The New York Times La Repubblica 06/02/2006, pag.VII Nicholas Bakalar, 6 febbraio 2006
I ricercatori hanno quindi messo alla prova i Mundurukù con alcune cartine geografiche, e quelli, che non ne avevano mai vista una, erano in grado di servirsene per orientarsi nello spazio e per individuare oggetti nascosti
I ricercatori hanno quindi messo alla prova i Mundurukù con alcune cartine geografiche, e quelli, che non ne avevano mai vista una, erano in grado di servirsene per orientarsi nello spazio e per individuare oggetti nascosti. Gli indigeni sono stati in grado di usare la mappa per individuare gli oggetti nascosti, anche quando è stata presentata loro una cartina geografica con una diversa angolatura, così che sono stati costretti a girarla mentalmente per farle corrispondere quanto osservavano sul terreno davanti a loro. La teoria che la comprensione della geometria possa essere una qualità universale innata nell’essere umano risale addirittura a Platone. Nel dialogo di Meno, scritto da Platone intorno al 380 avanti Cristo, descrive Socrate che ottiene risposte esatte a quesiti di geometria posti a un giovane schiavo che non ha mai studiato in precedenza la materia. I Mundurukù confermano la teoria di Socrate cui i concetti basilari della geometria sono innati?