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 2006  febbraio 11 Sabato calendario

APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 13 FEBBRAIO 2006

La XIV legislatura si è conclusa. [1] Quanto alla prossima, un sondaggio Abacus (uno a caso) realizzato tra il 7 e l’8 febbraio dice che si votasse adesso vincerebbero Prodi & C. col 51 per cento dei voti (contro il 46,5 della Casa delle Libertà). [2] Per cominciare, l’Unione ha presentato il programma. Jena: «Serviranno almeno due legislature per attuarlo. La prima solo per leggerlo». [3]

Democratici di sinistra (al 24,5 per cento secondo il sondaggio di cui sopra). La regola (con eccezioni) secondo cui chi ha già fatto due legislature questa volta non sarà ricandidato ha suscitato molti malumori. Tra quelli che resteranno fuori Passigli, Bogi, Ayala, Debenedetti. Bersani, Turco e Visco si salveranno in quanto ex ministri. [4] Alla Camera si parla di 80 non ricandidati su 136. Franco Grillini (che oltre a essere noto per le sue battaglie a favore dei gay è anche un bravo psicologo): «Ho visto un mio collega piangere sul banco d’aula. Per lui era l’ultima seduta alla quale avrebbe preso parte [...] questo Palazzo [...] è come un utero materno: ti accoglie, ti protegge, ti permette tanti privilegi...». [5] Da giorni si parla del caso di Anna Serafini in Fassino, che rischia di non essere ricandidata, e della difesa appassionata di tante compagne di partito e amiche (Livia Turco, Anna Finocchiaro, Linda Lanzillotta in Bassanini, Sandra Lonardo in Mastella). La «Velina rossa», nota politica di Pasquale Laurito spesso vicina al pensiero di D’Alema: « intollerabile che sia nata addirittura una gara di clamorosi interventi di parlamentari per sollecitare la candidatura dell’onorevole Serafini... Uno spettacolo deprimente che ricorda soltanto soluzioni vecchie non del fu Partito Comunista Italiano, ma di quei regimi di Oltrecortina, come quello romeno, dove i leader erano sempre accompagnati dalle mogli-ministro». [6]

Italia dei Valori (1). Il problema di Di Pietro (di Mastella, della Sbarbati) è che i suoi voti non bastano per superare lo sbarramento. Soluzione: trovare qualche lista più grande che lo ospiti. Fassino aveva chiesto a Bertinotti di aprire le sue liste a queste formazioni: «Voi godete più di tutti degli effetti della nuova legge elettorale: passerete da 13 a più di 60 parlamentari. Noi invece abbiamo questo problema dei piccoli. Ecco, potreste riservare dei posti anche a loro». Bertinotti: «Niente da fare, non se ne parla proprio. Noi ci presentiamo da soli proprio per dare una connotazione forte alle nostre liste. E poi, come faccio a rimettere in discussioni le candidature, a dire a uno dei miei ”mettiti da parte che devo fare posto a Mastella”?». [7] Fassino ci ha provato anche con la Margherita, invitandola ad un atto di generosità. Marini: «La generosità in politica, evocata poi da professionisti della politica come i Ds, è una categoria che io non ho mai incontrato. Figuriamoci. Qui appena uno si distrae un attimo, ti azzannano una mano». [8]

Margherita (9,5). La settimana scorsa ha fatto discutere l’imminente candidatura di Paola Binetti, presidente del Comitato Scienza e Vita, docente e direttore di dipartimento al Campus Biomedico dell’Opus Dei, «braccio armato della Cei che abbatté il referendum sulla fecondazione», «ultracattolica che voleva l’indagine conoscitiva sulla 194». [9] In questo modo, si dice, Rutelli mette nell’angolo quei cattolici democratici (Ardigò, Benadusi, Morcellini, Treu) che a giugno si sono battuti perché i credenti andassero a votare. [10] Antonio Maccanico che al referendum di giugno era contro la Binetti: «Siamo ormai al gioco dei contrappesi, questo dosaggio di cariche e incarichi non m’appassiona». Ugo Intini, socialista-radicale: « la mutazione genetica d’un partito nato laico e diventato confessionale». Sergio Lo Giudice, Arcigay: «La Margherita si sta vendendo l’anima ai vescovi». La Binetti: «Mi chiedo se poi la provocazione siamo noi... Luxuria è una delle provocazioni più pesanti che Rifondazione potesse fare. Bisogna rispondere con posizioni altrettanto chiare e forti. Viviamo in un Paese profondamente moderato, aperto e tollerante. Ma dialogare con alleati del genere non sarà difficile: sarà stradifficile». [11] Altro scontro con Rifondazione riguardo all’idea di requisire le terze case per darle agli sfrattati: chiudendo la Festa sulla neve del partito, il leader della Margherita ha parlato di «scempiaggini», Bertinotti ha replicato che «Rutelli sembra non vedere i problemi drammatici del paese e si mostra più attento alle paure dei ceti possidenti che alle ragioni dei ceti bisognosi». [12]

