Andrea Scarpa Vanity Fair, 03/03/2005, 3 marzo 2005
Toto l’italiano è «letteralmente innamorato» del Cav., Vanity Fair, 3 marzo 2005 Inutile girarci intorno: Toto Cutugno, 61 anni, fra gli addetti ai lavori (e non solo) ha fama di gran rompiscatole
Toto l’italiano è «letteralmente innamorato» del Cav., Vanity Fair, 3 marzo 2005 Inutile girarci intorno: Toto Cutugno, 61 anni, fra gli addetti ai lavori (e non solo) ha fama di gran rompiscatole. Ma non è tutto: pur essendo autore e cantante italiano fra i più conosciuti e venduti al mondo, da molti viene considerato artista di serie B, razza ultra nazional-popolare. L’abbiamo incontrato a pochi giorni dal Festival di Sanremo dove, dal l° al 5 marzo, sarà in gara con Come noi nessuno al mondo (duetterà con Annalisa Minetti). Parola alla difesa, dunque. «Lo ammetto: il 50 per cento della mia cattiva reputazione è meritato. Sono sempre stato un po’ incazzoso. A un’offesa reagisco attaccando d’istinto, senza pensare. Ma in realtà sono un timido. Non mi va giù, però, che certa gente, soprattutto certa stampa, mi giudichi brutalmente, senza sapere niente di me». ’Le mamme”, ”Figli”, ”L’italiano”... I suoi pezzi, però, sembrano tutti un po’ ruffiani, o no? «No. La prima era una poesia dedicata a mia madre che avevo nel cassetto da 10 anni, la seconda l’ho scritta perché speravo di diventare papà e anche tutte le altre sono sempre state sincere e oneste. Se fossi stato un ruffiano avrei cercato di legare con certi critici. Ma non l’ho mai fatto e i rapporti non sono mai migliorati. Ma se qualcuno di loro avesse detto la verità ... ». E cioè? « semplice. Io, grazie al Signore, sono popolare perché ho scritto e cantato brani noti a livello internazionale. Ma sono anche l’unico che porta ancora in giro per il mondo la melodia mediterranea, visto che tutti scimmiottano gli americani». Confessi un peccato. «Dall’America alla Russia apprezzano e invidiano le mie melodie, ma i testi sono sempre stati debolucci. Sono un ragioniere, ma non sono istruito. Non ho il linguaggio di Sgarbi né di Bonolis. Se fossi stato più colto avrei scritto canzoni come quelle di Ivano Fossati, Paolo Conte e Francesco De Gregori, che adoro. E invidio. Ma non si può avere tutto dalla vita». Ha mai chiesto loro di collaborare? «Sì. L’ho fatto con Gaber, Battiato, Conte (per Vado a vivere in campagna, ndr), ma non hanno accettato. E così faccio da solo, ”arrivando” al cuore delle persone semplici. Mi va bene così. Non sono uno da salotti importanti». Nemmeno salotti politici? «Mai fatto un concerto per un partito. Ma ho le mie idee, è ovvio, e me le tengo». E quali sono? «Mi piace Berlusconi, lo conosco da anni e sono letteralmente innamorato di lui. Per me è un uomo straordinario. E basta». Se le chiedesse un sostegno pubblico per le Politiche del 2006, accetterebbe? «Non saprei dire di no. Come tutti, avrà fatto i suoi sbagli, ma mi piace. Pensi che io, all’estero, lo difendo sempre. Sa, quando, soprattutto in Francia e Germania, fanno gli spiritosi... Io mi incazzo, non ci sto. Lui è comunque il nostro premier». Una poltrona gliel’hanno mai offerta? «Sì, anni fa, Lamberto Dini. Ma non è roba per me. Mi sarebbe piaciuto fare qualcosa con la Siae, ma dovevo studiare troppo, non mi sono sentito all’altezza. E poi non credo ciecamente alla buona fede di chi, nel nostro ambiente, lo fa». Qual è il treno che non ha preso? «Nel ’78 frequentavo le figlie di Dino De Laurentiis e con loro andai a Bora Bora, dove Dino aveva comprato un villaggio per girare il film Uragano. Restai un mese e lui dopo un po’ mi offrì di curare con il figlio e il genero le edizioni musicali di tutti