varie, 31 gennaio 2006
LUBAMBA
LUBAMBA Sylvie Firenze 22 febbraio 1972. Genitori di origini congolesi, da Piero Chiambretti a ”Markette” si propone come la svaporata assai disponibile. Ha iniziato la sua carriera prima come indossatrice e in seguito ha partecipato a vari programmi televisivi: nel 1992, con la fascia di Miss Toscana ha preso parte al concorso di Miss Italia; nel 1998 era nel cast di Guida al campionato a fianco di Gene Gnocchi. Nel 2000 è stata ospite di Michele Cucuzza a La vita in diretta e nel 2001 è stata invitata da Gigi Marzullo nel suo programma notturno su Raiuno: Sottovoce. Nel 1995 ha recitato in Ivo il tardivo, per la regia di Alessandro Benvenuti e in Chiavi in mano, per la regia di Mariano Laurenti. Nel ’97 è stata diretta da Umberto Marino in Finalmente soli e nel 2001 ha interpretato il ruolo di Gloria nel film Fughe da fermo di Edoardo Nesi. Ha conquistato il pubblico grazie al suo fisico prorompente, alla sua esuberanza e alla sua inconfondibile risata. Chiambretti: «Lubamba consacrata da noi, poi abbandonata al suo destino...» (Maria Volpe, ”Corriere della Sera” 31/1/2006). «La pelle è d’ebano, e le curve traboccano, regolamentari. Però Sylvie Lubamba è l’altra faccia delle ragazze che ci tengono a stare in tv. Lei è diversa non solo perché va sul surreale in questo mondo dei giochini di ruolo nelle segrete stanze, ma anche perché bazzica la tv alternativa. Lanciata due anni fa da La7 in Markette, quest’anno è apparsa poco da Chiambretti per via dell’impegno a La Talpa (’Eh, i soldi son soldi”) [...] ”Quando ero davvero alla gavetta, ho recepito espressioni del tipo: ’Se si vuol avere bisogna dare"’. Non ho mai detto un secco no, ma non sono mai andata oltre la cena o l’aperitivo. Però neanche ho mai avuto preconcetti sugli inviti: era anche un modo per capire il mondo in cui si muovevano. Solo che la mia allegria spaventa gli uomini [...] un’arma a doppio taglio. Il mio genere attrae se non sono fidanzata o compagna, ma solo amica [...] Il gossip a me non piace: sono uscita con diverse persone a cena ma non ho mai chiamato il fotografo, come fanno tutte [...]”» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 10/7/2006).