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 2006  febbraio 13 Lunedì calendario

12 febbraio 2006 A prima pagina (conduttori e ascoltatori), mi chiamo Bruna Cipriani e scrivo a proposito della diatriba tra Genova e Torino quale luogo di nascita del nostro inno nazionale, alcune precisazioni: la fonte è la documentazione relativa alla Giornata di studio del 19 maggio 2001,tenutasi all’Università di Bologna - aula absidale- sotto l’alto patrocinato del Presidente della Repubblica, proprio dedicata al" Canto degli italiani"( di cui diedero notizia i TG) e alla quale la sottoscritta ha partecipato come pubblico

12 febbraio 2006 A prima pagina (conduttori e ascoltatori), mi chiamo Bruna Cipriani e scrivo a proposito della diatriba tra Genova e Torino quale luogo di nascita del nostro inno nazionale, alcune precisazioni: la fonte è la documentazione relativa alla Giornata di studio del 19 maggio 2001,tenutasi all’Università di Bologna - aula absidale- sotto l’alto patrocinato del Presidente della Repubblica, proprio dedicata al" Canto degli italiani"( di cui diedero notizia i TG) e alla quale la sottoscritta ha partecipato come pubblico. Goffredo Mameli è l’autore delle parole ( e già questa è una notizia che pochi conoscono) mentre la musica è di Michele Novaro. Entrambi i due autori nati a Genova, entrambi diciamo "arrivati primi" in questa proposta che ebbe subito successo, nel senso che è opera di Goffredo Mameli la prima stesura manoscritta (AUTUNNO DEL 1847) del Canto degli Italiani (così era chiamato in origine) e che si trova all’Istituto Mazziniano di Genova; lo spartito autografo dello stesso Canto di Michele Novaro che si trova presso il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, FU COMPOSTO POCO DOPO da Michele Novaro a Torino,dove egli era tenore e maestro dei cori dei Teatri Regio e Carignano. E’ emozionante conoscere come avvenne il fatto dalle parole stesse del Novaro: (il testo con le parole di Mameli,da Genova era giunto nella casa torinese del patriota Lorenzo Valerio, dove si trovava anche Michele Novaro, che ne fu subito conquistato) "Mi posi al cembalo, coi versi di Goffredo sul leggio, e strimpellavo, assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, mettendo giù frasi melodiche,l’una sull’altra, ma lungi le mille miglia dall’idea che potessero adattarsi a quelle parole. Mi alzai scontento di me.......presi congedo e corsi a casa: là senza neppure levarmi l cappello, mi buttai al pianoforte; mi tornò alla memoria il motivo strimpellato in casa di Valerio, lo scrissi su un foglio di carta, il primo che mi venne alle mani; nella mia agitazione rovesciai la lucerna sul cembalo e, per conseguenza, anche sul povero foglio; fu questa l’origine dell’inno Fratelli d’Italia". annbarul@virgilio.it