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 2006  gennaio 24 Martedì calendario

Quelle mamme-papà che dividono la Francia. La Repubblica 24 gennaio 2006. un caso limite, questo della coppia di mamme-papà di Nantes, che sta dividendo la Francia, una di quelle vicende di giusta ingiustizia che possono indignare o offendere, e infatti ha provocato scandalo e scatenato la guerra degli appelli contrapposti, ma ovviamente anche la facile ironia delle arguzie, dei luoghi comuni e dei motti di spirito che da sempre sono legati al sesso

Quelle mamme-papà che dividono la Francia. La Repubblica 24 gennaio 2006. un caso limite, questo della coppia di mamme-papà di Nantes, che sta dividendo la Francia, una di quelle vicende di giusta ingiustizia che possono indignare o offendere, e infatti ha provocato scandalo e scatenato la guerra degli appelli contrapposti, ma ovviamente anche la facile ironia delle arguzie, dei luoghi comuni e dei motti di spirito che da sempre sono legati al sesso. La storia, che rivela come l´ambiguità di genere sia ormai diventata un problema sociale difficilmente governabile, meriterebbe la penna di Pirandello più che la macchina da presa di Almodovar. Dunque Karine, che presto compirà 31 anni, nel giugno del 2004 ha avuto un figlio che si chiama Basile, concepito con l´inseminazione artificiale in una clinica di Bruxelles, un "bebè Thalys" come dicono in Francia dal nome dell´Eurostar che collega Parigi con la capitale del Belgio, dove l´inseminazione artificiale è appunto consentita. Karine è lesbica e vive con Elodie, che ha 29 anni, una felice storia d´amore, regolata per legge dai famosi Pacs, che in Francia riconoscono i diritti delle coppie di fatto. Ebbene, dal giorno del parto, Elodie chiede e non ottiene le ferie pagate che la legge usuale concede al padre, a tutti i padri. «Perché una madre non può in nessun modo diventare padre» ha seccamente risposto il responsabile della Cassa primaria di assicurazione malattia (Cpam). E difatti, a dimostrazione che di mamma si tratta e non di papà, nell´aprile prossimo anche Elodie partorirà. Da otto mesi è incinta di una bimba, di nuovo grazie all´inseminazione artificiale e di nuovo con lo sperma, conservato appositamente per lei, dello stesso donatore, un anonimo danese che le due donne chiamano "il vichingo". Perciò "papà" Karine fra un mese diventerà mamma, mentre mamma Elodie diventerà "papà". La donna che voleva il congedo come padre lo otterrà come madre e quella che l´ha ottenuto come madre lo chiederà questa volta come padre. A complicare le cose, ma anche a rivelarle meglio nella loro complessità, bisogna aggiungere che esiste in Francia un´altra Cassa, quella del sussidio familiare (Caf), che riconosce le coppie omosessuali come famiglie e dunque concederà a Elodie l´assegno di tre anni che spetta di diritto per la nascita del secondo figlio. La Caf, che ha infatti registrato Elodie come padre, ora la registrerà come madre. Le due donne esibiscono una semplicità seduttiva aprendo ai giornalisti la propria casa e mostrando la verità del proprio menage familiare, fatto di biancheria stesa nel salone accanto alla stufa a legna, di un cane che abbaia in giardino, di cento giocattoli e di mille tenerezze. E certo viene voglia di difenderle e di proteggerle a vederle cosi angeliche, con il bambino biondo che salta dall´una all´altra; Karine così graziosa, bruna, con i capelli a caschetto e gli occhiali, un carattere allegro e spiritoso; ed Elodie, che accarezza davanti alle telecamere il suo pancione, gli occhi chiari e un volto intenso di madonnina di paese. Certo, a sentirle così dolcemente decise si dimentica facilmente che sono un´eccentricità e che incarnano il paradosso di un mondo rovesciato, e non stiamo parlando certo di quello sessuale che vale quanto il nostro, ma di quello insuperabile delle mamme e dei papà. C´è insomma un retrogusto amaro dietro l´adorabile voglia di amare e farsi amare di queste due ragazze che non si danno per vinte. Persino per loro è quasi scontato che il tribunale di Nantes, il quale farà conoscere la sua decisione il 20 marzo, rifiuterà a Elodie i suoi diritti di padre. Con un sorriso di elegante disinvoltura le due mamme-papà ammettono che probabilmente, quando Elodie avrà partorito, quegli stessi diritti di padre verranno negati anche a Karine. La legge infatti parla esplicitamente di padre e nessun codice prevede un padre di sesso femminile. E tuttavia, assistite da bravissimi avvocati e protette da numerosi e popolari intellettuali, come l´ex ministro socialista Jack Lang e il leader dei Verdi Noel Mamère, Karine ed Elodie possono contare