27 gennaio 2006
APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 30 GENNAIO 2006
Francesco Bisceglia, più noto come frate Fedele, è nato a Laurignano, sud di Cosenza, il 6 novembre 1937. Primo di quattro fratelli, a cinque anni perse la madre, vittima di una polmonite. Il padre emigrò in Canada, lui finì in convento. [1] «Mi ci avevano portato perché non sapevano dove sbattermi: mi ci sono trovato bene e non me ne sono più andato». Attratto dalla figura di San Francesco d’Assisi, a soli 13 anni decise di far parte dell’ordine francescano. Dopo il noviziato andò Napoli per laurearsi in teologia. Nel ’64, a 27 anni, fu ordinato sacerdote. La sua intelligenza, pronta e aperta, non sfuggì ai superiori, che lo mandarono all’Università Lateranense, dove si laureò anche in lettere e filosofia. Più in là negli anni, arrivò pure la terza laurea, in medicina, «per curare i disperati dell’Africa». [2]
Di ritorno in Calabria, fra’ Fedele iniziò la carriera di parroco, nella frazioncina di Acri. Fece costruire il campo sportivo, l’asilo e la chiesa. Quindi, davanti ai tanti no della burocrazia, avviò uno sciopero della fame per ottenere acqua e luce. Li ottenne, e per quella gente diventò un eroe.. Cristiano Gatti: «Siamo agli anni Ottanta. La figura di Padre Fedele giganteggia. Trasferito a Cosenza, diventa segretario delle Missioni estere. Comincia un’intensa spola con gli angoli più disperati del pianeta. Fonda chiese, scuole, ospedali. Un po’ Machiavelli della fede, per rastrellare fondi non si ferma davanti a nulla. Gli riesce persino di abbinare al lavoro nelle missioni un singolare apostolato nelle curve degli ultras». [3] Marco Imarisio: «Nell’immediato dopopartita Bruno ”Maciste” Bolchi, un uomo che nel calcio credeva di averle viste tutte, scuoteva la testa incredulo. ”A che punto siamo arrivati - disse ai giornalisti -. Sono stato preso di mira da un ultrà travestito da frate. Ma vi rendete conto?”. Marzo 1983, e l’allenatore del Bari che aveva appena espugnato il campo del Cosenza, senza volerlo introduceva all’Italia intera un nuovo personaggio». Memorabile l’incipit del suo discorso di apertura dei lavori al primo convegno nazionale degli ultrà: «Ragazzi, basta casino o vi prendo a mazzate». [4]
Da allora, una quantità notevole di interviste e apparizioni nei salotti Rai e Mediaset, due libri, tre documentari, decine di iniziative benefiche «sempre in favor di telecamera». Imarisio: «Don Fedele ha sempre saputo di avere una faccia commestibile, e l’ha usata come passe-partout per generare quella simpatia umana destinata poi a sfociare in un gesto di solidarietà che lui avrebbe fatto fruttare nelle zone più povere e difficili dell’Africa». [4] Nel novembre del ’94 fra’ Fedele divenne definitivamente famoso comparendo in curva al Rigamonti di Como al fianco della pornostar Luana Borgia: «Lei è una star del porno, io sono una star dello spirito». Gatti: «Esibendo lo striscione ”No alla violenza, sì all’amore”, Padre Fedele fornisce ulteriori spiegazioni: ”Io mi batto per scongiurare le violenze tra tifosi. Luana non è il demonio: è una sorella peccatrice, come tutti”. Gli fanno notare: passa più ore svestita che vestita. Risponde mansueto: ”C’è in giro gente che sta coperta, ma è molto peggio di Luana. Oltre tutto io sono medico: non sarà una coscia o un seno nudo a farmi impressione...”». [3]
L’attitudine francescana lo porta a scontrarsi con ogni forma di autorità. Marco Sodano: «Non è persona facile, lavora per conto di Dio e a Dio rende conto: per gli altri sono parole brusche - se gli vai contro - o dolci, ma allora devi essere disposto ad aiutarlo davvero, una mano sul cuore e l’altra sul portafogli. A meno che non rientri nella categoria a cui Padre Fedele dà tutto: i disperati». [5] Imarisio: «Quando decide di realizzare un centro per ragazze madri, il Comune gli nega l’autorizzazione. Per protesta, padre Fedele trascorre mesi a dormire sotto ad un ponte». [4] Gatti: «Infine, il grande sogno: l’Oasi Francescana. Un centro per ospitare derelitti di tutte le razze e di tutte le età. Progetto grandioso, prima pietra nel 2001. Un paio d’anni più tardi, sommerso dai debiti, Padre Fedele finisce per protesta a dormire sotto i ponti, come un Francesco vero. Chiede aiuto, implora sostegni economici per l’Oasi. La sua grande opera, di carità. Ma è proprio qui, dopo la denuncia di una giovane suora, che i gendarmi lo vengono a prelevare in una fredda mattinata di gennaio. Come ha detto una volta, più si va all’inferno e più si conosce il paradiso. Chissà se riesce ancora a pensarla così». [3]
