MACCHINA DEL TEMPO MARZO 2006, 9 febbraio 2006
Il 2030 sarà l’anno di Marte. Le voci si levano concordi dalla Nasa e dall’Esa, l’Ente spaziale europeo
Il 2030 sarà l’anno di Marte. Le voci si levano concordi dalla Nasa e dall’Esa, l’Ente spaziale europeo. Se la politica statunitense ha dato via libera ai sogni più sfrenati degli americani, nel Vecchio Continente il Consiglio delle Ricerche dell’Unione Europea e l’Esa hanno tracciato una via verso le stelle già dal 2001. Il sentiero da percorrere si chiama Progetto Aurora e vede una stretta collaborazione fra le nazioni (tra cui l’Italia ha un ruolo di primo piano). Aurora ha uno scopo: esplorare il sistema solare, tornare sulla Luna e mandare uomini su Marte. Tutto questo sviluppando nuove tecnologie e interessando le future generazioni alla scienza e alla tecnica. Marte, insomma, si sta avvicinando. Le tappe per la sua conquista sono ben definite: studio a distanza dell’ambiente marziano, invio di robot sulla superficie, possibilmente con missioni non più di sola andata, ma anche di sicuro ritorno. Ultima tappa, la costruzione di un avamposto robotico. Il 5 e il 6 dicembre scorso, un importante tassello di Aurora è stato approvato e autorizzato dai ministri europei: il laboratorio robotico ExoMars potrà essere inviato sul pianeta rosso. Nel 2011, la missione partirà dall’astroporto europeo di Kourou, in Francia. Una rover mobile (sul tipo di Spirit e Opportunity), corredata da un sofisticato laboratorio biologico, cercherà fino a due metri nel sottosuolo marziano tracce di vita, estinta o presente. Le recenti scoperte di Marsis, il radar di Mars Express (la sonda che ancora orbita attorno al pianeta), e dello spettroscopio Omega sembrano infatti confermare la presenza di ghiaccio d’acqua non soltanto al Polo Nord, ma persino nelle profondità del sottosuolo, nascosto in una struttura quasi circolare di circa 250 km di diametro, appena sotto la superficie delle terre settentrionali della regione Chryse Planitia. Non mancano le iniziative della Nasa: robot nel 2007 (Phoenix) e un laboratorio scientifico (Mars Science Laboratory) verso il 2009. L’acqua diverrebbe una spinta ulteriore verso la conquista di Marte e l’insediamento umano. Ma far arrivare l’uomo sul pianeta rosso non è facile. Marte dista 400 milioni di chilometri dalla Terra (la Luna ne dista 400 mila). Mese più, mese meno, con le tecnologie attuali occorrerebbero due anni per un viaggio di andata e ritorno. Ancora non sappiamo come affrontare un tempo così lungo lontano da casa. Le tante sfide da affrontare sono, senza dubbio, ancora molto impegnative.