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 2006  gennaio 26 Giovedì calendario

NIZZOLA

NIZZOLA Luciano Saluzzo 5 gennaio 1933. Avvocato. stato amministratore delegato del Torino durante la presidenza di Sergio Rossi (’82-87), presidente di Lega di serie A e B dall’87 al ’96, numero 1 della Federcalcio dal ’96 al 2000, membro della Giunta Coni fino al 2004 • «[...] da presidente della Lega di serie A e B (nove anni dall’87 al ’96) [...] si è trovato a gestire la prima vera rivoluzione televisiva intorno al calcio: ha firmato tre contratti con la Rai, arrivando al tetto di 580 miliardi (di lire) per il triennio ’96-’99; ha lanciato il format con anticipi e posticipi con Telepiù (da 148 miliardi per il ’93-’96 ai 336 miliardi del triennio successivo); ha battezzato il primo esperimento di pay-per-view nel ’96 (270 miliardi di minimo garantito per tre anni). [...] ”[...]Di avvocati in assemblea non se ne vedevano. Avevo preteso che ci fossero soltanto presidenti o amministratori delegati. Il 27 novembre ’87, due ore dopo l’elezione in Lega, scrissi la lettera di dimissione dal consiglio del Torino. Con me in Lega, la mia ex società è retrocessa in B due volte: nell’89 e nel ’96”. Come nacque l’idea degli anticipi di B e dei posticipi di A, prima di arrivare alla pay-per view, che è diventata l’elemento indispensabile alla sopravvivenza dei club? ”Personalmente ero sempre stato uno strenuo difensore del principio della contemporaneità delle partite. Però avevo capito che le società avevano necessità di nuove risorse economiche per cercare di frenare deficit, che avevano già raggiunto cifre importanti. Una decisione inevitabile, ma fatta cercando di mantenere paletti rigorosi. Il primo: il mantenimento di una quota fissa per le società di serie A e B sui diritti in chiaro, ceduti alla Rai. Il secondo: minimo garantito per tutti i club, ma con l’aggiunta di una quota variabile in base ai passaggi su Telepiù. Le grandi andavano in posticipo cinque volte e quindi prendevano una quota decisamente maggiore rispetto alle altre. Terzo paracadute: niente posticipi al Nord per tutto l’inverno. E quando è nato Telecalcio nel ’96, chi stava a Milano poteva abbonarsi soltanto alle partite esterne di Milan e Inter, così come a Torino non si potevano vedere le gare casalinghe della Juve.Un modo per cercare di tutelare il vero calcio: quello dello stadio”. Nell’ultima parte della sua presidenza di Lega, ottobre ’95, Sensi e Cragnotti cominciarono a chiedere con insistenza di poter cedere i diritti criptati in forma soggettiva. [...] si oppose con fermezza e riuscì a vincere questa battaglia. [...]» (Fabio Monti, ”Corriere della Sera” 26/1/2006).