Varie, 1 febbraio 2006
GALLINO Luciano
GALLINO Luciano Torino 15 maggio 1927. Sociologo. Tra i più autorevoli in Italia, ha contribuito all’istituzionalizzazione della disciplina nel secondo dopoguerra. È considerato uno dei maggiori esperti italiani del rapporto tra nuove tecnologie e formazione, nonché delle trasformazioni del mercato del lavoro. I suoi principali campi di ricerca sono la teoria dell’azione e teoria dell’attore sociale; le implicazioni sociali e culturali della scienza e della tecnologia • «La coerenza non è sempre una virtù, specie per un intellettuale. Ma quando riguarda la fedeltà all’anticonformismo, a quel gusto di andare sempre contro la moda dominante, è un valore prezioso e una merce rara. È questo, forse l’insegnamento più importante offerto non solo al mondo accademico, ma all’intera classe dirigente del nostro paese, da Luciano Gallino [...] Con Ferrarotti, negli anni del secondo dopoguerra, fu il fondatore e il divulgatore della sociologia in Italia, quando questa disciplina era misconosciuta e disprezzata dallo storicismo crociano e marxista, allora imperante nel nostro paese. Con Bobbio e Salvadori, sui primi numeri della rivista Mondoperaio, cercò di rompere l’ortodossia culturale comunista, tenacemente ostile a quelle novità “americane” che rischiavano di complicare il semplicismo rassicurante e conservatore di una analisi sociale ormai superata dalla realtà. Nei decenni successivi, quando l’epopea del “piccolo e bello” sembrava oscurare l’importanza fondamentale della grande azienda manifatturiera per il nostro sviluppo, ricordò che il cosiddetto declino italiano era dovuto, in gran parte, all’eclissi di quella industria nella struttura socioeconomica nazionale. Gallino insiste andando controcorrente anche oggi, quando la sinistra, per salvarsi dallo stato di profonda confusione ideologica, invece di ripensare i motivi profondi e nuovi che dovrebbero giustificare la sua presenza, crede di risolvere i suoi problemi limitandosi a scimmiottare gli slogan della destra. Così, il sociologo torinese non si unisce all’esaltazione della mobilità e precarietà del lavoro nella società contemporanea, non rinuncia a chiedere una moralità pubblica all’impresa e celebra i suoi ottanta anni con la pubblicazione di un nuovo suo libro, Tecnologia e democrazia, nel quale lancia un grido d’allarme sui rischi delle disparità di conoscenze tecniche e scientifiche fra i popoli del nostro mondo. [...]» (Luigi La Spina, “La Stampa” 21/6/2007) • «E se la cultura economica che domina la contemporaneità fosse esattamente ciò che diceva ironicamente John Maynard Keynes, il lascito di “scribacchini” già da tempo nella tomba, che condizionano post mortem l’azione dei governi senza che ci sia più un legame realistico fra le prescrizioni della teoria e le condizioni effettive della società? Chi ha questo dubbio, e guarda con diffidenza alle “ricette” neoliberiste più festose e diffuse, trova negli scritti di Luciano Gallino uno schietto antidoto intellettuale. Il sociologo torinese è infatti un contestatore puntiglioso della dogmatica economica vigente. E rimasto nella memoria di molti un suo saggio del 1998, Se tre milioni vi sembran pochi, che affrontava con spregiudicatezza il tema della disoccupazione, smontando numerosi feticci della retorica neoliberista. E anche [...] La scomparsa dell’Italia industriale e L’impresa irresponsabile, toccano alcuni punti nodali dello sviluppo dell’economia del nostro tempo, con un’attenzione meticolosa, intessuta di numeri e riscontri empirici, alla realtà italiana e alle semplificazioni della sua rappresentazione ideologica. [...]» (Edmondo Berselli, “la Repubblica” 1/2/2006).