Filippo Facci, il Giornale 1/2/2006, 1 febbraio 2006
Brutte ’Queste modelle sono semplicemente brutte. Lo sa chiunque vi abbia lavorato, le abbia viste dal vero, abbia percepito il saldo tra come appaiono di persona e come in immagine
Brutte ’Queste modelle sono semplicemente brutte. Lo sa chiunque vi abbia lavorato, le abbia viste dal vero, abbia percepito il saldo tra come appaiono di persona e come in immagine. Chi le seleziona è quasi sempre gay e aborrisce la femminilità. Chi le ha viste lo sa: sono degli appendiabiti, di una magrezza da lager, spigolose, con troppo spazio tra una coscia e l’altra. Agli uomini le modelle piacciono perlopiù vestite, come sinuoso genere di rappresentanza. Ma poi, distese, ne vedono le ossa, il bacino, fanno impressione. E sono le peggiori amanti possibili: troppo autoriflesse, appagate, non hanno niente da riscattare o liberare, niente da dimostrare, sono mezze androgine, hanno una vita così intrisa di sessualità che poi a letto giungono emotivamente scariche, come se la sera portassi una ballerina in discoteca” (Filippo Facci)