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 2005  gennaio 27 Giovedì calendario

Omo-logati, Corriere della Sera magazine, 27 gennaio 2005 «Chiudetegli la bocca, vi prego. Non se ne può più

Omo-logati, Corriere della Sera magazine, 27 gennaio 2005 «Chiudetegli la bocca, vi prego. Non se ne può più. C’è un problema di soprannumero. Sono troppi». Daniele Scalise, giornalista di ”Prima comunicazione”, redattore della rubrica ”Froci” sul ”Foglio” e omosessuale, si è «rotto i coglioni» di vedere gay ovunque. Mentre l’omo-mondo festeggia il successo di audience dello sceneggiato ”Mio figlio”, c’è chi non si accoda alla sbornia mediatica e si mette di traverso alla nuova tendenza. «Non voglio fare lo snob», dice Scalise, «ma questo pollaio pigolante mi innervosisce. C’è chi dice che sia necessario per arrivare alla normalità. Che questo sia l’unico modo per ottenere una legge sulle unioni gay. Mi auguro che sia così, ma intanto inorridisco. Anche perché il vero obiettivo dovrebbe essere l’opposto della visibilità». Cioè? «Rendere l’omosessualità invisibile, assicurando ai gay gli stessi diritti degli eterosessuali. Raggiunto questo obiettivo sarebbe bene che dei finocchi non si parlasse più». Eppure in tv spopolano. Fanno audience. «Già. E può essere che Alfonso Signorini e il telefilm ”Will&Grace” servano a qualcosa, però la maggior parte di questi spettacoli e film a sfondo omosessuale sono esteticamente ripugnanti. Il mio fidanzato dice che invece di prendere gli attori dalla strada (come faceva Pasolini, ndr), ora li prendono nei canili». Non le è piaciuto nemmeno il telefilm ”Mio figlio”, quello con Lando Buzzanca? «Ne ho visto un quarto d’ora e sono scappato». E ”I fantastici 5”, il programma su La7? «Ho seguito la prima puntata e ancora rido: cinque improbabili finocchiette che cercano di far diventare gay un etero». Veramente vorrebbero farlo diventare trendy. «Sì, profumandolo come una prostituta, appendendo tende viola da bordello alle finestre e piazzandogli quattro candele in casa? Ma non scherziamo!». Be’, si dice che in fatto di moda e di arte gli omosessuali abbiano una sensibilità superiore. «Non c’è nulla di speciale nell’omosessualità. Basta che uno sia frocio perché diventi Michelangelo o Nureyev? Non mi si venga a raccontare questa balla», esclama Scalise dando sorprendentemente ragione a Oriana Fallaci, che aveva sostenuto proprio lo stesso concetto nel suo ultimo libro, Oriana Fallaci intervista sé stessa (Rizzoli International), in un brano pubblicato anche nel ”magazine” n. 2 del 2005. Che gli omosessuali siano apprezzati per le loro battaglie libertarie, almeno questo lo può ammettere. O no? «Quelli che lottano davvero sono una minoranza», spiega il giornalista. «Il 99% degli omosessuali è sposato con figli. O celibe per caso. Oppure racconta balle come quelle di Alfonso Pecoraro Scanio». Quali balle, scusi, il leader dei Verdi ha fatto coming out. «Sì ma ha detto che è bisessuale. Una balla. Come è una balla quella di Alessandro Cecchi Paone che vuole convincere tutti di essere mezzo gay e mezzo Alessandro Magno. Ma facce ride. Sono tutti riflessi condizionati con cui vorrebbero affermare che ogni tanto praticano la fica. Di fronte a tutto questo io mi fermo. Sto male». Ma delle produzioni tv non si salva proprio niente? «L’unico capolavoro della stagione», dice Scalise, concludendo il suo gay-zapping, «è andato in onda su La7: il film a puntate Angels of America. Dopodiché è ovvio che io sia felicissimo perché vengono pubblicati molti libri e molte rubriche di autori gay. Ma non so se la presenza di tutti questi froci in tv sia positiva. Potrebbe essere una moda passeggera senza conseguenze pratiche o, ancora peggio, un nuovo loculo dove vengono piazzati e dimenticati gli omosessuali. Il punto vero però è un altro». Quale? «Io sono per le cose belle e in giro vedo solo mediocrità». Addirittura? «Sì. Che noia. Quasi quasi mollo pure la rubrica ”Froci”». Vittorio Zincone