Varie, 9 febbraio 2006
BOCCHINO
BOCCHINO Italo Napoli 6 luglio 1967. Politico. Eletto alla Camera nel 1996, 2001, 2006, 2008 (An, Pdl). Vicecapogruppo del Pdl alla Camera. Candidato nel 2005 alla guida della Campania, ha perso contro Bassolino. Giornalista. Dal 2007 direttore del bimestrale di politica e di cultura ”Con – Conservatori contemporanei” . Dal 2008 indagato nell’inchiesta sugli appalti al Comune di Napoli (vedi ROMEO Alfredo) • «’Italoooo!!”. Silenzio. ”Italooooooooo, ma che caz...”. Quei pochissimi che nei primi anni Novanta a Montecitorio si avventuravano giù giù, sino al sottoscala, prima missino e poi di An, dove regnava Pinuccio Tatarella, spesso si imbattevano in questa scena: il capo che cerca e maltratta il suo aiutante, seduto in un angolo, dietro un piccolo tavolino. Il malcapitato era un ragazzo di 25 anni, veniva da Napoli, era educato, parlava affettato, non sembrava un missino, si chiamava e - si chiama ancora - Italo Bocchino. Perennemente assediato da ritagli di giornale che divorava e compulsava, di gran lunga il più creativo tra i capi della destra, Tatarella aveva un debole per quel ragazzo sveglissimo, che oltretutto sapeva sopportare le sue sfuriate. E nel 1996 è proprio Pinuccio a proporre a Fini di lanciarlo in prima linea: ”Gianfranco, a Italo lo facciamo diventare deputato?”. Proposta accettata. Bocchino entrerà in Parlamento a 29 anni. Ben sposato (con Gabriella, figlia del ricco imprenditore napoletano Eugenio Buontempo) [...]» (Fabio Martini, ”La Stampa” 18/12/2008) • «[...] a iniziare Bocchino al giornalismo è Pinuccio Tatarella, con cui comincia al Roma, storica testata napoletana finita negli anni ”90 nell’orbita di An. Da giornalista a editore, Italo ricopre la carica di amministratore delegato del quotidiano. E nel 2004 gli viene affidato il salvataggio de L’Indipendente, che costa alla cordata da lui capeggiata ben 700 milioni di lire. Un salvataggio che provoca una sollevazione nel clan Tatarella, indignato per la mano tesa a un giornale nato per supportare le ragioni del Nord contro il Sud: ”Sono solo affari? Certe operazioni editoriali si fanno quando si hanno le spalle solide. Cosa che non vedo per le creature editoriali gestite da Bocchino” dichiarava allora Matteo, fratello di Giuseppe Tatarella, che sottolineava come sul Roma pendessero decine di vertenze lavorative, vendite scarse e pubblicità praticamente inesistente. ”Unica eccezione – raccontava - quella istituzionale favorita da vari soci politici che ricoprono cariche elettive soprattutto in Puglia”. A Bocchino Napoli è sempre stata stretta. la ribalta nazionale quella che vuole. E per questo bisogna frequentare la gente giusta. A cominciare dal matrimonio con Gabriella Buontempo, una famiglia di costruttori napoletani cresciuti nell’orbita del Psi di Signorile e Di Donato, fino allo show down di Tangentopoli, con il padre Eugenio arrestato a Praga, dopo mesi di latitanza, per una storia di tangenti e appalti. Una famiglia un po’ in disgrazia ma ben inserita soprattutto a Roma. Editoria e mattone. Come il suo amico Alfredo Romeo, originario di Aversa, lanciato alla conquista del mercato immobiliare nazionale, a Milano come a Roma. Così, c’è anche Romeo a salvare L’Indipendente. Ne esce nel 2007, quando il favore è fatto e può vendere, vantaggiosamente. [...]» (Adriana Pollice, ”il manifesto” 18/12/2008) • «[...] un fuoriclasse degli scherzi [...] Tipo che va dal deputato appena calato dalla provincia, e gli dice, con quella sua aria compita: ti hanno già fatto la visita medica? [...] la matricola? Sbianca. Dice: ma non sapevo che... Allora Bocchino si fa torvo: eh, mio caro... Se non risulti idoneo, questi sono capacissimi di annullare la nomina e far subentrare il primo dei non eletti [...] Il bello è che quando ne individua poi qualcuno un po’ incerto nell’eloquio, si avvicina e fa: com’è andata la ”prova di alfabetizzazione’?...» (Ignazio La Russa a Fabrizio Roncone, ”Corriere della Sera” 28/4/2008).