MACCHINA DEL TEMPO MARZO 2006, 10 febbraio 2006
In guerra spesso non esistono regole e le navi passeggeri usate per scopi militari (in genere, per trasportare le truppe) sono sempre state considerate un obiettivo nemico esattamente come quelle adibite al trasporto di mezzi e carburante
In guerra spesso non esistono regole e le navi passeggeri usate per scopi militari (in genere, per trasportare le truppe) sono sempre state considerate un obiettivo nemico esattamente come quelle adibite al trasporto di mezzi e carburante. il caso della flotta civile americana, decimata dagli U-boote tedeschi. Già nella Prima guerra mondiale si erano avuti attacchi simili che avevano coinvolto anche le nostre navi, come l’affondamento del traghetto Tripoli al largo della Sardegna da parte di un sommergibile tedesco (19 marzo 1918). L’episodio, che violava un tacito patto di non aggressione per le navi civili sulla rotta Golfo Aranci-Civitavecchia, costò la vita a 298 persone. Nella Seconda guerra mondiale furono tante le navi passeggeri adibite al trasporto truppe verso i fronti d’oltremare (in Libia, Albania e Tunisia arrivarono in questo modo 1.242.729 soldati di tutte le armi). Molte di queste finirono nel mirino dei sommergibili alleati, come il Conte Rosso (24 maggio 1941, 1.297 morti), l’Esperia (20 agosto 1941, 27 morti), la Victoria (24 gennaio 1942, 249 vittime), la Città di Genova (21 gennaio 1943, 173 morti). Da ricordare anche il siluramento al largo dell’Irlanda dell’Arandora Star, un traghetto partito da Liverpool e diretto in Canadà con 1.300 italiani, tedeschi e austriaci, freschi nemici dell’Inghilterra: le vittime italiane furono 446. O tante vicende ”minori”, ma non meno dolorose, come quella, segnalata da una lettrice, del piroscafo di linea S.Lucia, affondato senza apparente motivo da aerosiluranti inglesi al largo di Ventotene il 24 luglio 1943 (105 morti).