Il Sole-24 Ore, 04/02/2006 Franco Cardini, 4 febbraio 2006
«Tra l’VIII e il IX secolo, gli iconoclasti - appoggiati anche da alcuni imperatori di Costantinopoli - hanno imperversato distruggendo gran parte di uno dei più bei patrimoni figurativi del mondo: e lo hanno fatto nel nome della purezza della fede e della necessità di non profanare il Divino conferendogli forme materiali
«Tra l’VIII e il IX secolo, gli iconoclasti - appoggiati anche da alcuni imperatori di Costantinopoli - hanno imperversato distruggendo gran parte di uno dei più bei patrimoni figurativi del mondo: e lo hanno fatto nel nome della purezza della fede e della necessità di non profanare il Divino conferendogli forme materiali. «Padre Michele Piccirillo, archeologo dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, ha scoperto negli ultimi quarant’anni un patrimonio prezioso e meraviglioso di mosaici tra Israele, Siria e Giordania: ma i volti delle figure umane di molti di essi risultano irrimediabilmente deturpati e distrutti. Non sono stati i musulmani a compiere tale scempio in odio alla fede cristiana: sono stati i cristianissimi cristiani iconoclasti, e l’hanno fatto nel nome della fede» (Franco Cardini)