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 2006  febbraio 03 Venerdì calendario

MAGLI

MAGLI Ida Roma 1925. Scrittrice e docente di Antropologia culturale all’Università di Roma, autrice di importanti saggi tra cui ricordiamo Gli uomini della penitenza, Alla scoperta di noi selvaggi, Gesù di Nazareth, Santa Teresa di Lisieux, Viaggio intorno all’uomo bianco, Storia laica delle donne religiose. Negli ultimi anni, da giornalista e pubblicista, si è occupata vieppiù di temi attuali e politici: Sulla dignità della donna (la violenza sulle donne, il pensiero di Wojtyla), Sesso e potere • « una donna, è antropologa, è appassionata. Le parole di Ida Magli risuonano da anni come profezie, come visioni che la collocano in uno spazio a sé. ”La mia è la fede nella libertà del pensiero: il fondamento dell’Occidente, il più grande germe contenuto nel cristianesimo. L’ideale sarebbe la religione di Gesù senza il potere della Chiesa. Non ho mai portato un crocifisso. Mi ha sempre fatto tanta pena, fin da quando mia madre mi accompagnava in chiesa. Mi terrorizzavano le cerimonie del Venerdì Santo, quando tutti gli altari e i paramenti si coprivano di viola. Pensavo: non voglio che qualcuno muoia per salvarmi, non sono io che ti ho messo sulla croce. C’è una bellissima frase, che lui dice degli ebrei del sinedrio che lo stanno condannando: non sanno quello che fanno. Uccidere un uomo che aveva dato loro la libertà dai riti... eliminare colui che aveva spezzato il meccanismo fondato sul codice del sacrificio, sul sistema delle mutilazioni, delle amputazioni punitive in caso di reati. Le religioni antiche prevedevano la continua sfida fra una vittima e un carnefice? E Gesù perdona i suoi assassini, sganciando se stesso e i cristiani dalle leggi del taglione. Erano bloccate dalla necessità reciproca della violenza, dei segni sul corpo, quei segni, come la circoncisione, ereditati dalle popolazioni africane che esibivano corpi e membri maschili? E Gesù crea il battesimo, l’acqua e la parola in sostituzione della incisione sul corpo, mettendo sullo stesso piano – alla nascita – uomo e donna. Ma fa anche di più: tutti i sacramenti sono paritari, per gli esseri umani. Anzi, il pane e il vino dell’eucarestia ammettono alla bevanda-simbolo del sangue le donne, che duemila anni fa ne erano escluse, fino alla vecchiaia, anche nelle aree controllate dai romani. proprio questa la grande missione terrena di Gesù, la sua rivoluzione moderna, quella che ha permesso all’Occidente di vivere la dimensione religiosa come uno slancio verso il progresso e la creatività e non come un freno. Il cristianesimo del Vangelo, a parte san Paolo e la sua prima Lettera ai Corinzi, in cui parla del silenzio delle mogli ubbidienti, da vero ebreo, è un lievito di cui ci nutriamo ancora oggi”. Ida Magli è un’antropologa culturale, una scienziata dei sistemi di pensiero complessi. Negli ultimi anni si è concentrata sullo studio dei condizionamenti religiosi sulle civiltà e gli Stati nazionali, ”perché non esiste cultura senza religione”. [...] Scrive da almeno quindici anni che l’Islam è un pericolo, che l’Europa è fragile. Le sue parole sono durissime: ”Dobbiamo limitare l’ingresso in Italia ai musulmani, oppure l’Italia sarà perduta. Dobbiamo difendere la nostra libertà di pensiero, le conquiste delle donne, dobbiamo ricordare la fatica che abbiamo fatto per difendere i nostri diritti: ma come, abbiamo appena cominciato ad emanciparci dai nostri veli, dalle nostre velette, e ammettiamo che si torni indietro di secoli? Sono spaventata. I simboli altrui non mi sembrano un problema grave. Piuttosto, corriamo il rischio che una politica e una Chiesa deboli cerchino una stampella nell’islamismo e ne approfittino per rimettere le donne indietro perfino a quella parità che ci concesse il Cristo venendo sulla Terra a dialogare con tutti, anche con le prostitute [...] Il potere sacro è infinitamente più forte di quello laico: tra un’investitura divina e una delega terrena c’è un abisso. Se davvero saremo costretti allo scontro di civiltà, saremo perdenti: non c’è carta dei valori che tenga insieme chi non vuole stare alle nostre regole. Noi, che non facciamo più figli, contro popoli che conquistano con la procreazione continenti come l’Africa... Non avremo scampo. Fra poco, so che non mi sbaglio, avremo un partito islamico in Italia, se non esiste già”. [...]» (Barbara Palombelli, ”Corriere della Sera” 20/11/2006).