Varie, 7 febbraio 2006
Tags : Gigi Galli
Galli Gigi
• Milano 13 gennaio 1973. Pilota di rally • «Voleva essere Alberto Tomba. Ore, giornate, settimane, mesi sulla neve. Con gli sci ai piedi e un sogno da alimentare anche quando era costretto a toglierseli. A scuola, ad esempio. Disegnando traiettorie sempre più ardite da provare poi a seguire nelle mille sfide con gli altri ragazzini. Anche con Giorgio Rocca, che alle medie occupava un banco non troppo lontano dal suo. ”Non me la cavavo per niente male” [...] I veterani del Fans Club, quelli che lo conoscono da sempre, confermano che era davvero bravo. ”Lo battevano in pochi”, sentenziano. Solo sulle piste di Livigno, però. Lontano da casa era un disastro. Una sola vittoria in trasferta, a Bormio. ” che in corriera e in auto stavo malissimo, arrivavo che ero uno straccio. A Bormio vinsi perché ci arrivai con gli sci: la prova era riuscita, ma quella non poteva essere la soluzione al problema”. Ancora qualche tentativo di sconfiggere il mal d’auto, poi la decisione di smettere di gareggiare: a 14 anni, l’età del motorino. Altre sfide, altri sogni. Pomeriggi e poi nottate in officina a elaborare il ”cinquantino” e il gioco che diventa lavoro. Di corse vere, ufficiali, con due o quattro ruote, manco a parlarne. ”Ogni tanto mi capitava di vederle in televisione, ma tutto finiva lì”, ricorda il livignasco. All’improvviso, la svolta. Uno svizzero va a sbattere e lascia la macchina semidistrutta a uno sfasciacarrozze valtellinese. Il ragazzo che si guadagna da vivere facendo il meccanico la vede e pensa che sarebbe bello acquistarla e sistemarla. La carrozzeria è da buttare, ma la meccanica pare a posto. Solo che i soldi per comperare quel che resta della Celica a trazione integrale e, soprattutto, i pezzi dacambiare non ci sono. E non è propriamente un dettaglio. Confessa adesso Galli: ”Non avevo proprio idea di dove trovarli e allora, una domenica pomeriggio di fine novembre, al bar, annuncio che ero in grado di costruire una Fiat Uno a quattro ruote motrici!”. Scommettiamo che? Un tipo davanti al bancone disse di sì, che ci stava: ”Io ci metto il capitale,ma se l’auto non è pronta prima della fine dell’inverno, me li rendi tutti”. Il tempo di finire il caffé e via, di corsa dal demolitore. Taglia, salda, allunga. Un lavoraccio. ”Nel fine settimana imiei amici andavano in discoteca o a sciare e io mi chiudevo in officina a lavorare. All’alba qualcuno arrivava con le brioches appena sfornate...”. Ai primi di gennaio, la prova del fuoco. Il primo test, la certezza di aver vinto la scommessa. ”Ero contento ma il patto prevedeva che sarebbe stato il finanziatore a usarla per primo. Invece quando glielo ricordai mi rispose che mi aveva iscritto a una gara sul ghiaccio”. A ricordarsi di quella Toyota con la carrozzeria di una Uno, in Valtellina sono in tanti. Fra loro, anche il direttore di gara di quel giorno di una dozzina di anni fa che, durante le qualifiche, non sapeva più cosa fare per stopparlo. Bandiera a scacchi, bandiera bianco- nera, bandiera nera: niente da fare. ”Certo-ammette Galli-che le vedevo, ma non avevo nessuna idea di cosa volessero dire e visto che mi stavo divertendo, continuavo a girare”. Da allora Galli non si è più fermato. Ha corso e vinto il Trofeo Cinquecento, ha frequentato il Campionato d’Europa, è stato protagonista nell’Italiano. Con in testa sempre e soltanto il Mondiale. Ogni anno un passo in avanti: dalla Mitsubishi Lancer Gruppo N alla Fiat Punto Super 1600 alla Lancer Wrc ufficiale. I primi piazzamenti, i primi punti. [...] il primo vero contratto da professionista per una stagione a tempo pieno con la Mitsubishi Motor Sports. [...]» (Guido Rancati, ”La Gazzetta dello Sport” 7/2/2006).