varie, 10 febbraio 2006
MIGLIACCI
MIGLIACCI Franco Mantova 28 ottobre 1930. Autore. Compositore. Trascorse la sua giovinezza a Firenze. L’attrazione irresistibile per il mondo artistico lo portò a Roma, nel 1952. Qui collaborò con Gianni Rodari ed iniziò a lavorare in Rai come speaker e interprete di commedia. Nel 1957 entrò in una compagnia di teatro in cui figuravano anche Virna Lisi e Domenico Modugno. Per Modugno ed insieme a lui scrissee le parole della sua prima canzone Nel blu dipinto di blu con cui vinse il Festival di Sanremo nel 1958. Fu il successo: 30 milioni di copie vendute, due Grammy Awards. Nel blu dipinto di blu diventò una delle canzoni più famose nel mondo, interpretata da nomi del calibro di Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, U2 e Paul McCartney. Il grande successo di Volare - come viene comunemente chiamata - portò Migliacci in America e quando tornò portò con sé anche una nuova professione: il talent-scout-producer. Ha scritto canzoni che hanno portato al successo i più grandi cantanti italiani, da Mina (Tintarella di luna), a Gianni Moranti (In ginocchio da te, Non son degno di te, C’era un ragazzo che come me amava i Beatles ed i Rolling Stones), a Rita Pavone (Come te non c’è nessuno), a Fred Buongusto (Una rotonda sul mare), a Patty Pravo (La bambola), al primo lp di Renato Zero (No mamma no). Nel 1991 fondò con Domenico Modugno e Franco Micalizzi il Sindacato Nazionale Autori e Compositori (S.N.A.C.) ed iniziò la sua battaglia in difesa dei diritti degli autori. Impegno, quest’ultimo, che lo ha portato al vertice della SIAE • «[...] uno dei grandi autori della canzone italiana, nel 1958 condivise con Domenico Modugno i due Grammy Awards a Nel blu dipinto di blu e anche l’entusiasmo che in quei giorni circondava ”Mr. Volare”. ”Era la mia prima canzone in assoluto e aveva avuto un successo mondiale. Da non crederci. Eravamo primi in classifica negli Stati Uniti cantando in italiano e questa era la cosa più straordinaria. Mimmo andava e veniva dall’America, dove partecipava a show in tv e teneva concerti. Ma quando ricevemmo la notizia mi disse: ”è l’occasione giusta per venire con me, devi, perché altrimenti non ci credi. A Manhattan nei negozi ci sono pile di nostri dischi, alla radio non si ascolta altro”. Ricordo che alla nostra prima passeggiata l’autista di un camion lo riconobbe e bloccò il traffico, intervennero i poliziotti a cavallo, fu il caos”. [...]» (c. m., ”la Repubblica” 10/2/2006).