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 2006  gennaio 26 Giovedì calendario

MEDVEDEV Dmitrij San Pietroburgo (Russia) 14 settembre 1965. Politico. Presidente della Russia (eletto il 2 marzo 2008)

MEDVEDEV Dmitrij San Pietroburgo (Russia) 14 settembre 1965. Politico. Presidente della Russia (eletto il 2 marzo 2008). «L’irresistibile ascesa dei gemelli del gas, fratelli di Putin e figli del primo sindaco post sovietico di San Pietroburgo, Anatolij Sobciak. Ossia: come rifondare e riempire in pochi anni l’inesauribile cassaforte chiamata a saziare ogni appetito, finanziario e politico, del Cremlino. la storia di Dmitrij Medvedev e Aleksej Miller, nuovi zar dell’energia mondiale. Compagni di scuola e da sempre colleghi di lavoro, presidente e amministratore delegato di Gazprom sono stati catapultati alla guida del colosso di gas e petrolio grazie ad una virtù estinta, nella giungla cresciuta sulle ceneri dell’Urss: la fedeltà cieca al capo. Più una corte di compagni d’infanzia, selezionati con metodi da servizi segreti, che una moderna classe dirigente. Una serie di formidabili coincidenze, condivise con il presidente Vladimir Putin e con il suo plenipotenziario per il Caucaso, Dmitrij Kozak, spiega il soprannome di ”gemelli del gas”. Entrambi di San Pietroburgo [...] entrambi laureati nell’Università da cui uscì Lenin, entrambi sposati con una compagna di classe e padri di un figlio, entrambi vicini al Kgb, entrambi reclutati da Sobciak per ricostruire l’ex Leningrado: entrambi salvati dallo scandalo ”materie prime in cambio di alimenti” che nel 1992 stava per travolgere anche il giovane Putin. Più grigio e arrogante Miller, detto ”primus” per l’ambizione capace di fargli assorbire qualsiasi colpo. Più creativo e simpatico Medvedev, detto ”visir” per l’educata impenetrabilità orientale. Accomunati da un colpo di fortuna: essere saltati al momento giusto sul carro dell’amico Putin, scelto a sorpresa da Sobciak come vice. Ma nel 1996 Sobciak perde le elezioni, il sodalizio si scioglie. Fino al 1999 quando Putin, diventato nel frattempo capo dei servizi segreti, viene scelto da Eltsin come premier prima e come successore al Cremlino poi. Rinasce la compagnia. I tre sbarcano a Mosca e assieme vanno alla conquista del Palazzo occupato dai primi oligarchi. Medvedev e Miller inventano la campagna elettorale dello sconosciuto Putin, con Kozak puntano sulla seconda guerra in Cecenia e costruiscono il trionfo contro i comunisti. Putin è presidente da pochi giorni, primavera del 2000, quando delinea la sua ”verticale del potere”, dichiara guerra ai ”banditi delle privatizzazioni” e inventa i ”gemelli del gas”. Il ”visir” viene promosso capo dell’amministrazione presidenziale e presidente di Gazprom, l’unica persona di cui lo zar si fidi ciecamente. ”Primus”, ridotto nel frattempo a dirigere il traffico del porto di San Pietroburgo, diventa capo del gasdotto del Baltico, poi vice ministro dell’energia, infine amministratore di Gazprom. Tutto in pochi mesi, con una missione: far fuori il managment energetico corrotto cresciuto con Eltsin, riportare nelle mani dello Stato le materie prime, blindare il potere di Putin, trasformare gas e petrolio nell’arma che può restituire alla Russia il rango di superpotenza. Ordine eseguito con militaresca ubbidienza. In sei anni Medvedev e Miller fanno arrestare chi resiste alla statalizzazione di gas e petrolio, da Goldovskij dell’Itera (gas) a Khodorkovski della Yukos (petrolio), licenziano i dirigenti Gazprom e i vecchi nemici pietroburghesi, evitano la frammentazione fra estrazione, distribuzione e commercializzazione dell’energia e assicurano a Gazprom il monopolio del gas russo. Acquistano televisioni e banche [...] e trasformano Gazprom in una miniera d’oro con la forza politica di un carrarmato. Medvedev tratta fra Cremlino e Casa Bianca, sede del governo, Miller media fra presidente e mondo economico. Risultato: Gazprom sostiene la liquidazione della Yukos (20 miliardi di dollari) da parte del Cremlino, tramite la statale Rosneft acquista la Sibenft di Abramovich (13 miliardi di dollari) ed entra nell’olimpo dei produttori mondiali: 640 miliardi di metri cubi di gas all´anno, 153 mila chilometri di gasdotti, 350 mila dipendenti. Il gigante è pronto per andare all’assalto delle repubbliche ribelli dell’ex Urss e per riproiettare Mosca nella leadership internazionale. Putin ringrazia: Medvedev [...] è stato promosso primo vice premier ed erede in pectore [...]» (Giampaolo Visetti, ”la Repubblica” 26/1/2006).