MACCHINA DEL TEMPO MARZO 2006, 9 febbraio 2006
Il successo delle formiche è dovuto alla loro organizzazione sociale. La cosa fondamentale è vivere unite, anche perché ogni individuo è sempre disposto a sacrificarsi per l’intera colonia
Il successo delle formiche è dovuto alla loro organizzazione sociale. La cosa fondamentale è vivere unite, anche perché ogni individuo è sempre disposto a sacrificarsi per l’intera colonia. Ma in quanto a crudeltà nei confronti delle altre colonie non le batte nessuno. Ecco il programma di politica estera delle formiche: aggressione ininterrotta, conquista territoriale e genocidio fino all’annientamento delle colonie vicine appena possibile. «Non fate l’amore », scriverebbero sui muri «fate la guerra». Ma i soldati chi sono? Per prima cosa togliamoci dalla mente che siano maschi. Il maschio, tra le formiche (e tra la maggior parte degli animali), non conta. Insemina le femmine poi muore e se non muore da sé viene ucciso dalle compagne. Per esempio i soldati delle formiche di fuoco (sono il 10 per cento della popolazione, e sempre di pattuglia) sono operaie. Hanno una testa grossa con pochissimo cervello contornato da potenti muscoli che muovono le mandibole a cesoia con cui tagliano a pezzi i nemici. Tra le razziatrici come le Eciton burchelli, i grossi e goffi soldati dalle mandibole falciformi fiancheggiano lo sciame, e sono altre operaie. Nessuno resiste alla forza di quell’armata che avanza e distrugge tutto quello che incontra, anche animali piuttosto grandi. Le vittime vengono assalite, punte, smembrate, portate nei bivacchi provvisori, poi mangiate. Pochissimi riescono a salvarsi grazie alle loro secrezioni repellenti e tra questi (natura maligna!) ci sono le zecche (M.D.).