Varie, 26 gennaio 2006
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Lualua Lomano
• Tresor Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) 28 dicembre 1980. Calciatore • «[...] I tifosi del Newcastle, dove ha giocato [...] cantavano il suo nome sulle note di Louie Louie dei Kingsman. Così: Lua Luà/ oooh ohhh!. L’antico inno del garage punk gli si addice. Lui è una testa matta, un dribblomane, uno che semina il terrore nelle difese avversarie e, a volte, anche nella propria panchina. [...] è arrivato in Inghilterra da rifugiato, a dieci anni. Dopo due mesi passati col padre in un centro di detenzione ha vissuto a casa di un zio nell’East London. Ha scoperto il calcio giocando col piccolo Colchester, uno squattrinato club di terza divisione. E quando Bryan Robson l’ha portato a giocare in Premiership col Newcastle, ha toccato il cielo con un dito. Dice: “Spesso chiedo a dio cosa ho fatto per meritarmi la fortuna che mi è toccata”. È molto cristiano (Robson però non gradì affatto la sua indisciplina tattica). Per questo - spiega - non ha mai perso la testa per soldi e macchinoni. Con la Fondazione che prende il suo nome ha investito 100.000 sterline per costruire un ostello-scuola a Kinshasa. [...] si è dato da fare per la sostenere la causa del suo connazionale Willy Mutwadi, un biologo rifugiato in Inghilterra trattenuto per 19 mesi in un centro di detenzione e a rischio di espulsione dal paese. Mutwadi, che si era rifiutato di partecipare a un complotto per l’eliminazione di alcuni oppositori politici di Kabilia, era minacciato di morte se avesse rimesso piede in Congo. E comunque mica è un santo. I suoi familiari rimasti in Congo hanno rischiato di passare dei guai il brutto giorno [...] che si fece espellere in un Tunisia-Congo valido per il girone eliminatorio di Coppa d’Africa. Dette un calcetto al difensore tunisino Mnari, che però fece una scena spropositata. Perse la pazienza e aizzò una mezza rissa in campo. Il Congo fu sconfitto 2-0 e venne eliminato dalla Coppa. Lua Lua si prese tutte le colpe. Per giocare con la sua nazionale ha rimesso piede in Congo dopo più di dieci anni. [...] Il giorno che 120.000 tifosi lo aspettavano allo stadio di Kinshasa per la sfida tra Congo e Sudafrica, lui rimase a Londra: si era scordato di rinnovare il passaporto. [...] appena tornato in Inghilterra da una partita con la sua nazionale, cadde svenuto durante un allenamento. Malaria. Si era dimenticato di prendere le pillole. Per finire, Lualua figura tra i testimonial della campagna antirazzista “Show Racism the Red Card”. L’unica volta che venne a contatto col calcio italiano fu durante un Inter-Newcastle di Champions League: per via di un fallaccio scoppiò una piccola rissa a fine partita, e l’attaccante congolese accusò Bobo Vieri di averlo apostrofato con ingiurie razziste. Vieri, che sembrò in buona fede, si difese dicendo che lui gli aveva urlato back (“indietro”) e non black. Di certo non “scimmia”, come invece scrissero a caratteri cubitali i tabloid inglesi. L’Uefa non prese provvedimenti. La partita finì due a due» (Alberto Piccinini, “il manifesto” 25/1/2006).