per bambini disabili. Vanta una pluriennale esperienza come tata presso numerose famiglie. Fermamente convinta che ogni bambino sia un mondo a se stante, ne comprende fin da subito le caratteristiche e, grazie alla sua giovialità, instaura con i piccoli un rapporto basato sul dialogo e la comunicazione. La seconda è Tata Mara (Sfondrini), 32 anni. Psicomotricista con una notevole esperienza come animatrice e maestra in scuole materne. Gestisce corsi di teatro e pittura (cromoterapia) per bambini con problemi caratteriali e di apprendimento. Secondo lei pazienza, disponibilità e dolcezza sono le caratteristiche fondamentali che deve possedere una tata, mentre la comunicazione con il genitore è alla base dell’educazione del bambino. Nominata ”Capo Tata” è Lucia (Rizzi) è la più anziana e quella di maggiore esperienza. Ha 62 anni ed è diplomata a un liceo magistrale degli Usa, dove ha anche conseguito l’abilitazione all’insegnamento. Esperta di sindrome da deficit di attenzione, collabora con vari ospedali e con alcune scuole, dove tiene corsi di terapia comportamentale per genitori e insegnanti. Ricercatrice presso il Child Development Center dell’università della California, da anni segue ragazzi con problemi di apprendimento aiutandoli nello studio. Del suo lavoro le piace la possibilità di aiutare i bambini a conquistare la felicità. Tata Lucia, come è iniziata la sua carriera? «Dopo 20 anni di insegnamento alle scuole elementari, dieci anni fa ho iniziato ha interessarmi ai comportamenti dei bambini facendo una preparazione negli Stati Uniti che mi ha portato poi a lavorare con le famiglie e i bambini». Sono cambiati i bambini rispetto a trent’anni fa? «I bambini sono sempre gli stessi, sono un po’ cambiati gli adulti che spesso si comportano da adolescente-bambino. La vera differenza rispetto a quarant’anni fa sta nella famiglia. Un tempo accanto al bambino c’erano le mamme, le nonne e le zie, che erano oro colato, oggigiorno ci sono meno familiari disponibili e meno tempo da passare con i bambini». Cosa ne pensa dei reality show? «In linea di massima possono essere estremamente utili come possono essere veramente dannosi, a livello di società in genere. Io ho avuto diverse perplessità sul programma, perché avevo paura che si scadesse in una qualità di comunicazione povera che rischiava di diventare pettegolezzo. Poi invece ho visto che sarei riuscita a far passare dei messaggi reali, corretti e rispettosi ed ho accettato di partecipare». Quindi si può parlare di un reality pedagogico? «E’ un programma che può essere utile a tantissimi genitori». A chi si rivolge SOS Tata? «Dopo la trasmissione ho incontrato molta gente in giro che mi ha riconosciuto, anche coppie giovani e senza figli che si complimentavano per il programma. Essendo una trasmissione fatto da persone e situazioni vere, la gente è più attratta». è stata ricontattata da qualche famiglia protagonista del reality? «Si si, anche tramite e-mail. Mi hanno contattato perché nel periodo della trasmissione si sono sentiti supportati, quindi si rivolgono a me per piccoli consigli».