su una diffusa solidarietà e dunque grazie all´efficientissimo "Soccorso Omosessuale" stanno raccogliendo i soldi per trascinare sino in fondo la battaglia giudiziaria. Un miracolo infatti è sempre possibile: «A volte i giudici riescono, sia pure attraverso qualche sottigliezza o cavillo, a captare il mondo, ad adeguarsi al passo e al fiato della società. E ci sono leggi che si spezzano sotto il loro stesso peso». Come si vede il ragionamento è convincente, ma nel cuore della sua luminosità rivela una parte oscura. Sarà infatti vero che i figli con due mamme che sono anche due papà, i figli di "due pamà", saranno gli esponenti di una umanità nuova, le avanguardie del futuro, ma è altrettanto vero che in una famiglia cementata dall´ideologia e costruita in laboratorio nulla si sottrae all´artificio, neppure la natura. Immaginiamoli crescere questo fratello e questa sorella. Di sicuro non avranno il complesso di Edipo e per loro bisognerà rifare la psicanalisi, reinventare la mitologia, ridisegnare i tipi psicologi: il matriarcato, la figura maschile, l´amazzone. Tutto sarà da rifare, dal Simposio di Platone all´Assoluto Femminile, dalla Bibbia al Corano, dalla guerra di Troia ad Anita e Giuseppe Garibaldi, dall´incesto al Dolce Stil Nuovo. Comunque sia, se il 20 marzo il tribunale non farà, com´è probabile, lo sforzo creativo che Karine ed Elodie sperano, le due donne si rivolgeranno alla Corte d´Appello di Rennes, poi alla Corte di Cassazione di Parigi e infine alla Corte Europea dei diritti dell´uomo a Strasburgo. E davvero poco importa che si tratti di una battaglia perduta in partenza. Per loro non contano i risultati, ma la guerra di lunga durata che non conducono con i lineamenti tirati e con i riflessi eccitati, ma con ironia, con simpatia, «una guerra divertente che mostri sino alle estreme conseguenze i paradossi di una legislazione che, con l´istituzione dei Pacs, non può più rimanere la stessa». E le due donne mostrano una lettera burocratica, di routine, che hanno ricevuto alla nascita di Basile, e che comincia così: «Cher Monsieur», Caro Signore. Al di là del pasticcio linguistico, è infatti vero che nella loro vita reale di coppia Elodie fa il padre del figlio di cui Karine è la mamma. E a sua volta Karine farà il padre della figlia di cui Elodie sarà mamma. Perciò Karine ed Elodie si presentano come le allegre eroine dell´impossibilità di regolare con le antiche leggi una nuova, fantasiosa novità culturale che sancisce il loro amore legittimando però l´aberrazione secondo la quale il mondo di un bambino può prescindere dal maschio ridotto allo stato di fuco. Vorrebbero infatti che il congedo di paternità fosse trasformato in congedo parentale, non per quegli stupidi quindici giorni di vacanza, ma per ottenere una legge che, negando che ci sia in loro un difetto di fabbricazione, cancelli le parole ormai inadeguate di padre e madre per sostituirle con quella neutra di genitore, con la ricca ambiguità del termine "secondo partner", una legge che degradi il maschio a produttore di sperma. il modello delle due mamme che Karine ed Elodie proporranno ai loro figli. E infatti entrambe si voltano di scatto quando il piccolo Basile mormora «mamma». E si lasciano fotografare e intervistare, sono diventate celebri come due star, come due campioni dello sport, come due sante gay. Giustamente spiegano che i loro due bimbi, il nato e la nascitura, saranno biologicamente fratello e sorella, perché figli dello stesso sperma, ma avranno due mamme che saranno tuttavia anche due padri, perché la mamma dell´uno farà il padre dell´altro e viceversa: «Qui si tratta di riconciliare il diritto con la tolleranza, con la libertà, con la verità». Davvero sarebbe impossibile dire loro di no se l´esperimento non riguardasse i bambini. Questa rivolta di due donne contro la loro stessa condizione di donne sarebbe sacrosanta se non si vedesse in lontananza tremolare il fantasma dell´eugenetica nazista, se non ci fosse di mezzo l´educazione dei bambini all´insuperabile differenza, all´insostituibile protocollo della differenza, all´affetto materno e a quello paterno, al doppio registro psicologico diverso e complementare, alla tenerezza della mamma e alla durezza del papà o viceversa. Angeliche, magnifiche e puerili, le due mamme-papà di Nantes sono un ricco e profondo paradosso vivente che conferma che mai il padre, il banalissimo papà, può essere ridotto a un incidente nella gestazione di un figlio. Chi spiegherà ai loro bambini che si nasce per amore e non per iattanza ideologica, che la vita è un mistero di dolcezza e non un travaso infermieristico di fiale? Francesco Merlo