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 2005  marzo 04 Venerdì calendario

Una pallottola per eliminare il cowboy della finanza, Il manifesto, venerdì 4 marzo 2005 Edouard Stern, 50 anni, esponente del gotha finanziario mondiale, sia per nascita - era discendente di una famiglia di grandi banchieri ebrei arrivati in Francia dopo la Rivoluzione - che per riuscita personale, è stato trovato assassinato nel suo appartamento di Ginevra, martedì scorso verso le 13,30

Una pallottola per eliminare il cowboy della finanza, Il manifesto, venerdì 4 marzo 2005 Edouard Stern, 50 anni, esponente del gotha finanziario mondiale, sia per nascita - era discendente di una famiglia di grandi banchieri ebrei arrivati in Francia dopo la Rivoluzione - che per riuscita personale, è stato trovato assassinato nel suo appartamento di Ginevra, martedì scorso verso le 13,30. La giustizia svizzera rifiuta di dare troppe precisazioni sulle modalità del decesso, che imbarazza la Svizzera della finanza che «lava più bianco» e ama l’assoluta discrezione. Secondo la testimonianza della donna di servizio portoghese, che ha aperto la porta dell’appartamento di rue Adrien Lachenal martedì, su sollecitazione di tre collaboratori di Stern inquieti perché non l’avevano visto da troppo tempo, sarebbe stato assassinato con un’arma da fuoco. L’informazione è stata confermata ieri pomeriggio dalla polizia svizzera che ha precisato che non ci sono segni di scasso nell’appartamento. Il mondo finanziario internazionale si chiude nel silenzio, per proteggere post mortem uno dei suoi esponenti più controversi. Edouard Stern era stato per un momento - dal ’92 al ’97 - il delfino del suocero Michel David-Weill, padrone della banca Lazard, un’istituzione finanziaria nata nel 1848. In precedenza, a soli 22 anni, aveva sottratto al padre, Antoine Stern, il controllo della banca di famiglia, creando una frattura durata quindici anni e risanata soltanto sul letto di morte del genitore. «Senza fede né legge». Edouard Stern era considerato un cowboy della finanza, erede di una grande fortuna e al tempo stesso un uomo che amava dire che si era fatto da sè, che andava avanti a colpi di scena, «senza fede né legge», dice chi lo conosce. Ultimamente, Stern amministrava una società finanziaria di sua proprietà, la Real Returns, la cui sede era vicina all’appartamento ginevrino. Alcuni amici affermano che negli ultimi tempi si sentiva minacciato. Sotto voce, c’è chi parla di investimenti in Russia e in Europa dell’est, che avrebbero sfiorato troppo da vicino gli ambienti mafiosi e dove avrebbe perso molti soldi. Del resto, Stern era un mago dell’elusione fiscale, giocando con società finanziarie con sede legale nei paradisi fiscali, dal Lussemburgo alle isole Cayman. In Francia, gli ultimi investimenti noti di Edouard Stern sono nella società ottica Grand Optical o in quella chimica Rhodia. Ma c’è chi evoca anche una vita privata molto agitata, tra exploits sportivi e conquiste femminili. Era separato dalla moglie, Béatrice David-Weill, secondogenita del patron di Lazard, con cui si era sposato nell’83 e dai cui aveva avuto tre figli. L’ex moglie, che vive a New York, era attesa ieri a Ginevra. La vita da romanzo di Edouard Stern mette in scena tutta una rete di relazioni nelle «200 famiglie» che contano in Francia e nella finanza mondiale. Ultimamente, si era impantanato in una serie di cause giudiziarie contro grandi nomi dell’economia francese: aveva denunciato Jean-Marie Messier, ex presidente di Vivendi, ora in completa disgrazia, sulle modalità di vendita di Canal plus Technologies a Thomson, allora presieduta da Thierry Breton, l’ex presidente di France Telecom diventato da pochi giorni il nuovo ministro delle finanze francese in sostituzione dell’ex delfino di Chirac Hervé Gaymard, crollato per una storia di un appartamento lussuoso di 600 metri quadrati affittato a 14mila euro al mese a spese del contribuente. Edouard Stern era un giocatore della finanza, che amava i colpi di scena e le imprese rapide, che non aveva tempo per gli investimenti a lungo termine. Cintura nera di judo, amante di tutti i lussi, era però anche amico di artisti e scrittori, amava Rimbaud e Dumas. Era nato il 18 ottobre del ’54, da un padre grande banchiere