La Repubblica, 04/02/2006 Angela Lano, 4 febbraio 2006
«’Al di là della sensibilità ferita, tutta questa vicenda è un grande tranello. Una manipolazione in piena regola, e i musulmani ci sono cascati completamente”
«’Al di là della sensibilità ferita, tutta questa vicenda è un grande tranello. Una manipolazione in piena regola, e i musulmani ci sono cascati completamente”. «Si spieghi meglio. «’Le prime vignette sono comparse a settembre, in Danimarca, e poi, periodicamente, anche su giornali di altri Paesi. Ora, a ridosso della vittoria di Hamas in Palestina, rispuntano di nuovo e suscitano reazioni a catena da parte islamica e da parte occidentale, quasi a voler sottolineare l’incompatibilità tra le due civiltà e, soprattutto, la distanza dei musulmani dai valori europei di modernità, progresso e libertà. Mi sembra, dunque, che siamo di fronte a una strategia precisa volta a screditare l’Islam e a farlo apparire, una volta ancora, un nemico. Per questa ragione i musulmani avrebbero dovuto tenere i toni abbassati. Avrebbero dovuto evitare di reagire”. Invece in Danimarca è stato proposto un boicottaggio dei prodotti locali... «’Sì, ma non sono tutti d’accordo. Molti fratelli danesi si sono opposti: chi vive e lavora in un Paese non può smettere di consumarne i prodotti. Che fa, non mangia? Il boicottaggio danneggia gli stessi musulmani”. «Niente boicottaggi, toni bassi, la sua linea diverge da quella della maggioranza dei musulmani... «’No. A fare tanto clamore è una minoranza, inconsapevolmente strumentalizzata. Tutta la vicenda è stata enormemente gonfiata. E poi, diciamocelo, non si può considerare la figura, amatissima, del Profeta come una bandiera da brandire e difendere. Tutti i giorni avvengono violazioni gravissime nei confronti di uomini e donne musulmane nella totale quiescenza o accettazione, senza che alcuno si ribelli. possibile che solo una bandiera scateni reazioni così viscerali? La difesa della figura del profeta Muhammad deve essere espressa attraverso comportamenti che seguano i criteri di saggezza, correttezza e pazienza che lui ci ha insegnato. Non si può giudicare una nazione soltanto da ciò che scrive un giornale. E tantomeno si può chiedere a un governo di censurare preventivamente articoli o vignette. Se si accerta che ledono i nostri diritti e la nostra dignità, ci si rivolge, successivamente, alla magistratura”» (Hamza Roberto Piccardo, segretario nazionale dell’Ucoii-Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia)