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 2006  febbraio 09 Giovedì calendario

Mentre gli scienziati si accaniscono a ritracciare i marziani, eccole qui le probabili fototessere degli alieni ”alieni”

Mentre gli scienziati si accaniscono a ritracciare i marziani, eccole qui le probabili fototessere degli alieni ”alieni”. Abbiamo anche i nomi: Bacillus subtilis, Bacillus megaterium, Lactobacillus brevis, Bacillus sphaericus, Bacillus licheniformis e Bacillus cerus... Fanno venire in mente qualcosa di familiare, almeno agli appassionati di microbiologia? Niente di stupefacente, considerando che non sono altro che microrganismi terrestri! Già, perché la beffa in agguato potrebbe essere davvero questa: andare su Marte e trovare batteri che abbiamo portato noi, grazie all’invio di sonde e robottini. L’allarme è stato lanciato da André Debus, un esperto di protezione planetarie del Centro nazionale di studi spaziali francese. Secondo il suo rapporto (in corso d’analisi da parte della Nasa e dell’Esa), le precauzioni prese durante le varie missioni marziane, per evitare il pericolo di contaminare il pianeta con batteri terrestri, potrebbero essere insufficienti. Ad aggravare la questione ci si mette anche la probabile presenza d’acqua: insomma, i nostri bacilli avrebbero trovato tra le sabbie del pianeta rosso un ambiente meno ostico di quel che si supponeva e, forse, sono sopravvissuti. ”Molte delle pratiche messe in atto per evitare la contaminazione dei veicoli spaziali sono ormai superate dai nuovi dati scientifici”, si legge in un rapporto vergata dalla Nasa e dall’Esa, che chiedono un rafforzamento delle misure internazionali di prevenzioni. Secondo le specifiche della Commissione dell’Onu sulla ricerca spaziale (Cospar), ogni sonda che atterra su Marte non dovrebbe avere oltre 300 mila spore per metro quadrato, contro una media di 3 miliardi prima del processo di sterilizzazione. Ma come possono i batteri mantenersi vivi attraverso un viaggio nel vuoto e un atterraggio in pieno ambiente ostile? Grazie alla capacità di tramutarsi in spore. Quando la sopravvivenza di un batterio è compromessa, esso comincia a duplicare il suo patrimonio genetico, il Dna, lo introduce in una piccola sfera molto resistente (la spora). Questa spora contiene la copia perfetta del genoma e può resistere oltre un milione di anni nelle condizioni più proibitive. Quando l’ambiente torna ”amichevole”, la spora germina (come un seme) e riforma un batterio del tutto operativo. Per ironia della sorte, i primi marziani potrebbero giungere proprio dalla Terra!