La settimana scorsa fra’ Fedele è stato arrestato dagli uomini della Squadra mobile di Cosenza su ordine del giudice per le indagini preliminari. Accusa: «violenza sessuale, singola e di gruppo» ai danni di una suora tra le mura dell’Oasi Francescana. [6] La presunta vittima (sui quarant’anni) ha raccontato che la prima volta la fece «entrare nella sua stanza con la forza. Erano poche ore prima che padre Fedele partisse per l’Africa». La seconda, «il giorno successivo al suo rientro». La terza, «era il giorno prima del suo onomastico». La quarta «era il compleanno di mia madre». [7]
Il primo dei cinque episodi denunciati da suor T. sarebbe avvenuto «il 28 febbraio o il 1° marzo» del 2005. Padre Fedele era in partenza per una missione in Africa. La suora bussò alla porta della sua stanza per portargli il pranzo, ma «l’indagato la strattonò e buttò la donna su un lettino, quindi si tolse il saio, strappò i vestiti della religiosa e la picchiò» prima di violentarla. «Attenta a quello che dici, sono amico di un mafioso»; secondo presunto stupro il 29 marzo: violenza di gruppo, questa volta, a cui avrebbero partecipato, oltre a lui, il suo più stretto collaboratore, Antonello Gaudio, anch’egli arrestato, e una misteriosa «terza persona presentata come il giudice Caruso». Suor T., drogata «con una pillola che le impedì ogni resistenza» e costretta a pose oscene, sarebbe anche stata filmata (del video, però, non c’è traccia). [8]
Terzo episodio il 23 aprile: la religiosa, «imbavagliata e legata al letto», è costretta a subire altre violenze a cui partecipa un altro sconosciuto: «Ha pagato 160 mila euro», le dice padre Fedele; stessa storia al quarto stupro, con il misterioso personaggio che avrebbe pagato «100 mila euro». Ultimo abuso a giugno 2005 nell’ambulatorio del centro di accoglienza: «Padre Fedele - racconta la suora - ha celebrato la messa all’Oasi, nel corso della quale, essendosi ubriacato, urlava, ci invitava a far suonare le campane e a spegnere le luci». Sarebbe stato allora che, «attirata nello studio medico», suor T. fu fatta «sdraiare sul lettino ginecologico» e violentata. [8]
Alcuni giorni dopo, «padre Fedele e Gaudio, le danno una pasticca», nel tentativo di «spingere la suora a uccidersi, a lanciarsi dall’ultimo piano dell’Oasi» perché, annota la polizia, «sapeva troppo e aveva visto troppo». A salvarla, sarebbe stato «l’imprevisto arrivo di un ospite della casa». Per fortuna la religiosa sarebbe stata trasferita a Roma, dove «ha trovato la forza di confidarsi con la madre superiora» che l’avrebbe convinta a denunciare l’accaduto. Il 19 gennaio gli investigatori hanno sollecitato la Procura ad accelerare i tempi, dal momento che «il religioso era venuto a conoscenza di un’inchiesta aperta su di lui. Tant’è, che era pronto a fare i bagagli, a lasciare Cosenza, probabilmente a trasferirsi all’estero». [9]
Fra’ Fedele respinge le accuse: « una montatura, mi sento perseguitato come Gesù». [10] Contrattacca: «Ma dico io, ma l’hai vista? bassa, tozza, grassa. Ma chi è? Manco fosse Brigitte Bardot! E poi che suora è? L’hanno perfino vista comprare un perizoma...». Annota: «Ho visto delle trasmissioni. Alcuni usano il condizionale, altri sorrisetti e simili». Promette: «Perdono tutti, per prima la suora e anche i magistrati che non giudico. Li perdono dal profondo del cuore ma non sto certo zitto. Passerò all’attacco da ultrà. Ho letto calunnie che sono da rabbrividire. Sono stato accusato e diffamato in modo disgustoso però vincerò». [11] Si vanta: «Sono io quello che viene violentato dalle donne». L’avvocato Tommaso Sorrentino, legale del religioso: «Queste frasi prendetele con le pinze. Padre Fedele è uno fatto così, è convinto di essere un bell’uomo e non si fa problemi a dire che non ci pensa due volte a rompere il voto di castità. Non so, forse ha qualche problema psicologico». [12]
A ottobre, dopo essere stati informati delle violenze, gli uomini della squadra mobile di Cosenza hanno messo sotto controllo il telefono di fra’ Fedele. [8] Subito dopo l’arresto, il ”Corriere della Sera” ha pubblicato alcune intercettazioni. Ad esempio questa:
Donna: «Volevo dirti che ho fatto un sogno».
Bisceglia: «Dimmelo, descrivimelo».
D: «Ho sognato che mi avevi versato addosso della cioccolata».
B: «Addosso a te?».
D: «Eh».
