Varie, 13 febbraio 2006
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Burton Jake
• Stowe (Stati Uniti) 29 aprile 1954 • «[...] non pretende di aver inventato lo snowboard, però, insomma. [...] Jake Burton è Mister Snowboard. L’impero che scivola dal Melezet è cominciato in una casa a Londonderry, Vermont, col gruzzoletto avuto in eredità da sua madre. ”Mi piace pensare che abbia avuto un ruolo fondamentale nell’inizio della Burton Snowboards”. Questo per gli affari. Per il resto lo ha toccato la morte in Vietnam di suo fratello George, di cui suo figlio porta il nome. Gli ha insegnato che strappare un sorriso al prossimo può cambiare il mondo. O rappresentare un buon punto di partenza. [...] la sua giovinezza l’ha trascorsa a Cedarhust, non lontano da Atlantic Beach, così in molti hanno pensato che la sua idea dello snowboard sia venuta dal surf. ”Mi hanno regalato una tavola, una volta, a Natale, ma non l’ho mai usata”. In realtà nel suo destino c’è stata la neve, anche se adesso gli piace molto fare surf alle Maldive, a San Salvador e al Cabo, in Messico. Per un anno è andato in giro per il mondo a cercare l’inverno ovunque si manifestasse. Perché Jake Burton voleva fare il campione di sci, poi si è rotto la clavicola tre volte, ha cambiato il college, ha sbagliato i soci, ha fallito affari e si è ritrovato, a un certo punto, con 100 mila dollari di debiti. ”Ma avevo sempre questo bruciante desiderio di fabbricare snowboards”. [...] ha messo su la sua prima fabbrica nella casa di Londonderry, Vermont. Nel granaio c’era la produzione, al primo piano il magazzino, la sala da pranzo era l’ufficio, mentre nel tinello c’era lo show room e in camera da letto si rispondeva al telefono. ”Il momento più brutto? Quando la banca da cui avevamo avuto un prestito ci comunicò che non avremmo avuto altri soldi: ’Siamo convinti che lo snowboard sia una mania che ha esaurito la sua corsa’”. Lungimiranti. Ne è passato di tempo da quando andava in giro per i negozi di ferramenta a proporre le tavole. Adesso guarda gli atleti gareggiare con i suoi prodotti, sempre più numerosi, come le sue filiali che vanno dagli Usa alla Germania (si è messo, con sua moglie, a studiare il tedesco), dall’Italia alla Nuova Zelanda. E al Giappone, dove dal 1995, il mercato è esploso. Jake Burton è rimasto l’entusiasta di prima. ”Il mio segreto? Guardi, io sono rimasto un rider: fare 100 volte snowboard in un anno è quello che mi occorre per sentirmi felice. In fondo non pretendo molto. Vorrei essere ricordato come un buon marito, un buon padre, un buon amico e come uno che ha fatto sempre la cosa giusta per lo snowboard [...] Basta poco per far sorridere la gente. E questo vale anche per me”» (Roberto Perrone, ”Corriere della Sera” 13/2/2006).