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 2005  gennaio 23 Domenica calendario

Tenco anticipò il disagio di una generazione pronta a dire no, la Repubblica, domenica 23 gennaio 2005 A 38 anni dalla morte, 38 brandelli su Tenco

Tenco anticipò il disagio di una generazione pronta a dire no, la Repubblica, domenica 23 gennaio 2005 A 38 anni dalla morte, 38 brandelli su Tenco. 1. Luigi Tenco, fu Giuseppe e di Zoccola Teresa, nasce a Cassine (Al) il 21 marzo 1938. Nati il 21 marzo: Bach e Ayrton Senna. Muore a Sanremo (Im) il 27 gennaio 1967. Morto il 27 gennaio: Giuseppe Verdi. Nato: Mozart. Non significa nulla. 2. Nasce orfano, il padre muore nel settembre ’37 per il calcio d’una vacca. Forse non è neanche il padre vero. Si è parlato di un altolocato piemontese, ma nulla è stato chiarito. Come per la morte, del resto. 3. Nel 1948 trasferimento a Genova. La madre e il fratello maggiore Valentino gestiscono una vineria, col vino delle loro terre di Ricaldone. Nel ’51 si iscrive al liceo classico Andrea Doria, compagno di banco Bruno Lauzi («scendevamo le scale come in un musical di Broadway»). Dopo un anno passa allo scientifico. Maturità da privatista nel ’56. 4. Suona clarinetto e sax. Nel 1953 fonda la Jelly Roll Boys Jazz Band. Miti: J. R. Morton, Chet Baker, Gerry Mulligan. Suona con Marcello Minerbi (che poi darà vita ai Marcello’s Ferial), con Ruggero Coppola, con Lino Patruno. 5. Il 2 giugno ’57 supera il primo esame universitario, Disegno 1, alla facoltà d’Ingegneria (voto 20/30). Bocciato due volte dal prof. Togliatti (fratello di Palmiro) all’esame di Geometria analitica e proiettiva. Cambia facoltà, sceglie Scienze politiche. Novità dell’anno: la 500 Fiat, Carosello. In tv spopolano il quiz di Bongiorno, la circonferenza toracica della tabaccaia di Casale, Maria Luisa Garoppo, e il dandy torinese Marianini, e poi c’è Mario Riva col ”Musichiere”. Esplode Celentano. Esce On the road di Kerouac. 6. Nel 1958 Modugno trionfa a Sanremo, Nel blu dipinto di blu. Chiuse le case chiuse, delitto Fenaroli, banda di via Osoppo, monsignor Fiordelli predica a Prato contro i concubini «pubblici peccatori», dibattiti sulla moralità del flipper, si spoglia al Rugantino Aiche Nanà, vanno di moda il vestito a palloncino e l’hula hoop. Film: I soliti ignoti, Europa di notte (brividi peccaminosi), Peccatori in bluejeans. 7. Sempre nel ’58 nasce il ”Cantacronache”, parolieri Fortini e Calvino, e poi ci sono Fausto Amodei, Emilio Jona, Sergio Liberovici, Michele Straniero, Mario Pogliotti, Margot. Sono canzoni antimilitariste, apertamente politiche: Dove vola l’avvoltoio, La zolfara, Oltre il ponte. Sul palco di Palazzo Carignano canta anche Calvino. 8. In leggero ritardo su Paoli, Bindi, Lauzi, Endrigo e in anticipo su De André, Tenco si trasferisce a Milano. Scuderia di Nanni Ricordi. Tournée in Germania con Celentano e Gaber. Suona al Santa Tecla di Milano con Gaber e Jannacci. Passa dagli strumenti al canto. Nel marzo ’59 escono i primi 45 giri. Usa spesso pesudonimi: Gigi Mai, Dick Ventuno, Gordon Cliff. Mito: Nat King Cole, e basta riascoltare Tell me that you love me (Parlami d’amore Mariù) per capirlo. 9. Per i cantautori sfondare non è facile, a volte le loro canzoni sono imposte da altri. è il caso di Mina per Il cielo in una stanza e La canzone di Marinella, di Marino Barreto per Arrivederci. Per fare un esempio, La gatta di Paoli vende 114 copie nei primi sei mesi. 10. Si comincia a parlare di scuola di Genova (anche se non tutti i cantautori sono genovesi). 11. «Non ricordo che ci fosse in Italia uno che facesse le cose che faceva lui. Cantava con la tecnica dello strumentista a fiato, cioè con un gran controllo della colonna d’aria. Un grandissimo interprete, però molto timido. Era preoccupato di non nuocere alla reputazione della famiglia. Essere un cantante, allora, era disdicevole» (Nanni Ricordi). 