MACCHINA DEL TEMPO MARZO 2006, 9 febbraio 2006
Maldive. Smeraldi che emergono dal fondo biancoazzurro delle spiagge e delle lagune, gocce disseminate nel blù di un mare unico al mondo
Maldive. Smeraldi che emergono dal fondo biancoazzurro delle spiagge e delle lagune, gocce disseminate nel blù di un mare unico al mondo. Siamo a Maafushivaru, piccolo faru (’isola” in Dihevi o Dhivehi, la lingua dell’arcipelago) al centro dell’atollo di Ari-Sud. in quest’angolo di paradiso che ho potuto nuotare assieme allo squalo balena, un ”gigante gentile” che può raggiungere i 20 metri di lunghezza, pesare oltre 20 tonnellate e che, nonostante la sua incredibile mole, si ciba soltanto di plancton. il pesce più grande del mondo. Io l’ho visto e voglio raccontare ai lettori di ”Macchina del Tempo” questa straordinaria esperienza. Il sogno di ogni biologo marino si concretizzò il 9 settembre scorso. Sto organizzando lo snorkeling pomeridiano quando, tutto a un tratto, giunge la notizia che alcuni pescatori dell’isola vicina di Dangheti hanno avvistato uno squalo balena. Organizziamo subito l’equipaggio e, nel giro di cinque minuti, siamo già sulla barca. Il comandante dell’imbarcazione ci fa un grido in Dhivehi. Lo squalo balena è lì, a pochi metri di distanza. un cucciolo di 7-8 metri, ma ugualmente di dimensioni impressionanti. Alcuni, forse impauriti dalla mole dell’animale, decidono di fotografarlo dalla barca, ma con scarsi risultati, poiché il ”piccolo” nuota, gioca e si rigira appena sul pelo dell’acqua. Mi tuffo proprio accanto all’animale. Ho un attimo di delusione: lo squalo s’inabissa all’improvviso, scomparendo. Ma ecco che ora torna, veloce, con la bocca spalancata. Incredibile, lo sto guardando mentre si nutre! Sono in acqua accanto al ”gigante gentile”: lo squalo nuota lentamente, gioca con me e con un istruttore subacqueo che nel frattempo mi ha raggiunto. Il corpo dello squalo assomiglia a quello di una balena robusta ma aerodinamica, marrone con cerchi bianchi e gialli sul dorso. un animale solitario e docile e per questo motivo decidiamo, dopo una decina di minuti, di tornare in barca senza infastidirlo troppo. Ecco la mia esperienza; l’esperienza di un biologo marino che ha avuto la fortuna di vedere, ammirare, nuotare accanto a ciò che pare la maestosità stessa della natura. Alcuni ricercatori che hanno studiato a fondo questo superbo animale, il cui nome scientifico è Rhincodon typus, lo hanno seguito addirittura nelle profondità marine, mentre cercava il cibo, grazie a trasmettitori elettronici collocati sul dorso. Gli apparecchi sono programmati per staccarsi dagli squali dopo un certo periodo, tornare alla superficie e inviare via satellite i dati sotto forma di e-mail. Questi studiosi dichiarano che, quando sono a caccia di cibo, gli squali balena possono arrivare fino a mille metri di profondità, dove l’acqua ha una temperatura di poco superiore allo zero. Questi colossali animali seguono i branchi di pesci per mangiarne le uova: questo spiegherebbe perché, nonostante vivano nei caldi mari tropicali, abbiano uno spesso strato di grasso appena sotto la pelle. Durante la notte, gli squali rimangono in acque poco profonde per nutrirsi di plancton. Proprio durante queste ore gli scienziati collocano sul dorso degli animali i loro segnalatori. Le ore calde della giornata sono invece riservate a frequenti immersioni in acque profonde e più fredde. Spesso queste discese si concludono con una risalita velocissima, forse per assimilare in breve tempo una gran quantità d’ossigeno dall’acqua, dopo aver trascorso molto tempo in zone che ne sono meno ricche. Lo squalo balena è molto territoriale. Ma questa caratteristica, assieme alla naturale lentezza e staticità, lo rende facile preda di reti e arpioni. Oggi, a causa della grande richiesta delle sue pinne per scopi alimentari - soprattutto dal Taiwan e dalle Filippine - la loro compravendita è controllata dalla Cites, la convenzione internazionale che regola il commercio delle specie in pericolo. Soltanto a Taiwan sono uccisi oltre cento squali balena l’anno. I timori per il futuro di questo animale sono quindi giustificati, considerando che questo squalo cresce inoltre a un ritmo molto lento e, soprattutto, raggiunge la maturità sessuale in età avanzata. Lo scorso marzo, nel Golfo dell’Asinara in Sardegna, il ”gigante gentile” è stato avvistato da alcuni pescatori locali, che hanno avvisato subito la guardia costiera. Con ogni probabilità, la tropicalizzazione dei mari spinge questa specie a spostarsi verso zone considerate impensabili, anni fa. Chissà di non trovarcelo di fronte, alla nostra prossima nuotata.