Varie, 9 febbraio 2006
Tags : Massimo Grillo
Grillo Massimo
• Marsala (Trapani) 19 luglio 1963. Politico • «Da deputato Udc, con le sue denunce, ha consentito ai magistrati di aprire uno squarcio sulla politica del malaffare in Sicilia, aprendo la strada ad inchieste che hanno coinvolto poi esponenti del suo partito. Ha chiesto, da solo, che Cuffaro non fosse ricandidato perché sotto processo. [...] ”In Sicilia mi hanno isolato, sono minoranza, ma sono fiero delle mie battaglie e della mia identità diversa da quella di Cuffaro. Nell’Udc ci sono due identità, da un lato io e dall’altro il presidente della Regione. Col proporzionale il partito non mancherà di trovare il modo per distinguerle”. [...]» (c. l., ”la Repubblica” 9/2/2006). « diventato l’anti-Cuffaro della Sicilia suggerendo a Casini di non candidare il governatore sotto processo. Come aveva chiesto invano già a Follini [...] l’espulsione di tanti inquisiti dall’Udc, a cominciare da un deputato regionale poi arrestato per mafia, Onofrio Fratello. Ma il [...] bastian contrario con radici elettorali a Trapani [...] è diventato una mezzastar [...] a Ballarò. Accendendo con le sue dichiarazioni la scintilla del match fra Casini e D’Alema. Rilanciando il tema della questione morale interna all’Udc proprio mentre la direzione nazionale gli dava il ben servito defenestrandolo dalla carica di commissario del partito nella sua provincia. Una coincidenza, dicono. Ma la decisione unanime di ”delegareil segretario nazionale Cesa affinché individui e nomini il nuovo commissario...” è accolta con un sospiro di sollievo sia dal presidente della Regione Siciliana, Totò Cuffaro, che accusa Massimo Grillo di usare ”argomentazioni pretestuose ed inconsistenti al solo scopo di guadagnare visibilità”, sia da tanti notabili sotto inchiesta fra Trapani e Marsala.Una terra che il ”ribelle” conosce bene perché suo padre, l’anziano Salvatore Grillo, fu il doroteo condottiero della vecchia Dc, strettissimo amico degli esattori Salvo. Ma la storia dei figli procede su altri binari. Uno in magistratura [...] al vertice della sezione Anm, l’altro deciso a denunciare gli impasti tra mafiosi e parlamentari, come sanno gli amici di Fratello o quelli di Davide Costa [...] assessore regionale Udc finito incella. E ogni volta Grillo collabora con i colleghi del fratello magistratoo con la dinamica squadra mobile di Trapani raccontando di boss che chiedono e minacciano: ”La mafia ormai non cerca varchi, designa suoi uomini. Per questo non basta la repressione, ma serve la prevenzione morale della politica [...]”» (Felice Cavallaro, ”Corriere della Sera” 9/2/2006).