12. Nel ’60, scontri di piazza a Genova contro governo Tambroni e Msi, Tenco partecipa. Simpatizzante o iscritto al Pci, con tessera restituita nel ’64? Resta un punto controverso. Non è mai troppo tardi col maestro Manzi in tv. Olimpiadi a Roma. La dolce vita. Rascel e Dallara vincono a Sanremo con Romantica. 13. L’8 marzo ’61 esce un 45 giri con Quando, canzone che è all’origine dello scontro-amicizia con De Andrè, che andava in giro a dire di essere lui l’autore della canzone. Perché lo fai? chiede Tenco. Per rimorchiare ragazze, risponde De Andrè. Grande risata. Nel ’62, attore nel film di Salce La cuccagna (film di satira sul boom economico) Tenco ottiene che nella colonna sonora compaia La ballata dell’eroe, dell’ancora non notissimo Fabrizio. Esame di sociologia: 24/30. L’Italia compie un secolo, muro di Berlino, si spara Hemingway, ”Famiglia cristiana” vende un milione di copie. 14. «Tenco aveva fascino con gli uomini, figuratevi con le donne» (Sandro Ciotti). Per questo fascino da bel tenebroso è chiamato dal cinema. Non solo Salce, anche Comencini per La ragazza di Bube. Fa i provini, ma gli viene preferito per ragioni di cassetta George Chakiris. Avrà una storia (breve) con Stefania Sandrelli. 15. Poeti preferiti: Pavese, Montale, Saba, Sbarbaro, Caproni. Scrittori: Pasolini, Huxley, Céline, Beckett, Camus, Sartre, Tobino. 16. Nel novembre del ’62 esce il primo 33 giri, con Angela, Cara maestra, Mi sono innamorato di te, Io sì. Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare, questo può essere il riassunto dell’ispirazione di Tenco, un modo diverso di parlare d’amore. Ma anche più esplicitamente (Io sì) di sesso. Non dà più esami, ma resta iscritto all’università, probabilmente per rinviare il servizio militare. Che farà regolarmente dal ’64 a Firenze, con l’uniforme dei ”Lupi di Toscana”. 17. «Luigi era di grandissima generosità, ricordo che si tenne in casa un amico disoccupato, con moglie e figlio, per un anno e mezzo» (Valentino Tenco). 18. Nel ’63 muore Giovanni XXIII, c’è l’«I have a dream» di Martin L. King, è assassinato Kennedy. Se ci sono canzoni di denuncia, vengono tradotte mascherate. Esempio: Datemi un martello di Rita Pavone, che lo darebbe in testa a una smorfiosetta, mentre nell’originale di Pete Seeger si parla di un giudice che non applica la giustizia. è anche l’anno delle cosiddette ”ninfette” (Françoise Hardy, Catherine Spaak) che anticipano il fenomeno-Cinquetti. Dalle ceneri del ”Cantacronache” nasce il ”Nuovo canzoniere italiano”. 19. Gigliola vince a Sanremo, dove cantano Paul Anka, Gene Pitney, Frankie Avalon, Frankie Laine. Muore Togliatti, la super passa da 106 a 120 lire al litro, Bobby Solo vende 1.700.000 copie di Una lacrima sul viso, al ”Cantagiro” Gianni Morandi vince con In ginocchio da te. 20. Nel ’65 Tenco passa alla Saar. Esce il 33 che comprende Ragazzo mio, Vedrai vedrai, Ho capito che ti amo. Traforo del Monte Bianco, rivolta nei ghetti neri Usa, Beatles in Italia, nasce ”Linus”, Joan Baez e Bob Dylan cantano a Newport. 21. Nel ’66 processo della Zanzara a Milano, Mary Quant lancia la minigonna, matrimonio Ponti-Loren, muoiono Walt Disney, Camilo Torres, Elio Vittorini, Gilberto Govi, Montgomery Clift. Al cinema, Il dottor Zivago, Un uomo, una donna, L’armata Brancaleone, Blow up. Caterina Caselli vince il ”Cantagiro” con Perdono, Tenco finisce agli ultimi posti con Lontano, lontano. 22. Tenco s’è trasferito a Roma, è passato alla Rca che vuole imporlo sul mercato. Fin qui, ha avuto più soddisfazioni all’estero. Cantata da Wilma Goich, Ho capito che ti amo vince il festival di Barcellona, Lontano lontano e Un giorno dopo l’altro (sigla del ”Maigret” di Cervi, in tv) sono molto popolari in Argentina. Il lancio passa per Sanremo. 23. Testimonianza di Ivan Della Mea: «Noi del ”Canzoniere” eravamo al Lirico con Bella ciao e Luigi dietro le quinte piangeva tutte le sue lacrime. Voi fate le canzoni giuste, la vera musica popolare, diceva, e io sono una nullità. E noi a dirgli che non era vero, che noi cantavamo Pietà l’è morta e lui faceva benissimo a cantare le sue canzoni, non erano da contrapporre. Tra l’altro Giovanna (Marini) aveva studiato la sua musica e diceva che Tenco era un grandissimo musicista, un innovatore». 