Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2006  gennaio 23 Lunedì calendario

Anno III - Centoduesima settimanaDal 16 al 23 gennaio 2006Bin Laden. Un’audiocassetta recapitata ad Al Jazira, che ne ha trasmesso alcuni brani, mostra che Bin Laden è vivo: la Cia ha confermato che la voce (la ”vocina”) è la sua

Anno III - Centoduesima settimana
Dal 16 al 23 gennaio 2006

Bin Laden. Un’audiocassetta recapitata ad Al Jazira, che ne ha trasmesso alcuni brani, mostra che Bin Laden è vivo: la Cia ha confermato che la voce (la ”vocina”) è la sua. La registrazione è di circa un mese fa. Bin Laden parla agli americani e propone un lungo armistizio, che consenta di ricostruire l’Iraq e l’Afghanistan distrutti dalla guerra. ”Non è per le vostre difese che non abbiamo portato nuovi attacchi in America: li stiamo preparando”. Definisce ”maledetti” Bush, Cheney, Rumsfeld e Wolfowitz, invita a leggere il libro ”Stato canaglia”, scritto da ”un americano anti-imperialista”, William Blum. Il messaggio non ha influenzato le Borse e non ha indotto i servizi di sicurezza Usa ad innalzare il livello di allerta (che resta giallo, cioè - diciamo - medio). Su Amazon il libro di Blum è passato dalla duecentesima alla ventiseiesima posizione. Il nostro ministro Antonio Martino ha detto che ci ritireremo a dicembre.

Iraq. Venerdì 20 gennaio sono stati resi noti i risultati ufficiali delle elezioni del 15 dicembre in Iraq. Gli sciiti hanno 128 seggi (dieci in meno della maggioranza assoluta), i curdi 53, i sunniti 44, che però diventano 55 se si sommano ai quelli di Dialogo Nazionale, i sunniti estremisti che non vogliono accordi con le altre etnie. A sciiti e curdi insieme - 181 seggi su 275 - mancano solo tre voti per avere la maggioranza del 66,66% che serve a eleggere il presidente. I sunniti non hanno evidentemente spazio per emendare la costituzione che concede a sciiti e curdi il controllo del petrolio a loro discapito (i sunniti sono il popolo di Saddam).

Kosovo. Problemi in Kosovo, dove il presidente Ibrahim Rugova, un eroe nazionale che non s’è mai mescolato con le bande di assassini in circolazione da quelle parti, è morto a 61 anni per un cancro. Rugova era soprannominato il Gandhi di Pristina. La successione si gioca tra affaristi, criminali di guerra, palazzinari con villa in Svizzera, ecc.

Portogallo. In Portogallo, essendo la sinistra divisa in cinque partiti, è diventato presidente al primo turno elettorale Anibal Cavaco Silva, 66 anni, candidato della destra, economista e da giovane campione dei 110 a ostacoli. E’ il primo presidente di destra dal tempo della rivoluzione dei garofani. Il paese è in crisi, il numero dei disoccupati è raddoppiato, è possibile che Cavaco mandi a casa l’attuale governo socialista, sciolga il Parlamento e indìca nuove elezioni.

Metalmeccanici. In cambio di un contratto che dura sei mesi in più (fino a giugno 2007), gli industriali hanno concesso ai metalmeccanici 100 euro di aumento al mese, da distribuire in tre tranches (60 euro adesso, 25 dal primo ottobre, 15 dal primo marzo 2007). Alla firma si è arrivati dopo una serie di gravi blocchi stradali e ferroviari, il che ha fatto dire agli osservatori: se si chiude un contratto per problemi di ordine pubblico, il contratto non funziona. Infatti è sul tavolo adesso la questione della ”forma contrattuale”: ha senso continuare con uno strumento - il contratto nazionale di lavoro uguale per tutti - molto vecchio, che si limita a garantire un minimo salariale tenendo insieme sistemi di lavoro, condizioni territoriali, segmenti di mercato, problematiche globali totalmente diversi? Persino in Cgil molti pensano che ”così non si può andare avanti”. E tuttavia: come consentire ai ministri di Berlusconi di fregiarsi di una riforma tanto importante? Si rinvia la questione da almeno due anni, la affronterà il prossimo governo, se non sarà troppo nemico di Cgil, Cisl e Uil.

Alitalia. Alitalia è di nuovo nei guai per lo sciopero dei reparti manutenzione, i tecnici che ispezionano gli aerei appena atterrati. Cgil, Cisl e Uil non vogliono che la manutenzione sia affidata all’esterno e sia pure con una procedura super-garantista come quella prevista: passaggio graduale a un’azienda pubblica e da questa più tardi a un’azienda privata cui l’Alitalia assicurerebbe un contratto di almeno cinque anni. Stesso criterio per il resto del personale non volante, cioè amministrazione, informatici, servizi di terra vari, ecc. Questa procedura, che non mette in pericolo il posto di nessuno, condannerebbe però a morte il sindacato, dato che i lavoratori sarebbero distribuiti tra aziende diverse. Come accade sempre più spesso, perciò, lo sciopero è in difesa della sopravvivenza dell’organizzazione, non importa se questa serva a qualcosa o no. Senonché l’Alitalia è riuscita da poco a mandare a buon fine il suo aumento di capitale: un miliardo di euro messi in cassa, lo Stato sotto il 50 per cento, i privati dentro. Che succederà se questo recupero abbastanza sorprendente di credibilità e soldi verrà dilapidato da una nuova ripresa delle agitazioni?

