Onda n. 6 4-10/02/2006, 10 febbraio 2006
Sogna di fare l’attore da quando è bambino, e per riuscirci ha sempre lavorato sodo. Marco Basile, 31 anni, siracusano di Noto, è tra i protagonisti della nuova serie de La squadra, nella difficile parte del cattivo
Sogna di fare l’attore da quando è bambino, e per riuscirci ha sempre lavorato sodo. Marco Basile, 31 anni, siracusano di Noto, è tra i protagonisti della nuova serie de La squadra, nella difficile parte del cattivo. Prima di questa interpretazione, però, ha preso parte alla fiction di Raidue Cuori Rubati, ha recitato nel film L’iguana di Catherine McGilvray ed è stato tra i concorrenti più significativi del reality La Fattoria. Descrivi il tuo personaggio ai telespettatori. «Interpreto la parte di un giovane camorrista, Vincenzo Matrone, braccio destro di un boss napoletano. è molto cattivo, un infame, un doppiogiochista molto astuto. Alle spalle ha una lunga esperienza nella malavita, dalle rapine agli scippi, dallo spaccio di droga agli omicidi. Insomma, un bel curriculum da balordo. Per questo non sopporta più di essere comandato e decide di intraprendere una strada personale, liberandosi dal controllo del boss. Di più non posso anticipare, per non svelare troppo ai telespettatori». Sei cattivo anche nella vita? «Assolutamente no, sono una persona normalissima. Nella vita sono l’esatto opposto del mio personaggio e per questo mi sono divertito molto nell’interpretare questo ruolo. Recitare la parte del cattivo è difficile, perché è più distante dalle proprie caratteristiche personali». Che tipo sei, allora? «Sono leale e testardo. Quando ritengo che una cosa sia giusta vado avanti senza indugi». Come sei diventato attore di fiction? «In un modo normale. Ho studiato molto, ho partecipato a diversi provini e sono stato scelto. Ma non sono stato raccomandato e non ho scomodato nessun amico». Hai partecipato alla Fattoria. Cosa ricordi di quel reality? «è stata un’esperienza personale, non professionale. Ho un ricordo positivo, è stata molto dura e difficile, ma interessante. In quell’occasione ho capito quanto è importante la libertà». Hai un consiglio da dare ai futuri concorrenti della Fattoria? «Devono vivere l’esperienza per quella che è, senza pensare a tutto quello che ruota attorno alla trasmissione. L’ho affrontata in questo modo, e alla fine sono diventato il personaggio più forte. Ad un certo punto, però, ho chiesto all’Italia se per favore mi rimandava a casa perché non ce la facevo più. E per fortuna gli italiani mi hanno ascoltato. Vivevo l’esperienza, per me non era importante stare davanti alle telecamere o vincere il reality». Cosa ti piace guardare in televisione? «Preferisco andare al cinema o al teatro. In tv seguo le fiction, come R.I.S. e Gente di mare, e più in generale tutte le serie dove ci sono buone storie e buoni attori». Progetti futuri? «Non voglio immaginare nulla. L’unica mia pretesa è di vivere la mia vita professionale in modo sereno. Non mi piace fare calcoli. Vivo alla giornata e mi dedico molto allo studio».