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 2006  gennaio 27 Venerdì calendario

CAPUOZZO

CAPUOZZO Toni Palmanova (Udine) 7 dicembre 1948. Giornalista • «[...] grande inviato, uno dei più bravi giornalisti televisivi, il conduttore di una vera trasmissione di approfondimento [...]» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 27/1/2006). «Nel ”68 è un contestatore studente liceale con tanta voglia di viaggiare, Ma arriva sempre in ritardo. In quell’anno è in Germania e in Francia, dove però arriva a maggio finito. Torna in Italia, si iscrive a Sociologia a Trento, ma il bello è già passato. Fa l’operaio a Marghera, ma questa volta è in anticipo sull’esplosione degli scioperi. Incomincia a entrare in sintonia con gli avvenimenti quando organizza lotte dei soldati in Sicilia e soprattutto quando lavora come volontario dopo il terremoto in Friuli del 1976. Dopodiché fa il giornalista. Per ”Lotta Continua” è in Nicaragua, in Bolivia, in Argentina da Borges che gli dà l’unica intervista durante la guerra delle Malvinas. Poi è a Beirut quando salta tutto in aria, in Croazia, in Bosnia (ne esce anche un bel libro), in Kosovo, in Israele, in Iraq, in Somalia. Attualmente è l’inviato del Tg5 e il conduttore del settimanale televisivo ”Terra”» (’diario” 5/12/2003 - La meglio gioventù - Accadde in Italia 1965-1975). «’Meglio un Toni Capuozzo vivo che un Hemingway morto” scrisse Adriano Sofri, e fu la consacrazione. ”Ma era solo un modo affettuoso per presentare un mio reportage dall’Amazzonia. Era appena uscito un inedito di Hemingway, piuttosto deludente. E poi con Adriano siamo sempre stati amici”. Entrambi in Lotta continua, entrambi figli di una triestina e di un militare meridionale (marinaio il padre di Sofri, poliziotto quello di Capuozzo). ”Ma lui era il capo, io un militante. Più che Lotta continua ci univa il Friuli. Da bambino Adriano passava mesi a Masarolis, il paese della sua fantesca slava. L’ho riaccompagnato laggiù da grande. Poi ci siamo ritrovati a Sarajevo”. Il paragone scherzoso con Hemingway fu scritto su Reporter. Direttore Enrico Deaglio. Sofri firmava l’inserto culturale. Capuozzo divideva la stanza con Giuliano Ferrara (’Non c’era quasi mai, parlavamo poco, ho sempre creduto che mi preferisse il suo cane lupo. Invece è stato lui a chiamarmi in tv, nel ’91, all’Istruttoria”. Ora gli ha affidato una rubrica fisiognomica sul Foglio, ”Occhiaie di riguardo”). Reporter lo pagavano i socialisti, in particolare Martelli; e Gad Lerner ne ha scritto sulla Stampa come esempio della ”spregiudicatezza intellettuale” degli ex di Lotta continua, che continuavano l’opposizione al Pci ”da destra” dopo averlo fatto per un decennio ”da sinistra”, con il retropensiero che alla fine sarebbero state le loro intelligenze a prevalere, su quelle degli avversari come su quelle degli alleati (’Ma chi vuoi che sia questo Martelli rispetto ad Adriano?”). Poi le strade si sono divise. Deaglio dirige un settimanale antiberlusconiano. Capuozzo, dopo l’Istruttoria, è andato a lavorare a Mediaset. [...] ”Io e la politica siamo come un alcolista anonimo e il vino: non ne sopporto la vista. Ne ho fatta troppa da giovane. Non voto da anni; qualche volta ho votato Pannella, stavolta non lo so e non lo dirò. In Nicaragua ho visto prima la repressione di Somoza, poi quella dei sandinisti. Ho raccontato su Lotta continua la fuga dei marielitos da Cuba, beccandomi le lettere di protesta dei lettori; Montanelli portò il caso in prima sul Giornale; le lettere raddoppiarono. ”Parlaci di Cuba’ mi chiesero all’esame da professionista. Ero al terzo tentativo: risposi di no, che quella volta dovevo proprio passarlo, piuttosto mi chiedessero i decreti legge e i decreti delegati. Mai capita la differenza”. Però ha pubblicato una guida anti-Gambero Rosso ai ristoranti per camionisti, scritto per Epoca e Panorama, lavorato sei mesi in un femminile (’Dovevano fare lo Stern italiano, poi decisero di fare Vera. Fu divertente”). Ha litigato con Fede (’Però gli sono grato, mi ha portato a Mediaset e mi ha insegnato il linguaggio televisivo”) e con Sposini, che bacchettò le sue critiche a ”Un ponte per...”, l’organizzazione delle due Simone. Ora è il vice di Rossella e guida Terra!. [...]» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 6/4/2006).