Berlusconi. Apparizioni televisive di Berlusconi la settimana scorsa: martedì 17 gennaio, telefonata a Ballarò; mercoledì 18 gennaio, ospite a Unomattina; mercoledì 18 gennaio, telefonata a Isoradio, il canale pubblico che informa gli automobilisti sulle condizioni del traffico (il premier parla di frequenze e delle 40 minacce di morte ricevute, l’intervistatore è Riccardo Berti, quello che faceva fino a pochi giorni fa Batti e ribatti su Raiuno), venerdì 20 gennaio, a Matrix con Rutelli (tre ore e passa di dibattito abbastanza vago e in punta di forchetta, share del 32 per cento); sabato 21 gennaio, replica del Matrix del giorno precedente in prima serata su Italiauno (intanto Rutelli, che era d’accordo sulla replica, andava da Fazio su Raitre). A un certo punto Ciampi ha ammonito di non abusare della tv e di vigilare perché vi sia parità di presenza in tutte le trasmissioni.

Appello. Ciampi ha effettivamente respinto la legge Pecorella, quella che toglie all’accusa la possibilità di appellarsi contro l’assoluzione degli imputati, e la Camera dovrà adesso riesaminarla e ripresentargliela, emendata o meno. La seconda volta Ciampi non potrà che firmare. Il problema è che le Camere stanno per chiudere e non ci sarebbe il tempo. A meno che non si aderisca all’idea di Berlusconi di prolungare la vita di questo Parlamento di quindici giorni (questo gli consentirebbe di ritardare l’entrata in funzione della legge sulla par condicio e quindi di continuare ad apparire in tv fino a metà febbraio) oppure che i costituzionalisti non trovino il cavillo che consente di far lavorare comunque un Parlamento chiuso, per l’esame di una legge che il Quirinale ha respinto, non per sua colpa, in extremis. Ciampi, per inciso, è contrario a rinviare la chiusura del Parlamento. Quanto al merito della legge Pecorella, alle osservazioni critiche che riassumevamo la settimana scorsa (le parti devono essere pari, consentire l’appello solo alla difesa dà a questa un vantaggio improprio), vanno contrapposti gli argomenti di chi la legge la difende: primo, poiché si deve essere condannati al di là di ogni ragionevole dubbio, l’assoluzione da parte di una giuria mette in luce che almeno un ragionevole dubbio esiste; secondo, la parità delle parti deve essere garantita nel dibattimento e non altrove, e la legge nulla innova relativamente a questa fase. L’onorevole diessino Vincenzo Siniscalchi, avvocato di grido e presidente della giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, ha detto che il principio è giusto per le assoluzioni piene, non per le assoluzione mezze, come l’insufficienza di prove. ”Alla destra gliel’avevamo detto, ma loro hanno esagerato come al solito”.

Balena. Ressa sui ponti e sulle rive del Tamigi venerdì 20 e sabato 21 gennaio: un iperodonte dal rostro, cioè una balena di circa 6 metri, stava risalendo il fiume, tra gli applausi di una folla assai numerosa, migliaia di scatti fotografici, gite di famiglia con bambini per assistere allo spettacolo, televisioni collegate, indici d’ascolto stratosferici e, molto presto, ansia: se la balena aveva abbandonato il mare e stava attraversando la città, voleva dire che non stava bene. Infatti sabato alle 13, giunta a Battersea, s’è arenata. E gli uomini - che le dànno la caccia in tutto il mondo e ovunque cercano di ammazzarla - qui le hanno infilato sotto la pancia dei cuscini, cioè dei galleggianti gonfiabili, l’hanno issata su una chiatta del Comune e hanno preso a trainarla verso l’estuario, carezzandola perché non avesse paura, spruzzandole addosso acqua perché non si disidratasse e parlandole piano per farle coraggio. Ogni due ore Tony Woodley riferiva in tv un bollettino medico, la cui sostanza era sempre: ”Non va bene, purtroppo”. Le sono state fatte iniezioni di antibiotici, ma inutilmente. Verso le 19 di sabato, dopo qualche convulsione, la balena è morta senza rivedere il mare.

Grande Fratello. Polemiche per la sesta edizione del Grande Fratello, che ha comunque avuto un bel successo d’ascolto (36,77 per cento di share). L’ultimo degli ammessi è Augusto De Megni, 25 anni, che nel 1990 fu rapito dall’Anonima sarda e tenuto in una buca per 111 giorni. Contro chi l’hanno messo gli organizzatori del televoto finale? Contro un innocente ragazzo di Santa Maria Coghinas, 1500 anime in provincia di Sassari. De Megni ha vinto, l’astuzia degli autori non è piaciuta. Apprezzamenti per la nuova conduttrice, Alessia Marcuzzi, sostituita alle Iene dalla Cristina Chiabotto di Ballando con le stelle e, soprattutto, dell’uccellino di Del Piero.

Celentano. Celentano: ”Ma tu Chiambretti oltre che essere stupido sei anche scorretto. Prendi uno che imita la mia voce, gli fai dire delle stronzate senza capo né coda badando a non dichiarare (ed è qui la tua malafede), che si tratta di un imitatore”. stata annunciata querela.
Anno III -