Cristina Marrone, Corriere della Sera 13/2/2006, 13 febbraio 2006
Due carabinieri che hanno arrestato un evaso dopo averlo velocemente perquisito, ammanettato e fatto sedere sul sedile di dietro della gazzella
Due carabinieri che hanno arrestato un evaso dopo averlo velocemente perquisito, ammanettato e fatto sedere sul sedile di dietro della gazzella. Viaggiano tranquilli verso la caserma, tra loro e il tipo là dietro c’è una parete di plexiglass. Non si accorgono che il tipo là dietro ha fatto passare i piedi in mezzo ai polsi ammanettati, portando le mani avanti e tirando fuori dalla tasca una piccola 38 di cui durante la perquisizione i militari non si sono accorti. L’evaso adesso sta puntando la pistola contro i due carabinieri là davanti, che fino a quel momento sono stati a chiacchierare senza troppe preoccupazioni, e gli sta dicendo di fermarsi e di farlo scendere perché lui in galera non ci torna di sicuro. Il carabiniere al volante è l’appuntato Roberto Domini: mette l’auto in folle, tira il freno a mano e, d’intesa col compagno, si butta fuori dall’auto e comincia a sparare contro l’evaso. L’evaso è Antonio Dorio, ha 36 anni, quindici anni fa - quando ne aveva 21 - è entrato nel gabbiotto dove si vendevano i biglietti alla stazione di Bologna e ha ammazzato con quaranta coltellate Enrica Evangelisti, di 75 anni, portandosi via l’incasso. L’hanno condannato a 26 anni, ma nel 2001 ha cominciato a godere del regime di semilibertà. Di giorno lavoro in una cooperativa, di notte ritorno in cella. Qualche volta gli concedono di passare qualche giorno con la madre. Però un sacco di volte non lo trovano a casa della madre oppure non lo vedono presentarsi per la firma, una volta, alla fine di un certo periodo di semilibertà, sparisce e non lo prendono prima di 48 ore, un’altra volta aggredisce gli agenti penitenziari che lo stanno piantonando dopo una rissa. Nonostante questo continua ad ottenere i permessi per uscire. Lo scorso 6 febbraio, ultimo giorno di un altro periodo di permessi, non s’è presentato e, come si è appurato con indagini successive, ha rapinato un ufficio postale di Codigoro e ucciso il pescatore di vongole di cui riferiamo qui sopra. Dorio dunque è ferito e anche malamente, ma spara a sua volta contro l’altro carabiniere, il brigadiere Cristiano Scantamburlo, a cui nel salto dall’auto la pistola è cascata a terra. Si butta poi dentro la gazzella e, ammanettato com’è, inserisce la prima e scappa. Guida solo 4 chilometri e finisce in un canale presso Pomposa, dove lo ritrovano poco dopo cadavere. Scantamburlo muore poco dopo in ospedale. In Comacchio, lungomare delle Nazioni, sabato 11 febbraio, Notte.