Partito dei Comunisti Italiani (2,5). Il partito guidato da Diliberto spinge per il ritiro immediato dall’Iraq. Tra gli alleati c’è accordo: il Parlamento affronterà subito il problema e il rientro avverrà nei tempi tecnici. [13] Altra idea del segretario: «Visto che l’altro giorno Prodi ha proposto la scala mobile per i pensionati, riproponiamola per tutti» (nessuno l’ha preso sul serio). [14] Di certo la convivenza con i Radicali non sarà facile: «Io sono rimasto comunista dopo l’89 e dunque sono ottimista per definizione. Certo
che una volta che la Bonino ha rotto sul programma, per diventare ministro degli Esteri deve passare sulmio cadavere». [15]

Partito dei Pensionati (l’Abacus li mette negli ”Altri”, che tutti insieme stanno all’1,5). Il leader Carlo Fatuzzo, che dal 1987 guida un partito che conta 2.000 iscritti e 20.000 simpatizzanti, ha lasciato la Casa della Libertà ed è passato all’Unione. Europarlamentare di Forza Italia, ora ce l’ha con Berlusconi: «Gli sono stato fedele per dieci anni e non si è mai accorto di me, ora ho perso la pazienza». E poi: «Soltanto ora che l’ho lasciato Berlusconi scopre che ci sono, ma è troppo tardi». Perché tanto disamore quando il premier ha alzato la pensione minima a 500 euro? «Macché, l’aumento l’hanno preso pochissimi, gli 8 milioni di pensionati sociali sono rimasti ameno di 400. L’avessi fatto io, m’avrebbero dato del truffatore». Il presidente del Consiglio ha promesso che, dopo il voto, ci saranno 800 euro al mese per tutti: «Non ci credo. Ora la minima è 477,5. Dovrebbe aumentaredi 330 a testa. Servirebbero oltre 30 miliardi di euro, mi dice dove li trova?». [16]

Partito della società civile (?). Quelle che chiamano «truppe prodiane» (trecento intellettuali, da Dario Fo a Francesco Pardi a Margherita Hack) hanno pubblicato sull’’Unità” un appello con il quale viene chiesto al leader e ai partiti della coalizione di «apparentare le liste che tenteranno di avvicinare i cittadini alla politica». Rutelli: «Siamo già nove partiti, non ne occorre un decimo». La rete coordina circa 400 liste in tutta Italia e un migliaio di amministratori locali, tra consiglieri e assessori comunali, provinciali e regionali. Non bastasse ha il sostegno dei «No Tav» (Piemonte) e dei «No Ponte» (Sicilia). Il coordinatore nazionale Roberto Alagna (che punta al milione di voti): «Ormai la macchina è in moto. Abbiamo deciso di presentare comunque le nostre liste alla Camera, anche se i partiti del centrosinistra dovessero insistere con il loro no alla nostra proposta di intesa elettorale». Il professor Pardi, leader dei girotondini: «Con una scelta miope i leader sono disposti a rifiutare l’aiuto di chi è in grado di recuperare l’elettorato che non si riconosce nei partiti, non si rendono conto che così facendo si rischia la sconfitta». [17]

Repubblicani europei (Altri). Il segretario Luciana Sbarbati sabato non s’è presentata alla firma del programma. [18] Già giovedì aveva fatto l’offesa (non la mettono tra i fondatori dell’Ulivo) e non aveva partecipato alla riunione per la stesura del programma. [14] La cosa più importante, comunque, è trovare qualcuno che la ospiti in lista (vedi Idv). [7]

Rifondazione Comunista (7,0). Tanto per cominciare ha modificato il simbolo: sale Rifondazione (corpo più grande che finisce
nella parte alta del contrassegno), scende Partito comunista (rimpicciolito
e fatto slittare sotto la bandiera con la falce e il martello). Il nuovo logo comparirà su schede e manifesti elettorali, ma sulle bandiere e nelle altre occasioni resta il vecchio. [19] La settimana scorsa il sindaco di Torino ha invitato Bertinotti a tenere sotto briglia il movimento anti-Tav almeno in questi giorni delle Olimpiadi. Il leader di Rifondazione ha risposto che non può fare niente: «Chiamparino ha una vecchia idea, per cui la politica comanda e le masse obbediscono». Si dice: i radicali e gli irresponsabili sono pochi, mentre la maggioranza dei cittadini sono disponibili al dialogo. Lucia Annunziata: « uno schema con cui la sinistra moderata si trova particolarmente a suo agio: è in fondo lo stesso con cui ha analizzato nel passato i movimenti degli Anni Settanta, e con cui ha saputo, appunto, organizzare, nei suoi molti anni di governo, una sorta di collateralismo ”caldo” con l’estremismo, integrandolo alle politiche ufficiali. Su queste dinamiche del resto sono cresciute le fortune dello stesso Bertinotti, che da tempo fa da stantuffo delle tensioni sociali dentro l’Ulivo, dandogli volta a volta regola e sfogo». [20] Francesco Caruso, leader di punta del movimento no-global che Rifondazione vuol portare alla Camera, ha intanto fatto sapere che «Prodi può evitare anche di rivolgermi la parola e di sedersi al mio stesso tavolo, nun me ne pò fregà de meno». [21] Il transgender Vladimir Luxuria, anche lui (lei) in lista: «Mi squadreranno come fanno gli osservatori con un reperto archeologico. Ma non sanno che in questo caso sarà il reperto a scrutare gli osservatori». [22]

