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 2006  gennaio 25 Mercoledì calendario

BIBBIA

BIBBIA Nino Bianzone (Sondrio) 15 marzo 1922. «[...] il 5 febbraio 1948 [...] vinse la prima medaglia d’oro della storia per l’Italia ai Giochi Invernali. [...] ”Sono nato a Bianzone inValtellina il 15marzo 1922, figlio unico di Simone e Caterina. Papà, come prima nonno Rodolfo, veniva aSt. Moritz a vendere frutta e verdura. Portava le cassette su un carro trainato da cavalli per il passo del Bernina. Io, a 3 anni, lo accompagnavo. Quando ero stanco, mi addormentavo in una cassetta imbottita di cartocci di granoturco. Quasi subito sono andato a vivere lì”. Erano i tempi in cui la febbre olimpica faceva impazzire St.Moritz per i primi veri Giochid’Inverno (quelli del ”24 divennero olimpici solo a posteriori). A St.Moritz il brivido è nobile. Lord Brabazondi Tara, ministro dell’aviazione con Churchill, ha dato il nome alla terza curva della Cresta Run. Winston Churchill jr e Adolf von Ribbentrop, rampolli di quei famosi rivali di guerra, si sonosfidati sulla pista. Come Clay Regazzoni e il marchese De Portago. Come Lord Clifton Wrottesley, irlandese, quarto nel 2002 a Salt Lake City, sfiorando la prima medaglia olimpica invernale per il suo paese. Nino Bibbia, sprovvisto di casato, entrò in quell’élite per la nobiltà del coraggio. Sulla pista da bob Bibbia ha pilotato più volte Gianni Agnelli, che nel ”52 fu nominato socio a vita del St.Moritz Tobogganing Club. [...] ”L’Avvocato era un grande amico. Volle, per due volte, fare il pilota. E un giorno venne anchela sorella Susanna. Quella volta lo speaker annunciò: ”Ecco Nino Bibbia con il suo harem’. Sul bob a 4 avevo un’americana, un’inglese, una cecoslovacca e un’italiana, Susanna Agnelli”. Lo skeleton, erede delle slitte usate dagli indiani nordamericani, i Cree, i Coughnawaga, imposto dai britannici a St. Moritz nel 1885, disegna ancora arabeschi sul ghiaccio. I ricordi di Bibbia affiorano come pepite dal letto di un fiume: ”Ho vinto 231 gare. La prima vittoria fu la più importante: la medaglia d’oro olimpica. Poi vennero 8 Grand National, 14 Heaton Gold Cup, 8 Curzon Cup, 8 campionati svizzeri...”.Racconta Bibbia: ”Il 3 febbraio ci fu la prima giornata dello skeleton con tre discese. Il percorso era accorciato a causa dello scirocco. Si partiva dalla Junction, sotto la curva Thoma: 890 metri di pista per 101 di dislivello. Eravamo in 15 al via. Avevo il casco, il maglione azzurro ”non c’era ancora la tuta’i calzoni, gli scarponi con i chiodi e lo skeleton d’acciaio. Pesava 42 chili”. ”I favoriti erano l’americano John Heaton, che aveva vinto l’argento vent’anni prima, lo svizzero Christian Fischbacher, il britannico John Crammond. Lo svizzero è caduto subito al Shuttlecock Corner. Nella prima discesa Crammond è stato il più veloce in 47’’4. Io ho fatto il quarto tempo, in 48’’0, poi il secondo, in 47’’6, e, nella terza discesa il primo in 47’’6. Al termine della giornata Crammond era intesta con 143’’0, con 2 decimi su di me e su Heaton”. C’era equilibrio e grande incertezza per le condizioni del tempo. ”Poi, il 5 febbraio si gareggiò su tutta la pista: 1212 metridi lunghezza per 157 di dislivello. L’americano Johnson, che era quarto, è caduto. Io, invece, ho fatto una gran discesa in 59’’5 e sono passato in testa: nessuno quel giorno è mai riuscito a scendere sotto il minuto. Anche nelle ultime due prove sono stati il più veloce (60’’2 e 60’’3). Ma non ho avuto tempo per esultare. Ho dovuto correre alla pista del bob per le ultime due discese. Così non c’ero al momento della premiazione e il conte Bonacossa è dovuto venirmi a cercare”. Nella classifica finale Bibbia vinse con 323’’2, con 1’’4 su Heaton e 1’’9 su Crammond. Quel pomeriggio il Fato gli regalò un’altra delizia. ”Ho incontrato per strada il mio amico del cuore e compagno di scuola Edy Reinalter. ”Dove vai?’, gli ho chiesto. ”Da Vico Rigassi, il radiocronista. Ho vinto lo slalom’. ”Ci vado anch’io’, gli ho detto e l’ho abbracciato. Avevamo vinto l’oro olimpico nello stesso giorno!” [...] Il 28 dicembre 1949 Bibbia si è sposato con Rosa Schmidt, una bella ragazza di Leuk, nel Vallese. Racconta Rosa dolcemente: ”Ci siamo sposati in chiesa. Poi a mezzogiorno Nino mi ha portato sulla pista. Siamo scesi sul bob a 2. stato il nostro viaggio di nozze. Paura? Beh, almeno saremmo morti insieme”. Nino Bibbia da Rosa ha avuto quattro figli: Giuliano, Daniela, Gianni e Claudia. Poi è stato allietato da sei nipoti. D’inverno vive a St. Moritz. D’estate torna a Bianzone: coltiva more, prugne, lamponi. ”L’Italia è la mia patria”, dice con orgoglio e sorride. Forte e fiero. Il suo nome è primo, davanti a quello di Zeno Colò, nella lista dei nostri olimpionici d’inverno. La sua medaglia d’oro splende al centro del tavolo rotondo. Il diploma di cavaliere, firmato da Scalfaro, alla parete. E uno scrigno di ricordi nel cuore» (Claudio Gregori, ”La Gazzetta dello Sport” 25/1/2006).