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 2005  febbraio 20 Domenica calendario

Guida al corteggiamento virtuale: se sei maschio, lascia perdere, Il Sole-24 Ore, domenica 20 febbraio 2005 Ogni novità che si rispetti porta con sé una leggenda metropolitana

Guida al corteggiamento virtuale: se sei maschio, lascia perdere, Il Sole-24 Ore, domenica 20 febbraio 2005 Ogni novità che si rispetti porta con sé una leggenda metropolitana. I siti Internet cui ci s’iscrive per trovare l’avventura, o l’anima gemella, non fanno eccezione. La leggenda metropolitana è questa. Un marito s’è accorto che la moglie frequenta uno di questi siti. Si è iscritto anche lui e l’ha stanata dietro un nickname. Indossata la stessa maschera virtuale, ovvero un soprannome, ha cominciato a mandarle messaggi sul sito. La conversazione è diventata sempre più intima. Finché la donna ha confessato di amare particolarmente quella pratica che Sandro Penna ha espresso in una breve poesia («m’inginocchio e ti prendo, anima sola / non è preghiera è peccato di gola»). Ma il pover’uomo non ha mai avuto quel beneficio. E cerca vendetta. è riuscito a ottenere il fatidico primo appuntamento, dopo la trafila telematica. La donna ha scelto un luogo pubblico, come consigliato sul sito, per evitare rischi. Un pubblico numeroso ha così potuto assistere alla scena. O meglio alla rissa. Le forze dell’ordine sono dovute intervenire. In tutta la loro novità, i siti per single o aspiranti fedifraghi ripetono gli schemi del pappagallismo italico. In teoria l’uomo ha gli stessi diritti della donna. In pratica le donne non pagano, gli uomini sì. Il meccanismo è questo. Ti puoi registrare anche gratis. Se vieni contattato da un utente abbonato puoi rispondere. La conseguenza, per la legge della domanda e dell’offerta, è che nessuna donna paga. E tutti i maschi si devono abbonare. O quasi. Ci sono uomini che sfruttano la possibilità di mandare messaggi gratis (ma poi non puoi neanche leggere la risposta) fornendo alla destinataria la propria e-mail in modo che la conversazione possa continuare via normale posta elettronica. Nel migliore dei casi vengono ignorati, altrimenti insultati. Uno che parte così è capace di fare alla romana alla prima cena. Pitocco, poveraccio: uno sfigato. E sfigato, anzi ”sficato” (come diceva il Vate che di solito era, sempre a suo dire, molto ”afficato”), nel senso letterale del termine, è destinato a restare. Ma quanto costa iscriversi a uno di questi siti dove navigano dalla commessa 18enne al manager 50enne, dall’operaia separata al giovane ricercatore? Cupid.it costa 16,80 euro per 30 giorni, 27,00 euro per 60 giorni, 39,60 euro per 90 giorni, 48,00 euro per 120 giorni. Mi sono registrato, senza abbonarmi. Il mio profilo è stato visitato da sei donne. Nessuna mi ha contattato. Ho provato a scrivere, due mi hanno risposto, ”animafragile” e ”asia777” (41 anni, slogan «aaa donna speciale cerca uomo speciale per rapimento reciproco»). Non erano abbonate e non ho potuto leggere il messaggio. Poi mi sono iscritto come donna. In un tempo molto inferiore a quello impiegato da uomo per ricevere nessun messaggio, ne ho ricevuti 27 (da ”umibozu999”, ”gregobobo”, ”supercraster”, ”wildman” e addirittura un ”torinocapitale”). E il mio profilo femminile è stato visitato da 126 persone. Un’amica, che ha anche messo la foto, sia pure su un altro sito, it.match.com, ha dovuto cancellarsi perché dopo due settimane era arrivata a circa 500 messaggi e anche perché grazie al sito ha trovato un uomo e la cancellazione è la tipica prova d’amore per chi s’incontra su questi siti. Sempre come donna, ho ricevuto un ”bacio virtuale”. Volendo, all’atto dell’iscrizione, si può rifiutare. Ma io non avevo barrato la casella. Ho cliccato sull’avviso ”bacio virtuale”, si è aperta una finestrella di attesa. Dopo qualche secondo sono comparsi due topini infiocchettati, con in mezzo una candela, le labbra (si fa per dire) dell’uno contro quelle dell’altra. Il rumore del bacio impiega altri secondi a giungere e ricorda quello della stagnola quando si accartoccia. Volendo è possibile riascoltare. Lo faccio. Aiuto, ho baciato un maschio, due volte, per di più un topo. Sulla quantità di messaggi, sia pure come donna virtuale, non devo farmi illusioni. Esiste un concorso di Cupid per gli utenti più attivi. I vincitori, la classifica essendo guidata da gente che viaggia intorno al migliaio di messaggi, avranno un abbonamento gratuito. Le funzioni di taglia e incolla del computer permettono di moltiplicare le offerte di conoscenza. L’utente ”Archeologo” infligge lo stesso primo messaggio a tutte: «Ciao sono un archeologo, ho ... anni e sono di Bari, anche se ora sto lavorando a Salerno e a Roma. Mi ritengo solare, deciso, passionale, sono single (mai sposato) da due anni. Non amo la gente che esagera e quella che fa i soliti squilli per non chiamarti o per non mandarti nemmeno un messaggio. Quindi... avrai capito che io amo la gente generosa, che sa donarsi...». E certo... La foto allegata non è compromettente. è un’illustrazione antica. Tra le foto maschili prevale la posa vacanziera. Un busto che emerge dal mare. Un busto che prende il sole su un lettino... I fisici, non certo sirenettistici, sconsiglierebbero l’esposizione in costume. Tra le donne prevalgono contesti fotografici intimistici. Primi cheek to cheek con un micio, un violoncello (trattasi di utente «delusa dagli uomini» che cerca «solo donne») e basta. Pianoforti sulla cui tastiera sedere... Una donna si presenta in un negozio, alle spalle un campionario di infissi. Evidentemente è sicura di sé ma non si capisce il motivo. Prevale comunque il desiderio di non adottare troppi infingimenti. Ci si presenta spesso per come si è. Spulciando profili maschili e femminili, sorprende che tutti dicono di bere raramente. Ma poi scopro che la casella alternativa da barrare registrandosi è «mai» o «assiduamente» che sarebbe a dire alcolista o astemio. Tra gli hobby, tra i passatempi casalinghi, c’è la scultura. Nientemeno. Antonio Armano