Rosa nel Pugno (2,0). Sabato non s’è presentata alla firma del programma (ma c’è tempo fino al 24). Il segretario Daniele Capezzone: «Il ceto politico ragiona come se esistessero soltanto gli 11 segretari di partito da mettere d’accordo». E poi, a Diliberto che gli ha dato della «rogna da grattare»: «Diliberto è uomo di buone letture, veste di buon taglio ma resta un comunista violento. Non dimentico il suo viaggetto a Cuba e la solidarietà nei giorni successivi alle fucilazioni dei dissidenti e neppure il viaggetto dagli Hezbollah siriani». [23] Saputo della Binetti, era sbottato: «Fantastico! L’opa ruiniana-rutelliana è ufficialmente lanciata. Come nelle vecchie pubblicità: Ruini comanda e Rutelli fa!». [9] Emma Bonino giovedì uscendo dal vertice per la stesura del programma: «Di tutte le proposte che abbiamo fatto, nessuna è stata accolta, in particolare l’abolizione del finanziamento delle scuole private cattoliche e i Pacs». [13] Da un corsivo sul ”Corriere della Sera” di venerdì: «Verso i radicali, e in particolare nei confronti della nuova creatura rappresentata dalla Rosa nel pugno, si percepisce nel centrosinistra un eccesso di fastidio, una reattività che a volte diventa vera e propria suscettibilità morbosa. Perché protestare teatralmente, come ha fatto Clemente Mastella abbandonando il vertice dell’Unione, per la presenza di Emma Bonino? E perché tanta acredine nei confronti di Enrico Boselli e dello Sdi, prima considerati alleati affidabili e, dopo l’alleanza con Pannella, guardati in cagnesco? [...] anche se i perplessi dell’Unione dicono di temere un di più di anticlericalismo che metterebbe la coalizione in difficoltà con il mondo cattolico, il sospetto è che i radicali portino nel centrosinistra quel surplus di liberalismo (la chiamano ”l’agenda Giavazzi”) di cui l’attuale opposizione ha vitale bisogno: il che spiegherebbe il perché di tanta, virulenta, ostilità». [24] Quanto a Boselli, gli hanno chiesto se vorrebbe D’Alema al Quirinale: «Chi?». [25]

Socialisti (Altri). Bobo Craxi & C hanno presentato il nuovo simbolo («Lo hanno disegnato gli stessi che hanno disegnato quello dell’Ulivo»): sfondo rosso, il garofano («simbolo delle lotte operaie») al centro su due righe, la scritta ”I socialisti” e, sotto, in caratteri più grandi, lo storico cognome: Craxi. Il figlio di Bettino ha annunciato che il simbolo sarà presentato al Senato, alla Camera con alleanze politico-tecniche che non sono ancora state decise (accordo politico «con chi è più affine», tecnico «con chi ha tradizioni più lontane» tipo Mastella). [26] Discorso chiuso con la Rosa nel pugno? «Ci hanno offerto i saldi di fine stagione. E mancano le condizioni politiche per un’alleanza con la Rosa. Lo Sdi è stato fagocitato dai radicali, sono loro a dettare la linea, l’identità socialista è smarrita». [27]

Udeur (1,0). Il partito, si sa, è contrario a qualsiasi forma di unione extra-matrimonio. [13] Mastella: «Se non faccio così i nostri voti se li prende l’Udc». [14] Intervenendo a margine di un convegno a Roma, il leader dell’Udeur ha poi detto di aver capito quale sarà il suo posto nel centrosinistra qualora dovessero vincere le elezioni: «Ministro della Pubblica istruzione». Spiegazione: «La Bonino ha dichiarato che mai ci dovrà essere un ministro della Pubblica istruzione amico di Ruini. Io sono amico e rispettoso dei principi che esprime, dal punto di vista pastorale, la Chiesa italiana, pur senza confondermi sul piano della mia laicità». [28]

Verdi (2,0). Paolo Cento: «Noi Verdi garantiamo lealtà, siamo per Prodi e solo per Prodi, ma un vincolo troppo forte può essere controproducente. Sul programma c’è la sintesi ma noi di anno in anno porremo nuove questioni. Saremo leali ma competitivi». [29] Il partito di Pecoraro Scanio chiede ricerca sul nucleare pulito di nuova generazione e spinge per una riduzione degli armamenti da discutere in sede europea. [13] E ha pure strappato la promessa del riconoscimento giuridico per le medicine non convenzionali, tra cui l’omeopatia. [30]