B: «Bello».
D: «Un sogno che mi ha fatto un poco piacere. Non volevo farlo, ma è stato bellissimo».
B: «Sei cattiva, sei una birichina».
D: «Stavamo in un albergo, mi hai fatto svestire e mi hai messo addosso questa cioccolata».
B: «Tu sei restia a parlare. Abbiamo fatto tante belle cose, queste voglio sapere. Ti è piaciuto?».
D: «Molto, però poi ho pensato: sono una zozza».
B: «Ti piacerebbe fare dal vivo quello che hai visto nel sogno? Se ti è piaciuto molto lo puoi fare».
Un altro esempio? Bisceglia: «Dormi nuda o col pigiama?».
Milly: «Camicia da notte rosa con pizzo...».
B: «Uhm, essere accarezzata con le mani ti piace? Io ho delle mani caldissime...». [7]
Secondo gli investigatori, dalle intercettazioni telefoniche emerge «in maniera molto eloquente che il frate ha atteggiamenti del tutto incompatibili con i doveri connessi al suo ruolo». [10] Giacomo Mancini, nipote e omonimo del leader socialista, parlamentare della Rosa nel Pugno: «Cosa c’è di così sconvolgente? Un adulto dice oscenità al telefono con donne che non si sottraggono ma rispondono felici. E allora? Capisco che, trattandosi di uomo di chiesa, possa essere oggetto di riprovazione morale. Ma finora non ci sono reati». [13] Vitaliano Della Sala, il prete no global, ha scritto su ”Liberazione” un articolo a difesa di fra’ Fedele: «Un amico che lavora nelle forze dell’ordine mi mise in guardia da un’accusa analoga, che stavano per diffondere contro di me. Quando padre Fedele è stato arrestato, ho pensato che fosse stato incastrato». Da chi? «Ambienti reazionari e malavitosi». [14]
Se l’hanno incastrato, l’hanno incastrato benissimo. Gatti: «I primi riscontri, purtroppo, sono tutti a sfavore di Padre Fedele: la suora non sembra pazza e mitomane, come da perizia psichiatrica, e delle violenze sessuali ci sarebbero pure tracce fisiche, come da perizia medica». [3] Sorrentino: «Questa suora era una che con la religione aveva poco a che fare. Non per niente ogni sera se ne usciva insieme con le sue amiche tutta agghindata e truccatissima. Abbiamo testimoni che lo affermano e li porteremo davanti al giudice». E poi: «La perizia ginecologica sulla suora, fatta a novembre, dice che ci sono segni di rapporti sessuali. Ma come è possibile, se l’ultima violenza è avvenuta a giugno, che i segni a novembre fossero ancora così palesi?». [12]
La passione di fra’ Fedele per le donne, si dice, è nota da tempo. Giusi Fasano e Carlo Macrì: «Dagli atti risulta che abbia costretto almeno una decina di loro a soddisfare le sue manie sessuali. E pare che in tanti sapessero. Non soltanto della sua passione nuda e cruda ma del fatto che non tutte le sue avventure sessuali fossero consenzienti o, quantomeno, che fossero ”estorte” in cambio di favori. Virginia (romena), Anna (bulgara), Cristina (russa) rivelano di aver dovuto cedere alle avances del francescano in cambio del permesso di soggiorno. Cosmina, anche lei rumena, racconta: ”Siamo entrati in una stanza e padre Fedele ha subito chiuso a chiave la porta. Si è tolto il saio. Si è avvicinato a me, mi ha detto che avevo un bel seno e me lo ha toccato con entrambe le mani. Io mi sono ritratta e lui mi ha detto che mi avrebbe potuto aiutare a restare in Italia facendomi avere i documenti. Io gli ho risposto che non volevo assolutamente alcun rapporto sessuale ed a quel punto lui, alzò la voce rosso dalla rabbia, ’sei una p...., non lo sai che tutte le donne dell’Oasi sono state con me, sei arrivata tu e fai la preziosa’”». [7]
«Fra’ Fedele è un sant’uomo». A Cosenza in tanti la pensano ancora così. Del resto, Franco Piperno (ex leader del Potere operaio romano, oggi assessore e docente all’università ) l’ha definito «il personaggio più popolare della città». Sergio Crocco, capo degli ultrà locali: «La mia impressione? Non ho impressioni, ho una sicurezza: Fedele è un sant’uomo. Lo conosco da 24 anni e mai l’ho visto mancare di rispetto a una donna. Siamo stati insieme due mesi nella Repubblica centrafricana, un posto in cui c’era di tutto, nere, mulatte; e lui niente». [13] Per dirla tutta, c’è anche chi maligna: nel villaggio africano dove Padre Fedele Bisceglia era missionario «sono tutti neri, ma a volte nascono bambini bianchi». Tamara Ferrari: «Lo dice una testimone che lì c’è stata. E dopo le rivelazioni degli ultimi giorni non si fa nemmeno fatica a crederle». [12]