Il Sole-24 Ore 04/02/2006, Franco Cardini, 4 febbraio 2006
«...in questo processo di laicizzazione, che è stato ovviamente anche di desacralizzazione, erano già impliciti per il Cristianesimo due valori di fondo
«...in questo processo di laicizzazione, che è stato ovviamente anche di desacralizzazione, erano già impliciti per il Cristianesimo due valori di fondo. Primo, esso era nato sì in un contesto, quello ebraico, che proibiva la raffigurazione delle immagini, ma si era sviluppato poi in ambiti pagani profondamente iconoduli, anzi ”idolatri” e se da un lato doveva essere combattuta, dall’altro le tradizioni precristiane dovevano in qualche modo venir recuperate, sia pure mutandone profondamente prospettive e significato. quel processo che gli antropologi definiscono ”d’acculturazione”. Secondo, e più importante: per l’ebraismo (e poi per l’Islam, che in questo come in tanti altri aspetti è molto simile ad esso) la raffigurazione divina è proibita non solo per evitare le tentazioni idolatre, ma anche perché la natura di Dio è totalmente diversa da quella dell’uomo. Dio è esattamente quel che Rudolf Otto definisce parlando del Sacro ganz Anderes, il ”totalmente Altro” rispetto all’uomo. Ma per il cristianesimo non è così: Gesù ”vero Dio e vero uomo” ha rivoluzionariamente immesso la natura umana nel contesto della sostanza divina. L’insanabile alterità Dio-Uomo, sulla quale si fonda il sacro, viene annullata nel Cristianesimo. Ciò riapre la possibilità, per i cristiani, di far quello che, su basi concettuali del tutto differenti, facevano i pagani: mostrare il volto di Dio» (Franco Cardini)