Giancarlo Dotto, 31 gennaio 2006
Il signore delle mosche: prove inconfutabili dell’esistenza di Satana, 13. La Smile Generation «Stai pisciando sull’albero sbagliato», gli avrebbe risposto fosse stato Al Pacino e amen, fine dei giochi
Il signore delle mosche: prove inconfutabili dell’esistenza di Satana, 13. La Smile Generation «Stai pisciando sull’albero sbagliato», gli avrebbe risposto fosse stato Al Pacino e amen, fine dei giochi. Essendo solo Antonio Giraudo, in mancanza di stile, si è limitato all’attacco di bile. Dalle nostre parti, fa sapere, c’è poco da ridere. Brutta storia. Lui, Lapo (ed io). Tutti presi per incantamento. Uno che si crede antipatico e l’altro che si crede simpatico. Lapo che confonde la vita e dunque il marketing con lo zucchero filato, Bambi con Boris Karloff o Mino Martinazzoli. Non esiste. Non resiste. Sbaglia albero, piscia ancora prima di esistere. Vuole uno smile sulla giacca di Giraudo. Ma si può? Uno che già sta incazzato di suo dalla nascita per tutte le volte che è transitato davanti a uno specchio e, ora che va per i sessanta, e tutte quelle vittorie, va bene in bianco e nero, può darsi dopate, ma pur sempre vittorie, deve pure sentirsi sbertucciare così da un giovane membro quanto vuoi autorevole, un pischello che a vent’anni tiene già la faccia che merita e lo esorta in pubblico allo smile. A lui e al suo compare, Lucky Luciano Moggi, che ogni tanto ci prova, ma l’unico smile che gli viene è quello dello squalo sazio che si è appena alzato da tavola. Lapo, devi scegliere una volta per sempre se vuoi essere il nipote di Agnelli e diventare maestro di style o il figlio di Elkann e invocare lo smile. Non basta sapere per certo che da qui a trent’anni, anno più anno meno, quando sarai anche tu un po’ a corto di smile, ripensandoci bene dirai apatico, come Achille Lollo dal Brasile: «Non era mia intenzione ferirlo a morte quel torvo sabaudo» e illudersi che sia un’attenuante. Sopra i cinquanta, se non sei Tony Dallara, lo smile è poco raccomandabile. Un ghigno demente. Una dose di cianuro. la faccenda che non si regge più in piedi. Quando scoppi di salute la malattia è cronica. Da giovane sei un cazzone, la disfatta è permanente. Da vecchio pure la disfatta è permanente, ma se ammazzi qualcuno almeno è per un motivo serio o perché è seria la tua patologia, irreversibile, consolidata. Se sudi o se piangi, ma anche se ridi, è perché c’è molto caldo o molto orrore. Hai le ore contate e l’ulcera ha fatto il suo lavoro. Insomma, il giorno che Giraudo ride c’è poco da ridere, ma molto di che allarmarsi. Cragnotti ha riso la prima volta dopo vent’anni la notte che, dopo averlo rapato a zero e chiuso a Regina Coeli in una cella sei per tre, lo hanno svegliato per capire se era vivo o morto. Cose che Lapo e la sua Smile Generation non possono capire. Non basta indossare una felpa. La coda del diavolo è lì che spunta anche nel bunker dislessico degli sms, nella preistoria dei pittogrammi, negli smiley che ti sorridono in tremila modi. Tremila volantini e valentini rossi. L’agguato è lì, matematico, alla portata di tutti. Non ci credete? Vi serve la prova inconfutabile numero 13? Provate a digitare sul vostro cellulare la parola ”ebraismo” in T9 automatico ed eccovi serviti. Giancarlo Dotto