MACCHINA DEL TEMPO MARZO 2006, 13 febbraio 2006
Nel mondo microscopico della scienza, l’infinitamente piccolo può essere infinitamente bello. Lo dimostrano le fotografie di Felice Frankel che splendono in queste pagine
Nel mondo microscopico della scienza, l’infinitamente piccolo può essere infinitamente bello. Lo dimostrano le fotografie di Felice Frankel che splendono in queste pagine. La Frankel - ella stessa l’afferma - non è un’artista. una ricercatrice di fotografia scientifica. Ciò che fa è mostrare quel che succede nel piccolo mondo delle molecole, dei cristalli, delle cellule. Illustra, in maniera inaspettata, il lavoro di anni e anni di studi e sperimentazioni di uno scienziato. Scova inusitate emozioni all’interno di una coltura di lieviti o di una geometria reticolare. Ottenere visioni così vive e dettagliate non è facile. Occorre studiare a fondo i materiali e tempestare per ore gli studiosi, affinché svelino attimi e momenti in cui può, forse, scaturire una meraviglia visiva. «Queste immagini sono il frutto di un processo di collaborazione», dichiara, «poiché ho lavorato con scienziati che hanno accettato le mie domande, a volte infinite. Insieme abbiamo scoperto la forza che queste rappresentazioni visive portano alla comunicazione e alla chiarificazione della scienza. Continuo a esser fortunata a far parte di questo processo e dell’ambiente scientifico, intellettualmente unico». Una simbiosi, quindi, a cui Felice Frankel contribuisce con dedizione e impegno morale. Non soltanto ricerca armonica, o desiderio di esplicitare la bellezza insita nel fenomeno scientifico, ma anche rigore interpretativo, onestà nell’oggettiva documentazione del processo. Se si volesse tentare una sintesi della sua opera, si potrebbe definire la Frankel come un’indagatrice di bellezza, che scova senza stravolgere la realtà dei fatti.