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 2006  febbraio 06 Lunedì calendario

Borowczyk Walerian

• Nato a Kwilicz (Polonia) il 21 ottobre 1923, morto a Parigi (Francia) il 5 febbraio 2006. Regista. «[...] Fece scandalo negli anni Settanta con i suoi film erotici e trasgressivi che indugiavano su masturbazioni e accoppiamenti di cavalli. La generazione che frequentava i cinema in quel periodo non può non ricordare film come La bestia, storia di una donna che la notte prima delle nozze ha un incubo erotico: una sua antenata, violentata da una specie di mostro, lo uccide sfinendolo di piacere. Il suo Racconti immorali è, già nel titolo, un manifesto dei temi prediletti dal regista. Etichettato come regista erotico, maestro della pornografia, Borowczyk ha in realtà un background colto e intellettuale. stato un artista polivalente, pittore, grafico, scrittore e soprattutto cineasta dell’erotismo, dotato, secondo André Breton, ”di una immaginazione folgorante”. Nato a Kwilcz, in Polonia, figlio di un pittore, frequenta l’Accademia di arte drammatica e comincia a occuparsi di film d’animazione caratterizzati da un innovativo segno grafico e da una tendenza al surrealismo. Trasferitosi in Francia realizza Les jeux des anges considerato il suo miglior film d’animazione. Nel ’68 debutta nelle riprese dal vero con Goto, l’isola dell´amore, parabola surrealista sull’avidità e sulla lussuria. Ma è negli anni Settanta che nei suoi film comincia a prevalere l’erotismo che farà di lui un regista maledetto in lotta con le censure dei vari paesi dove escono i suoi lavori. A Racconti immorali, del ’74, segue l’anno dopo La bestia che significativamente, almeno all’inizio, viene distribuito in Francia nelle sale a luci rosse. Dopo Il margine, del ’76, con Sylvia Kristel e Joe D’Alessandro, gira in Italia Interno in un convento, tratto da Stendhal, dove la fantasia di un gruppo di suore fa entrare il sesso nel monastero nella persona di un giovane uomo. Seguono titoli dove la combinazione tra la sensualità e la rivolta, tra l’amore e la morte, diventa sempre meno convincente. Il paladino della trasgressione conclude la sua carriera di regista nell’87 con La regina della notte, dove una prostituta è il carnefice e un intellettuale la sua vittima. Poi Walerian Borowczyk entra, per quasi vent’anni, nell’ombra» (Roberto Rombi, ”la Repubblica” 6/2/2006). « [...] il bellissimo mediometraggio La marea, da lui girato nel 1973 da un racconto di Pieyre de Mandiargues, in un incontro organizzato dal Torino Film Festival. Ma già allora non stava molto bene, era affaticato e rinunciò all’invito. [...] nato a Kwilcz in Polonia il 21 ottobre 1923 e trasferitosi a Parigi nel 1959, è stato un autore (più che un regista in senso stretto) che ha saputo utilizzare il cinema per dare corpo e immagine ai suoi sogni, alle sue fantasie surrealiste, al suo erotismo intellettuale, a un mondo personale in cui gli esseri umani, gli oggetti, gli ambienti costituiscono il tessuto connettivo di uno spettacolo originale, inconsueto, che si rivolge tanto alla intelligenza quanto alla sensibilità dello spettatore. Come si vide già in alcuni dei suoi primi cortometraggi, quali Renaissance (1963), Les jeux des anges (1964), Rosalie (1966), capolavori assoluti d’un cinema dell’oggetto, della ”crudeltà”, della crisi dei valori. E come si vide soprattutto nei primi lungometraggi, Théâtre de Monsieur et Madame Kabal (1967), Goto, l’île d’amour (1968), Blanche (1971), rappresentazione surreali d’un mondo che ha perduto il senso della realtà. Poi venero i film erotici, che ebbero successo più di pubblico che di critica, la maggior parte dei quali uscivano dagli schemi consueti e più ancora dai confini pornografici entro i quali spesso si racchiude il cinema cosiddetto erotico. Con I racconti immorali (1974) e soprattutto con Storia di un peccato (1975), girato in Polonia, meno forse con La bestia (1975), con Interno di un convento (1977), con Lulù (1980) e con altri film, Borowczyk ci ha lasciato un’immagine dell’eros complessa e semplice a un tempo, raffinata e naturale» (Gianni Rondolino, ”La Stampa” 6/2/2006).