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 2006  febbraio 11 Sabato calendario

FERRANDO

FERRANDO Marco Genova 18 luglio 1954. Politico. Esponente della minoranza di Rifondazione comunista che si rifà alla dottrina troskista, alla vigilia delle politiche 2006 si giocò la candidatura al Senato con alcune avventate dichiarazioni sulle vittime italiane in Iraq (in particolare quelle di Nassiriya). Fondato il Partito comunista dei lavoratori, nel 2008 si candidò premier prendendo lo 0,6% sia alla Camera che al Senato • «[...] negli anni ”70 militava tra le fila di Lotta comunista, gruppo di estrema sinistra, diventato alla fine dei ”90 il leader di una delle tre minoranze interne al Prc, Progetto comunista, che conta il 7% dei consensi nel partito. Sempre assai critico con il segretario e la linea della maggioranza: sul Medio Oriente e l’Iraq, appunto, ma anche sui rapporti da tenere con la coalizione. [...]» (Livia Michilli, ”Corriere della Sera” 15/2/2006). «Ha il cranio lucido dell’intellettuale, la barba marxista, molto sale e poco pepe, il sorriso largo, lo sguardo febbrile, la erre arrotata da segretario di partito. [...] ex professore di storia e filosofia al liceo [...] Non ha mai esagerato: ”Sono contro la guerra, contro tutte le guerre. Ho aggiunto che il diritto internazionale prevede la resistenza nei confronti degli eserciti occupanti. Il nostro è un esercito occupante”. Non è pentito, non è dispiaciuto, non ha mai pianto una lacrima per i caduti delle forze belligeranti. ”No, mai”. Non si è nemmeno sentito a lutto nel giorno in cui caddero i soldati italiani a Nassiriya: ”Lutto? Altri sentimenti, che preferisco tenere per me”. Nella sua scuola i ragazzi vollero discuterne, ”lasciai fare, le posizioni erano variegate. Aspettai che chiedessero il mio giudizio per intervenire. In Iraq aveva perso la vita il marito di una mia ex allieva. La cosa mi addolorò. Provai pietas”. Si chiama ”Progetto comunista” la corrente di cui Ferrando è a capo. A lui Bertinotti aveva offerto il primo posto nella lista dell’Abruzzo: ”Cinquanta per cento di farcela. L’Abruzzo non è la Liguria, ma certo le possibilità di vedere un risultato positivo erano alte. [...]”. Se davvero verrà il comunismo, domani o anche dopodomani, lo dovremo sicuramente a Ferrando, dal pensiero semplice ma concludente. One solution: revolution, il titolo del suo più fortunato libro. Grazie a Ferrando, surfista nel poco tempo libero che la lotta gli lascia a disposizione, finalmente si è scoperto che i trotzkisti non sono un’invenzione della letteratura fantastica ma uomini e donne di questo tempo. ”In Italia siamo in seimila, seimila gli organizzati, oltre il sostegno e la simpatia di un numero apprezzabile di compagni”. La loro vita è in perenne adorazione di quella di Lev Davidovic Bronstein, detto Trockij, che organizzò l’assalto al palazzo d’Inverno e l’insurrezione di Pietroburgo. Ci sono, ci sono stati e ci saranno. Ferrando ricorda, per dire, ”una splendida Alba Parietti a una riunione dei primi anni ottanta a Torino”. [...]» (Antonello Caporale, ”la Repubblica” 15/2/2006).