Varie, 27 gennaio 2006
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MESHAAL Khaled Selwad (Israele) maggio 1956. Politico. Di Hamas, da oltre 40 anni in esilio • «[
MESHAAL Khaled Selwad (Israele) maggio 1956. Politico. Di Hamas, da oltre 40 anni in esilio • «[...] Obiettivo mobile di Israele, cambia di continuo sede. Ad Amman, con una siringa ad aria compressa, il Mossad gli iniettò veleno dietro l’orecchio. Gli agenti israeliani, catturati, vennero liberati in cambio dell´antidoto. L’episodio scatenò una crisi internazionale. [...]» (Alix Van Buren, ”la Repubblica” 27/1/2006) • «[...] noto anche come Abu Walid, padre di sette figli [...] adolescenza in Kuwait, dopo la disfatta dei ”Sei Giorni” del 1967, quindi in Giordania dopo la guerra del Golfo del 1991. Nel 1997 ad Amman si salva in extremis da un tentativo di eliminazione mal eseguito da agenti israeliani. Poi il Qatar, infine Damasco. Oggi nessuno oggi può dire con certezza in quale edificio della capitale siriana Meshaal dorma ogni notte. Chi lo vuole intervistare deve sottoporsi a lunghe attese, a cambi improvvisi di luoghi di ricevimento, spesso si viene bendati e condotti in un posto segreto. [...] Per anni Abu Walid è rimasto dietro le quinte. Il suo è il percorso di una generazione di palestinesi cresciuti all’ombra del mito della resistenza dei padri (il suo, Abdar-Rahim, aveva combattuto i britannici durante il mandato) e dell’ascesa di Fatah creato da Yasser Arafat alla fine degli anni ”60. [...] Meshaal nasce in Cisgiordania, nei pressi di Ramallah, nel maggio 1956, e all’età di 11 anni già in esilio, sui banchi di una scuola del Kuwait. A soli 15 anni, entra a far parte della Fratellanza musulmana, e incontra importanti leader palestinesi: Arafat, Salah Khalaf, Khaled al-Hasan. Studente modello, s’iscrive alla Facoltà di Fisica ma è la politica che lo impegna: sono gli anni della guerra civile in Libano, della prima celebrazione palestinese del ”Giorno della terra”, della ”vergognosa” visita del presidente egiziano Anwar Sadat alla Knesset. Alle elezioni studentesche guida alla vittoria una lista islamica opposta a Fatah iniziando un’attività politica a tempo pieno. Sono gli inizi clandestini di Hamas (nel 1987 la nascita ufficiale), con la creazione di cellule non solo in Palestina. prima rappresentante in Kuwait, poi trova protezione alla corte di Re Hussein, sempre attento a mantenere buoni i rapporti con gli avversari dell’odiato Arafat. Ad Amman Meshaal coordina le operazioni militari nel Paese più prossimo al fronte di guerra. Gli accordi di pace israelo-giordani del 1994 non sembrano influire sul suo operato, ma gli ordini che impartisce sono ormai troppo pericolosi per lo Stato ebraico. L’allora premier Netanyahu nell’autunno 1997 ordina l’eliminazione, attraverso iniezione letale, del rappresante di Hamas, solo un anno prima nominato capo dell’ufficio politico. La missione del Mossad non va però a buon fine e due agenti vengono arrestati dalle autorità di Amman. Sotto la pressione dei media e degli Usa, Tel Aviv è costretta a cedere alle richieste di Re Hussein: l’antidoto per salvare Meshaal e la liberazione da un carcere israeliano del leader spirituale di Hamas, lo sceicco Yassin, in cambio del rilascio degli 007 d’Israele. Per Abu Walid è la svolta, mediatica e politica. Il riconoscimento della sua autorità, amplificata presso l’opinione pubblica palestinese e araba proprio dall’essersi salvato dall’attentato. ”Senza dubbio - ammise - quell’episodio mi aiutò ad acquisire maggior importanza nel movimento”. Nel novembre 1999, Meshaal è costretto definitivamente a lasciare la Giordania e a riparare in Qatar. Il regno hascemita, ora guidato dal giovane Abdallah II, preferisce sbarazzarsi di un personaggio diventato troppo pericoloso per la stabilità interna. Da Doha, il capo del politburo di Hamas va sempre più spesso in Siria, interessata a giocare la carta ”Meshaal” per far fronte alle pressioni israeliane e americane. Nel 2001 si stabilisce a Damasco, nel campo palestinese di Yarmuk, e con la copertura politica del regime siriano ha maggior libertà di movimento. [...]» (Lorenzo Trombetta, ”La Stampa” 29/6/2006).