e da una madre parente della dinastia dei Servan-Schreiber (a cui appartiene Jean-Jacques, tra i fondatori del settimanale ”L’Express” e del quotidiano economico ”Les Echos”, ex ministro autore di un libro che ha fatto molto parlare in Francia nel ’67, Le défi américain). Anche il padre amava il lusso e le imprese azzardate, al punto che la banca Stern sfiora il fallimento a metà degli anni ’70. A soli 22 anni, Edouard prende il suo destino in mano e porta via con un colpo di mano la gestione della banca di famiglia al padre Antoine. Il metodo è da filibustiere: si allea con il direttore generale della banca, François Cariès, per realizzare il putsch contro il padre, che non lo perdonerà mai, se non sul letto di morte. Negli anni ’80, si allea con uomini vicini alla politica. Uomo di potere, seduce nell’éntourage di Mitterrand, soprattutto tra personaggi del potere socialista caduti in disgrazia. Si allea con uomini d’affari che ancora oggi sono in primo piano: Philippe Jaffré, per esempio, ex direttore del Tesoro diventato uno tra gli alti dirigenti di società più pagati di Francia, che è stato anche presidente di Elf, viene reclutato da Stern per dirigere la banca salvata dal fallimento. Poi sarà la volta di Jean Peyrelevade, altro grande dirigente di società, che era stato direttore di gabinetto del primo ministro socialista Pierre Mauroy. Ma questi personaggi, promossi in seguito a un destino importante nelle alte sfere della gestione dell’economia francese, non bastano per radicare Edouard Stern nella banca di famiglia. Con un colpo di testa, nell’85, il giovane affarista vende l’eredità a dei libanesi. Ma solo per fondare un’altra banca, con lo stesso nome - Stern - che lancerà in raids più o meno riusciti per poi disfarsene, come nel primo caso: ma questa volta a favore della Societé des banques suisses. In soli quattro anni Edouard Stern, tra raid e vendite, accumula una fortuna valutata allora, nell’88, a 1,75 miliardi di franchi. Da qualche anno, dall’83, Edouard Stern era sposato con una delle figlie del banchiere Michel David-Weill, alla testa di un’altra potenza finanziaria internazionale, la banca Lazard. Il suocero gli propone di entrare nella società, Edouard Stern tergiversa fino al ’92. Il cowboy della finanza resterà pochi anni a boulevard Haussmann, sede della Lazard: solo fino al ’97, anno in cui viene fatto fuori dal suocero, che non sopporta le sue sfide e i suoi metodi, giudicati «da filibustiere» negli ambienti dell’alta finanza francese. Lui non aveva sopportato l’entrata nel consiglio di amministrazione di Anne Lauvergeon, ex vice-segretaria generale del presidente Mitterand (e ora alla testa di Areva, il nucleare francese). Apprezzato in America. Edouard Stern viaggia tra Parigi, Ginevra e New York ed è negli Stati Uniti che trova i maggiori consensi, e che i suoi metodi sbrigativi vengono più apprezzati. Sono anche gli anni della finanza facile, della mondializzazione che sembra permettere ogni colpo. Sono anni in cui la finanza francese è scossa dagli assalti della globalizzazione, che Edouard Stern cerca di sfruttare al meglio per i propri interessi immediati, senza costruire nulla di duraturo. Ma è l’aria dei tempi. Per farlo abbandonare Lazard, la vecchia istituzione sborsa 500 milioni di franchi, che andranno a finanziare un fondo di investimenti, l’Irr, gestito da Stern. Il banchiere si specializza nella mediazione d’affari. Diventa una potenza, al punto che è lui, da solo, che tratta per la banca Hsbc, la seconda del mondo, l’acquisizione del Crédit Commercial de France. All’inizio del nuovo secolo, continua l’attività di mediazione, negozia per l’Oréal (accordo con Nestlé in Gesparal). Entra nel consiglio di amministrazione della società chimica Rodhia, ma i suoi metodi non convincono e nell’aprile del 2003 viene fatto fuori anche da qui. Ieri sera, dopo la conferma della morte per assassinio con arma da fuoco, tutti gli interrogativi erano ancora aperti: la vita di Edouard Stern sembra emblematica delle derive della finanza mondializzata, erede di una famiglia che aveva fatto fortuna con la banca dopo la Rivoluzione, ben impiantata, finito nella speculazione fine a se stessa, con intrecci pericolosi negli ambienti della criminalità. Anna Maria Merlo