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 2005  dicembre 31 Sabato calendario

Quel giorno insieme sul Britannia. Il Sole 24 Ore 31 dicembre 2005. "Ma quale riunione carbonara dei poteri forti internazionali! Fu un evento ufficiale come più non poteva essere"

Quel giorno insieme sul Britannia. Il Sole 24 Ore 31 dicembre 2005. "Ma quale riunione carbonara dei poteri forti internazionali! Fu un evento ufficiale come più non poteva essere". Pierleone Ottolenghi, sul Britannia, quel giorno c’era. E se lo ricorda bene. Talmente bene che si irrita un po’ quando - in questi giorni di rievocazioni dell’happening marittimo con Mario Draghi - viene dipinta come un evento segreto in cui si spartirono le privatizzazioni tra i potentati finanziari internazionali. Anche se chi organizzò l’evento fu un’istituzione privata inglese con un nome a dire il vero un po’ sospetto, British Invisibles, che poi è una associazione per promuovere l’export dei servizi, tra cui quelli bancari e assicurativi. "Il Britannia era a Palermo, la Regina in navigazione verso Malta si fermò per tre giorni e andò a deporre una corona di fiori a Capaci dove pochi giorni prima erano stati uccisi Giovanni Falcone e la moglie. Allora, approfittando della sosta italiana, il panfilo fu affittatto dall’organizzazione e pagato da 5-6 istituzioni finanziarie tra cui la mia banca" ricorda Ottolenghi, che era presidente della S.G. Warburg Italia. Lo scopo era illustrare l’esperienza delle privatizzazioni inglesi, la principale in Europa, a un paese che di lì a poco avrebbe avviato questo processo. "Draghi arrivò la mattina, fece la sua relazione e scese prima dell’avvio della crociera, cui parteciparono molti capi delle aziende pubbliche, accademici, politici". A fare da padrone di casa fu Sir Peter Barings, presidente dell’omonima banca allora definita "della Regina" (amministrava parte del patrimonio dei Windsor), che anni dopo praticamente fallì per il buco creato da un broker a Singapore e fu ceduta per una sterlina alla Ing. Altro importante banchiere d’affari presente era Van der Wyck, vice chairman della Warburg, oltre a un numero imprecisato di capi di legal firm e revisori della City. "Dopo di allora penso ci fu un effetto-Britannia. Il processo di privatizzazioni, che fino ad allora era stato oggetto solo di studi e approfondimenti, in effetti si mise in moto". Infatti pochi giorni dopo le vecchie holding di stato - Iri, Eni, Enel, Ina - furono trasformate in spa dal governo di Giuliano Amato, il ministro del Tesoro, Piero Barucci, elaborò un piano, a settembre furono annunciate le prime operazioni, a dicembre partirono. Ma chi salì sul Britannia ne beneficiò in modo sostanziale? "Non direi, gli affari furono fatti sulla base delle offerte e della presenza sul mercato. Noi come Warburg avemmo l’incarico di global coordinator per l’Imi e dopo per Autostrade, oltre a partecipare ad altre operazioni in veste di minor rilievo" sottolinea Ottolenghi, che oggi è senior advisor della Tamburi Associati. La giornata sul Britannia, quindi, servì, secondo Ottolenghi, per approcciare un tema che sarebbe diventato centrale per la politica economica italiana, e in effetti i tempi sembra proprio che furono azzeccati. "Ma ripeto, nessun segreto. Basta ricordare che durante la crociera, dopo che ebbero parlato 5-6 relatori, ci fu un intrattenimenmto musicale di una banda della Marina inglese, da tre elicotteri si lanciò un gruppo di paracadustisti della marina di Sua Maestà. Inoltre la nave era scortata da due cacciatorpediniere, che incrociarono con il Britannia davanti l’Argentario. A noi fu fatta visitare la nave, compresa la camera della Regina. Insomma, non mi pare proprio che si trattasse di un incontro super segreto". Ca.Mar.