Elena Marco, La Stampa 6/2/2006 (riprende un’inchiesta di Newton, febbraio 2006), 6 febbraio 2006
(continua) "La vera rivoluzione di questa pillola è rappresentata dal suo bersaglio: le sostanze del nostro organismo coinvolte nel desiderio di qualcosa e nella sua soddisfazione, cioè gli endocannabinoidi (da cannabis, la canapa indiana)
(continua) "La vera rivoluzione di questa pillola è rappresentata dal suo bersaglio: le sostanze del nostro organismo coinvolte nel desiderio di qualcosa e nella sua soddisfazione, cioè gli endocannabinoidi (da cannabis, la canapa indiana). Gli endocannabinoidi si legano chimicamente ad altre strutture dell’organismo, dette recettori CB1, le stesse su cui agisce anche la cannabis, provocando così le sensazioni di piacere. Ma poiché si è scoperto che i fumatori di cannabis vengono presi anche da attacchi improvvisi di fame, gli scienziati hanno accertato che sono proprio i recettori CB1 i responsabili del senso di fame. La nuova molecola agisce, così, bloccando questi recettori. In questo modo rende più facile agli obesi controllarsi e resistere ai richiami del cibo, ma nello stesso tempo blocca nel loro organismo anche l’intero meccanismo desiderio-soddisfazione". Gli effetti collaterali si potranno tuttavia misurare soltanto col tempo.