24. Ciao amore ciao è una canzone di compromesso tra la prima stesura (E li vidi tornare) di stampo antimilitarista, e le esigenze sanremesi (un ritornello che suona ancora oggi posticcio). Resta una canzone sull’emigrazione, sullo spaesamento, sull’alienazione. 25. Temi già presenti in Tenco, che del resto aveva tradotto Le déserteur di Boris Vian. E ancora: una certa irrisione verso i totem della borghesia (Brassens di rimbalzo) e, con toni più suoi e profondi, la difficoltà di vivere e di amare, pieni di dubbi ma anche di slanci. 26. Il Tenco cantante ha una carriera breve, le canzoni migliori sono chiuse in cinque anni. E ci si chiede perché il suo ricordo sia ancora così vivo. 27. Carriera breve e finita nella stanza 219 dell’hotel Savoy. Una di quelle destinata alla servitù, ma che in tempo di festival potevano ospitare artisti non di prima fila. 28. «Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sia stanco della vita (tutt’altro), ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io, tu e le rose in finale e una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi». Questo bigliettino è indicato come l’ultimo messaggio di Tenco. 29. «Col suo gesto Tenco ha voluto colpire a morte il sonno mentale dell’italiano medio» (Salvatore Quasimodo). 30. Si uccise, dicono, con una Walter Ppk. Nella stanza 219 fu trovato più d’un bossolo. I cronisti accorsi, alcuni pratici di nera, gli videro in mano una Beretta 22. 31. Aveva una storia d’amore con Dalida, che cantava la stessa canzone, e a Sanremo c’era anche il marito di Dalida, Lucien Meurisse. Nessuno li interrogò. Non fu effettuata la prova del guanto di paraffina. E niente autopsia. 32. «Per risparmiare soldi» dice il commisario Molinari. Incredibile. «C’erano fortissime pressioni perché il caso fosse chiuso alla svelta». Più credibile. 33. Prima di spararsi (strana posizione, se fu lui a sparare: sotto il mastoide) ebbe una lunga telefonata col suo amore segreto, Valeria, una ragazza di Roma. Le fissò un appuntamento per il giorno dopo all’aeroporto di Genova, destinazione Kenya, dicendosi nauseato dalle combines del festival, che avrebbe denunciato con una lettera (mai scritta o mai comparsa). 34. Il giorno prima Tenco aveva vinto sei milioni al casinò. Nella camera non c’era una lira. Strano poi che un suicida lasci la porta socchiusa con la chiave fuori, nella serratura. 35. Ciao amore ciao prese 38 voti (ultima classificata) dai 900 della giuria popolare. Nei giorni seguenti vendette 300 mila copie, tre volte tanto quello che Tenco aveva venduto da vivo. 36. Dal ’72 il club Tenco, fondato da Amilcare Rambaldi, lo ricorda, aprendo la prima delle tre serate (anche di cantanti scomodi) con Lontano lontano. Come lo ricordano una piazza a Ricaldone, un largo Tenco alla periferia nord di Roma e una via Tenco a Castelbuono (Pa). 37. Come lo ricordano canzoni post mortem, dalla struggente Preghiera in gennaio di De Andrè a Festival di De Gregori. 38. Resta uno che andava oltre l’io e te, usava molto il noi. Confusamente a volte, lucidamente altre ha messo in musica il disagio, i dubbi, le inquietudini, l’antiautoritarismo di una generazione che aveva cominciato a dire di no, che le cose non andavano così bene. Dolce e amaro, schivo ma assetato di popolarità, era in anticipo sui tempi (il famoso ’68). C’erano tutti gli ingredienti (incluso un micidiale mix di grappa di pere e Pronox) perché il suo primo festival fosse l’ultimo. Lo si è vissuto come un romantico, più fragile compagno di strada. Uno che, scavandosi la fossa, è come avesse aperto una strada. Uno che comunque, per chi vuole, continua a cantare che la speranza ormai è un’abitudine. Ma è sempre lui che canta: non so dirti come e quando ma un bel giorno cambierà. Gianni Mura