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 2006  febbraio 13 Lunedì calendario

GIANIKIAN Yervant Merano 1942. Regista. In coppia con Angela Ricci-Lucchi • «[...] La particolarità dei film di Gianikian e Ricci-Lucchi è quella di essere realizzati utilizzando altri film, materiali d’epoca che i due registi rifilmano mediante una tecnica particolare da loro chiamata ”camera analitica”, che comporta l’esame di ogni singolo fotogramma

GIANIKIAN Yervant Merano 1942. Regista. In coppia con Angela Ricci-Lucchi • «[...] La particolarità dei film di Gianikian e Ricci-Lucchi è quella di essere realizzati utilizzando altri film, materiali d’epoca che i due registi rifilmano mediante una tecnica particolare da loro chiamata ”camera analitica”, che comporta l’esame di ogni singolo fotogramma. Nella versione finale la pellicola viene colorata, a volte a mano, a volte usando filtri speciali. Il risultato è un film che scorre lentamente e a tratti accelera di colpo, così da provocare nello spettatore una doppia sensazione: concentrazione e spaesamento. [...] Yervant è armeno, nato in Italia, a Merano, nel 1942, dove il padre, farmacista, aveva trovato rifugio dopo la fuga dalla Turchia all’epoca dello sterminio del suo popolo, all’inizio del XX secolo. Alto, porta un paio di baffi bianchi, possiede uno sguardo luminoso; ha studiato architettura a Milano; artista visivo, ha esposto negli anni Settanta alla Galleria il Cavallino di Venezia. Poco dopo ha conosciuto Angela Ricci-Lucchi, allieva di Kokoschka a Vienna. [...]si sono conosciuti tramite Corrado Costa, il geniale poeta della neoavanguardia, nel 1974. [...] In un libro dedicato a Gianikian e Ricci-Lucchi (ed. il Castoro) Paolo Mereghetti e Enrico Nosei spiegano come la loro cinepresa abbia le caratteristiche del microscopio; più vicina alla fotografia che al cinema: ricorda Muybridge e Marey più che i fratelli Lumière. Lo scopo di questa tecnica è quello di riprendere i dettagli secondari del film, scrutandolo fotogramma per fotogramma, per realizzare un film che restituisce sullo schermo il processo stesso della memoria. I loro film sono infatti composti di tracce mnestiche, ricordi che paiono illuminare con il loro ritmo di scorrimento quasi ipnotico la realtà più di un film realistico. [...] Yervant Gianikian e Angela Ricci-Lucchi sono come due sciamani, due maghi, scesi all’Inferno, nelle profondità smarrite della Storia, per riportarne alla luce la vera immagine. Novelli Orfeo del cinema, trafficano con la morte e rendono luminoso ciò che è oscuro, esercitando un controllo sulle nostre angosce; tuttavia, come nel mito, non possono girarsi per guardare in faccia Euridice, così ci restituiscono la sua immagine in maniera elaborata, sotto forma poetica, utilizzando la ”camera analitica”. I critici parlano di cinema d’avanguardia, ma anche di cinema politico. Mereghetti ha scritto che il loro archivio non è rivolto all’archeologia, non contiene nessuna nostalgia: diventa efficace proprio nel confronto con l’oggi. [...]» (Marco Belpoliti, ”La Stampa” 13/2/2006).