i suoi film. Rifiutai. Dovevo restare negli Usa sei mesi l’anno. Chissà come sarebbe stata la mia vita ...». Ma è vero che i russi volevano imbarcarla su una navicella nello spazio? «Sì. Nell’86 mi chiesero se ero disposto ad andare nello spazio, come cantante, assieme a un medico, un pittore, uno scienziato e altri rappresentanti di categoria. Dissi di sì. Ma l’addestramento era durissimo e dovevo pure smettere di fumare. Lasciai perdere». Perché piace così tanto ai russi? «Mi dicono che le mie melodie ricordano quelle del loro passato. Di più non so». E perché Ray Charles cambiò ”Gli amori” in quel celebre Sanremo del ’90? «Adesso le dico una cosa che pochi sanno: le versioni di quel pezzo le ho scritte tutte e due io. A Ray mandai quella che lui, poi, eseguì effettivamente al Festival. Io, invece, poco prima di andare in scena cambiai quattro battute (si mette a cantare le due versioni, ndr). La verità è questa». Ma Ray Charles disse di aver cambiato qualcosina qua e là... «Tutta roba mia». Fra i giovani con chi vorrebbe lavorare? «Tiziano Ferro. È fortissimo e mi piacerebbe tanto vedere che cosa uscirebbe fuori da un nostro incontro». Ha fatto tanta tv e poi più nulla: perché? «La televisione mi piace molto e mi è servita tanto per sciogliermi. Però mi ha anche rovinato». Nel senso? «Mi ha fatto montare la testa. Quando nel ’92 ho fatto ”Domenica in” a Napoli, con Alba Parietti, ero irriconoscibile: un idiota infinito, battevo sempre i pugni sul tavolo, urlavo a tutti che comandavo io. Insomma, ero odioso, insopportabile e con Alba ci mandavamo a quel paese ogni cinque minuti. Dopo un po’ mi hanno cacciato, uno così prima o poi la paga». Quando ha fatto retromarcia? «Stando a casa senza tv. Solo così ho capito quanto ero stato stronzo. Da allora, per 8 anni, sono finito in un dimenticatoio pazzesco. Poi sono tornato con piccole cose. E adesso ho un progetto per quattro serate su Raiuno. E anche un’altra idea con le forze armate. Di più non posso dire». E i concerti? «All’estero, mai smesso di farli. Anche in Siberia, dove sono appena stato». Di media quanti ne fa l’anno? «Trenta, quasi tutti all’estero. Costo caro e non ho bisogno di soldi, per fortuna». Ma quanti dischi ha venduto finora? «Come autore e cantante, più di 100 milioni. Mi creda, siamo in pochi ad aver raggiunto queste cifre, in Italia». vero che nel 2004 ha regalato una Bentley da 200 mila euro a una cantante russa, tale Svetlana Svietikova? «Ma le pare che io? Tutti quei soldi ...». Mai fatto follie per le donne? «Sono stato birichino, le adoro tutte. Peccato per i gay, non sanno quello che si perdono». Che cosa si aspetta da Sanremo? «L’ho vinto una volta e cinque sono arrivato secondo. Mi aspetto soltanto di regalare qualche emozione al pubblico». Sorprese? «No. Volevo portare sul palco i ragazzi di Maria De Filippi, ma prima di me ci aveva pensato Gigi D’Alessio. Spero di non avere sorprese spiacevoli, questo sì». Prego? «Spero che nessuno dica qualcosa sull’handicap di Annalisa e l’accosti a quello di Ray Charles. Sarebbe mostruoso». Celentano si è pentito di non aver inciso ”L’italiano”? «Credo di no. Quando gliela proposi, comunque, mi disse che non poteva accettare perché lui era già Celentano e non poteva essere così presuntuoso da presentarsi come italiano. Meglio così». Secondo lei ”RockPolitik” alla fine si farà? «Sì, sta solo giocando. Si diverte ...». Lo vede ancora? «No, ma il 6 gennaio gli ho fatto gli auguri per il compleanno tramite Gianni Bella». Che cosa è successo? «Ho litigato con la moglie». Perché? «Se spegne il registratore glielo dico». Non spengo. «Buonasera e grazie». Andrea Scarpa