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 2006  febbraio 01 Mercoledì calendario

Elsa Maxwell la regina del gossip. Libero 1 febbraio 2006. In un mercatino romano, da bravo bibliofilo o, più modestamente, da vecchio topo ruspante nei banchetti dei libri usati, ho trovato - per un euro! - l’autobiografia di Elsa Maxwell: "Ho sposato il mondo", Longanesi editore, 1957

Elsa Maxwell la regina del gossip. Libero 1 febbraio 2006. In un mercatino romano, da bravo bibliofilo o, più modestamente, da vecchio topo ruspante nei banchetti dei libri usati, ho trovato - per un euro! - l’autobiografia di Elsa Maxwell: "Ho sposato il mondo", Longanesi editore, 1957. Desidero parlarvene perché è un gioiellino, pieno di aneddoti e di episodi divertenti: Elsa Maxwell è stata la più grande, straordinaria giornalista di gossip del secolo scorso. E ho il gusto un po’ perfido, ammetto, di riproporre allusivamente la Maxwell nella stagione spampanata e volgare dei Zequila e dei Pappalardo... Noblesse oblige! La vecchia Elsa, una grassona senza alcun fascino personale a parte il coinvolgente talento e la sua gioia di vivere golosamente, elettrizzata da una perenne curiosità, si affermò come una celebrità mondiale, snob e ricercatissima nella vita mondana, di altissimo livello, dagli Usa all’Europa. Ne scrivo con diletto perché questa atipica e discutibile esistenza, dedicata alle futilità, alle chiacchiere e al pettegolezzo, era tuttavia caratterizzata da una qualità invidiabile. Il piacere, quasi spirituale, di godersi la vita e farla godere agli altri, con una passione edonistica stabile, sfrenata, candida, priva di speculazioni nonostante le malignità (fu tormentata dall’accusa, ridicola, di essere una ricattatrice professionale), che non fossero legate alla sua avidità di sapere, scrivere, vivere, divertirsi. E il suo segreto era questo: inventare gli eventi mondani, organizzare ricevimenti con incredibile ingegno e diventarne protagonista e cronista. Si dirà: anche oggi, che so, Tiziana Rocca si muove più o meno così. Beh, con tutto l’affetto per Tiziana, mia carissima amica, il problema è che ai ricevimenti della Maxwell c’erano Clark Gable, Tyrone Power e Linda Christian, Darryl Zanuck e Jack Warner, Charles Feldman, principi e principesse, imprenditori miliardari famosi nel mondo... Per sublime contraddizione, Elsa non amava la ricchezza né i gioielli: aveva addirittura dimenticato da Cartier, per vent’anni, un pacchetto con due preziosi anelli che le aveva regalato la baronessa Eugene de Rothschild per un Natale. E quando, per l’onestà di un commesso, li recuperò, decise di donarli per beneficenza. Viveva da ottobre ad aprile al Waldorf Astoria di New York, poi si trasferiva al Ritz di Parigi e in Costa Azzurra. Conosceva vizi privati e virtù pubbliche, e ne scriveva, di Greta Garbo e Rita Hayworth, Freud ed Einstein, Salvador Dalì e l’Aga Khan, Charlot e Churchill... Terribile donna, con consapevolezza di sé e la cattiveria cinica di dirlo: «Non ho mai organizzato feste per persone sconosciute. Il mio vortice mondano era semplicemente una mia opera affettuosa a beneficio del piacere». Odiosa, ma affascinante. G.B Shaw la battezzò l’ottava meraviglia del mondo. Cesare Lanza