Paolo Guzzanti, ཿil Giornale 2/4/2005, 2 aprile 2005
Uomo. "Questo era un uomo che conosceva l’amore, conosceva le cantine, conosceva le miniere, conosceva la palestra, conosceva la cospirazione, l’arresto, la paura, l’allenamento, la preghiera costante, la scalata delle montagne, conosceva lo sguardo dei bambini e dei giovani, era l’uomo che si presentava come un rivoluzionario a Parigi e chiamava i giovani proprio a fare la rivoluzione, come ai tempi del jolie mai, il bel maggio del 1968, stavolta non per fracassare le vetrine e dar fuoco alle auto, ma per praticare l’amore, elogiare l’amore
Uomo. "Questo era un uomo che conosceva l’amore, conosceva le cantine, conosceva le miniere, conosceva la palestra, conosceva la cospirazione, l’arresto, la paura, l’allenamento, la preghiera costante, la scalata delle montagne, conosceva lo sguardo dei bambini e dei giovani, era l’uomo che si presentava come un rivoluzionario a Parigi e chiamava i giovani proprio a fare la rivoluzione, come ai tempi del jolie mai, il bel maggio del 1968, stavolta non per fracassare le vetrine e dar fuoco alle auto, ma per praticare l’amore, elogiare l’amore. Molti giovani lo presero veramente in parola e in un raduno simile avvenuto a Roma, con pernottamento nei sacchi, si registrò anche un inatteso passaggio dalla teoria alla pratica e non risulta che il Papa, un ferreo sostenitore dell’unità e dell’indissolubilità della famiglia, avesse niente, ma proprio niente contro l’uso della più divina creatura del creato, che è appunto l’amore fisico" (Paolo Guzzanti).