Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  gennaio 31 Martedì calendario

Handal Schafik

• Nato a Usulután (El Salvador) il 13 ottobre 1930, morto il 24 gennaio 2006. Politico. «[...] leader storico del Partito comunista salvadoregno, comandante guerrigliero e [...] capogruppo al parlamento del Fronte Farabundo Martì (Fmln, oggi partito politico). La sua vita si è intrecciata indissolubilmente con la storia del suo paese. Figlio di emigranti palestinesi (nativi di Betlemme) Schafik partecipa già da studente nel 1944 allo sciopero bianco che rovescerà il dittatore generale Maximiliano Hernandez (responsabile del massacro di decine di migliaia di contadini, fra cui Farabundo Martì, fondatore d el Pc salvadoregno). Si iscrive subito al partito che, nello stile dei Pc latinoamericani, persegue la presa del potere per via democratica. Ma i sanguinosi regimi militari costringono ben presto i più a intraprendere la lotta armata: fra essi Cayetano Carpio, segretario del Pcs, che con una scissione darà vita nei primi anni Settanta all’organizzazione guerrigliera Fpl, la più consistente del Salvador. Schafik gli succede alla guida del partito e si ostina nelle dispute elettorali. Ma dopo due trionfi (in alleanza con la Democrazia cristiana di Napoleon Duarte) scippatigli dai militari, porta nel 1980 il Pcs in armi tra le fila della guerriglia del Fmln. Durante la guerra di liberazione il Pcs supplisce alle proprie ridotte dimensioni (rispetto alle due forze principali, Fpl e Erp) con clamorose e discusse azioni urbane, come il sequestro della figlia del presidente Duarte, che si concluderà con uno spettacolare scambio di prigionieri e feriti di guerra. Alla fine Schafik diventa il capo negoziatore della guerriglia negli accordi di pace siglati (con l’esercito e la destra di ”Arena” al governo) alla mezzanotte del 31 dicembre 1991, attimi prima che il mediatore Perez de Cuellar lasciasse la segreteria dell’Onu. La guerra civile finiva pari e patta nonostante l’enorme appoggio militare degli Stati uniti che avevano convertito El Salvador nel laboratorio di ”contrainsurgencia” più sofisticato dai tempi del Vietnam. Mentre il successo politico-diplomatico della guerriglia era fuori discussione. [...] Schafik Handal è stato il protagonista di tutta questa fase post-bellica dove si è imposto alla leadership del partito Fmln senza preoccuparsi dei pezzi che perdeva, sacrificati in nome di un’esasperata ortodossia; con gli elettori salvadoregni che alle elezioni municipali premiavano ogni volta la sinistra nell’amministrazione delle principali città (fino a farla diventare partito di maggioranza relativa in parlamento), ma che puntualmente poi alle presidenziali sceglievano la destra di ”Arena”. Comprese le ultime elezioni del 2004, dove un ostinatissimo Schafik ha voluto candidarsi a tutti i costi per la sinistra (perdendo nettamente) dopo aver estromesso il candidato naturale del Fmln, Hector Silva (per due volte di seguito eccellente sindaco di San Salvador), peraltro nettamente in testa nei sondaggi e aperto ad un’alleanza con i moderati» (’il manifesto” 29/1/2006).