Jas Gawronski, ཿLa Stampa 2/4/2005, 2 aprile 2005
Legittimo. "...era legittimo combattere il sistema totalitario, ingiusto, che si definiva socialista o comunista
Legittimo. "...era legittimo combattere il sistema totalitario, ingiusto, che si definiva socialista o comunista. Ma è anche vero quello che dice Leone XIII, cioè che ci sono dei ”semi di verità” anche nel programma socialista. ovvio che questi semi non devono andare distrutti, non devono perdersi. Ci vuole oggi un confronto preciso e oggettivo, accompagnato da un vivo senso di discernimento. I fautori del capitalismo ad oltranza, in qualsiasi forma, tendono a misconoscere anche le cose buone realizzate dal comunismo: la lotta contro la disoccupazione, la preoccupazione per i poveri... Nel sistema del socialismo reale un eccessivo protezionismo dello Stato ha portato però anche dei frutti negativi. sparita l’iniziativa privata, si è diffusa l’inerzia e la passività. Ora, cambiato il sistema, la gente si è trovata senza esperienza, senza capacità di combattere in proprio, disabituata alla responsabilità personale. Al tempo stesso ci sono state anche delle persone intraprendenti che hanno subito dimostrato spirito di iniziativa economica, hanno saputo approfittare dell’iniziale sbandamento per arricchirsi, non sempre in maniera lecita e onesta. Gran parte di queste persone, per le ragioni che ho detto, sono membri dell’ex nomenclatura. Come si vede è molto difficile questo passaggio da un sistema all’altro. Anche i suoi costi sono molto alti: il dilagare della disoccupazione, della povertà e della miseria". A Riga, durante il suo viaggio nei Paesi Baltici, Lei ha detto che c’è un ”nocciolo di verità” nel marxismo: una dichiarazione che ha sorpreso. "Ma questa non è una novità. stato sempre un elemento della dottrina sociale della Chiesa, lo diceva anche Leone XIII e noi non possiamo che confermarlo. Del resto è anche quello che pensa la gente comune. Nel comunismo c’è stata una preoccupazione per il sociale, mentre il capitalismo è piuttosto individualista. Questa attenzione al sociale nei Paesi del socialismo reale, come ho accennato prima, ha avuto però un prezzo molto alto, pagato con un degrado in molti altri settori della vita dei cittadini". A Vilno, sempre durante il suo viaggio nei Paesi Baltici, a proposito dello scontro fra comunisti e opposizione, Lei ha detto: ”Né vinti né vincitori”, purché i vinti, cioè i comunisti, ricordino che bisogna espiare le proprie colpe e dimostrare una conversione sincera. In pratica ha detto no ai comunisti riciclati? "Sì, ho detto che devono convertirsi e fare i conti con il passato. Però è quello che non tutti vogliono fare né in Polonia né in altri Paesi". Santo Padre, glielo chiedo con grande umiltà, ma quando io La sento parlare così come adesso, ecco, non riesco a capire, non posso evitare di pensare che Lei sia più contrario al capitalismo che al comunismo. questa l’impressione che Lei vuole dare? "Io ripeto ciò che le ho detto finora e che è riassunto in un verso di un poeta polacco, Michiewicz: ”Non punire una spada cieca, ma piuttosto la mano”, cioè bisogna risalire alla causa dei fenomeni che viviamo. E secondo me, all’origine di numerosi gravi problemi sociali e umani che attualmente tormentano l’Europa e il mondo, si trovano anche le manifestazioni degenerate del capitalismo. Naturalmente il capitalismo odierno non è più quello dei tempi di Leone XIII. Esso è cambiato, ed è in buona parte merito anche del pensiero socialista. Il capitalismo oggi è diverso, ha introdotto degli ammortizzatori sociali, grazie all’azione dei sindacati. In alcuni Paesi del mondo, però, è rimasto nel suo stato ”selvaggio”, quasi come nel secolo scorso" (Giovanni Paolo II a Jas Gawronski).